In piena fase 2 dell’emergenza coronavirus, si è acceso il dibattito sull’utilizzo di guanti e mascherine. E mentre sui guanti sono stati in molti a esprimere dubbi e perplessità, in merito alle mascherine oltre i consueti dubbi, vi sono anche delle difficoltà reali nel reperirle.
Sulla questione si è espresso anche il professor Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell’Università di Pisa e responsabile del coordinamento emergenze epidemiologiche della Regione Puglia nell’emergenza coronavirus, durante una diretta Facebook con il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini. “Usiamo sempre la mascherina, anche di quelle fatte in casa, a più strati, che hanno una efficienza simile a quella delle mascherine chirurgiche”.
Lopalco ha spiegato che “se non abbiamo la mascherina chirurgica usiamo quelle in tessuto“. Tra l’altro, ha aggiunto, “quella chirurgica dopo quattro ore non è più efficiente, mentre quelle di cotone o seta, possono essere lavate in acqua calda e tornare ad essere efficienti. Quindi usiamole sempre”. L’epidemiologo pugliese ha inoltre lanciato un appello soprattutto ai ragazzi per continuare a evitare assembramenti: “Non fate capannelli, uscite solo se necessario. Non guardiamo il Dpcm cercando di sfuggire le norme, di fregarlo, perché significa fregare noi e i nostri cari. E’ giusto riprendere le attività, ma teniamo sempre a mente che il virus sta là fuori e fa il suo mestiere di contagiare la persone”. “La fase 2 dal punto di vista epidemiologico non è cambiata rispetto alla fase 1 – ha concluso – il rischio è lo stesso e per garantire il distanziamento fisico dobbiamo necessariamente limitare i nostri spostamenti”.
“La nostra capacità totale di laboratorio ad oggi non è stata saturata, quindi per il momento è sufficiente, ma non lo sarà più assolutamente a ottobre, quando inizieranno a circolare tutti i virus simil influenzali e gente con febbre e tosse che dovrà essere sottoposta a tampone ne avremo tantissima. In quel momento la nostra capacità di fare i tamponi dovrà essere enormemente più alta“. Ha proseguito il professor Pierluigi Lopalco. Lopalco, ricordando che la capacità di fare tamponi in Puglia è di 2.500 al giorno, ha spiegato che “fino ad oggi la strategia è stata di sottoporre a tamponi le persone con sintomi e, in caso positivi, a tutti i contatti, anche asintomatici. Ma adesso siamo una fase diversa. Fra oggi e domani verrà fuori una disposizione regionale, perché stiamo preparandoci per la seconda fase nella quale avremo molti meno casi evidenti e dobbiamo cercare di scovare eventuali circolazioni sommerse del virus”.
“Per esempio – ha precisato – dovremo fare tamponi a tutti coloro che entrano in ospedale e agli operatori sanitari per fasce di rischio“. Oltre all’aumento della capacità di fare tamponi, in Puglia dovrà essere raddoppiato il numero dei cosiddetti “contact tracer”. “Il Governo – ha spiegato Lopalco – ha detto che serve un cacciatore di virus ogni 10mila abitanti, in Puglia ne abbiamo la metà, quindi dobbiamo raddoppiare il numero dei tracciatori”.