Coronavirus, Anief: test sierologici per i docenti

"Bisogna puntare - dice il leader del giovane sindacato, Marcello Pacifico - sulla somministrazione del test sierologico a tutti i docenti e Ata che hanno espresso intenzione di svolgerlo"
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“Si torna a scuola proprio mentre i contagi risultano in pericolosa ascesa”. Per questo l’Anief, l’Associazione nazionale insegnanti e formatori, rimane centrale, per tenere la situazione sotto controllo, puntare sulla prevenzione facendo certamente applicare il distanziamento sociale. A tal fine non bisognerebbe avere più di 15 alunni per classe, utilizzando gli spazi forniti dalle istituzioni locali, senza quindi tornare alla Dad. Sarà fondamentale anche tutelare la salute di tutti i lavoratori, a iniziare da coloro che versano in condizioni di “fragilità”.

“Bisogna puntare – dice il leader del giovane sindacato, Marcello Pacifico – sulla somministrazione del test sierologico a tutti i docenti e Ata che hanno espresso intenzione di svolgerlo. Invece, continuano a giungere informazioni di medici e Asl che non sembrano considerare tale esigenza prioritaria. I tempi di attesa devono essere minimizzati, in questo momento è la scuola, assieme ai casi urgenti, ad avere la priorità di svolgimento degli esami sierologici. E in caso di positività, va effettuato con immediatezza anche il tampone, con risposte rapide e veritiere. Nel frattempo, rimane importante che si produca una check list su tutto quello che è stato chiesto e non si è ottenuto, da parte di ogni singola scuola attraverso dei monitoraggi analitici da attuare in ogni singola scuola.

Di rilievo per le istituzioni scolastiche sono le regole di riammissione a scuola di bambini, alunni e studenti stabilite nella nota in parola per i casi confermati di COVID-19, per i casi con sintomi sospetti non confermati dal tampone rino-faringeo e, infine, per i casi di assenze per motivi di salute non sospetti per COVID-19. In particolare, la nota spiega che “la ricerca dei contatti e le conseguenti disposizioni di quarantena saranno avviate a partire dalla conferma del caso (tampone rino-faringeo positivo per COVID-19)” e che “Il Dipartimento di Prevenzione valuterà la strategia più adatta circa eventuali screening al personale scolastico e agli alunni in considerazione della situazione specifica e delle misure preventive adottate dal servizio in cui si è verificato il caso”.

Anief ritiene che è certamente fondamentale una scrupolosa organizzazione da parte dell’istituzione scolastica, con gli alunni responsabilizzati, assieme alle famiglie, all’importanza del rispetto delle regole che ogni scuola sta determinando a seguito delle delibere degli organi collegiali. Premesso questo, rimane indispensabile, anzi prioritaria, la necessità di evitare assembramenti attraverso la determinazione di gruppi classe non numerosi: da mesi, dal mese di aprile, il sindacato ha indicato l’esigenza di creare delle classi con non oltre 15 alunni, utilizzando spazi forniti dalle istituzioni locali e senza ritorno della didattica a distanza. In certi casi, considerando la presenza possibile contemporanea di più docenti, anche di sostegno, si sfiorerebbe comunque il numero di 20 unità per classe. Derogare al limite dei 15 alunni diventa un rischio che va evitato. Senza dimenticare l’attenzione massima, da normare, per tutto il personale in condizioni di “fragilità”.

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