Caldo record in Siberia, gli estremi nel Circolo Polare Artico: nel 1915 Fort Yukon in Alaska toccò i +37,8°C

Nel 1915, la città di Fort Yukon, in Alaska, è stata la prima a registrare +37,8°C all’interno del Circolo Polare Artico, a conferma del fatto che le temperature dei giorni scorsi in Siberia non sono inaudite
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Negli ultimi giorni, la piccola cittadina di Verchojansk, latitudine 67.5°N in Siberia, è finita sulle prime pagine dei giornali per aver raggiunto, sabato 20 giugno, la temperatura di +38°C, che se confermata nei decimali, potrebbe rappresentare il record della temperatura più alta di tutta la Siberia e anche la temperatura più alta mai registrata a nord del Circolo Polare Artico, che inizia alla latitudine di 66.5°N. La cittadina di poco più di 1.000 abitanti si trova oltre 4.800km a est di Mosca e più a nord di Fairbanks, in Alaska. Secondo The Weather Channel, la media a Verchojansk in questo periodo dell’anno è di circa +20°C, dunque il record dei giorni scorsi è stato superiore di 18°C rispetto alle medie stagionali.

Raggiungere i +38°C nell’Artico o nei suoi dintorni è insolito, ma neanche così eccezionale. Nel 1915, infatti, la città di Fort Yukon, in Alaska, è stata la prima a registrare +37,8°C all’interno del Circolo Polare Artico, la stessa temperatura registrata in una città pochi chilometri a sud del Circolo Polare Artico in Russia nel 2010.

Verchojansk è uno dei posti più freddi della Terra. Lo scorso novembre, l’area ha quasi raggiunto i -51°C, una delle prime località ad avere temperature così basse nell’inverno 2019-2020. In questa cittadina, è stata registrata anche la temperatura più bassa al di fuori dell’Antartide. Nel febbraio 1982, Verchojansk ha raggiunto i -67,8°C, la temperatura più bassa che abbia mai registrato. La minima media di Verchojansk a gennaio è di -48,3°C: qui la temperatura scende regolarmente a -56,7°C o anche di più.

A maggio 2020, invece, le temperature in superficie sono state di 10°C sopra la media, che l’hanno reso il maggio più caldo della regione russa dall’inizio delle registrazioni del 1979, secondo i dati del programma Copernicus Climate Change Service (C3S). La Siberia, inoltre, ha vissuto periodi con temperature dell’aria in superficie più alte della media per tutto l’inverno e la primavera, secondo il C3S. La Siberia tende a vedere grandi variazioni di temperatura di mese in mese e di anno in anno e ci sono stati mesi negli anni scorsi in cui le anomalie di temperatura sono state addirittura più grandi di quelle sperimentate negli ultimi 6 mesi, evidenza il C3S. Ma secondo il servizio, è insolito vedere temperature oltre la media per molti mesi di fila.

L’inverno e la primavera miti hanno fatto sì che la neve che solitamente ricopre il suolo su gran parte della regione si sia sciolta circa un mese prima del normale. La neve svolge un ruolo cruciale nel mantenere fredde parti dell’Artico, riflettendo la luce, e quindi il calore, proveniente dal sole. Ma una volta sciolta la neve, terra e piante hanno assorbito il calore. Poi si sono allineate le condizioni meteorologiche. Un grande sistema di alta pressione si è stabilito sulla Siberia occidentale, dove è rimasto in stallo. Questi tipi di sistemi portano spesso cieli limpidi e senza nuvole, il che ha facilitato l’arrivo incontrastato del calore solare sul suolo siberiano: con un clima dai forti connotati continentali, le temperature massime di questo periodo dell’anno hanno comunque delle medie particolarmente elevate rispetto all’altitudine. Infatti il precedente record caldo di Verchojansk, che risale al luglio 1988, era di +37,6°C. Pochi decimali inferiori rispetto al dato dei giorni scorsi.

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