Coronavirus, Papa Francesco: “Gli altri visti come portatori, è una terribile crisi sociale. Paesi incapaci di lavorare insieme”

"Il virus, nel colpire la salute delle persone, ha colpito anche l'intera tessuto sociale, economico e spirituale della società, paralizzando i rapporti umani, il lavoro, produzione, commercio"
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Essere incapaci di vedere il volto di una persona e considerare le altre persone come potenziali portatori del virus è una terribile metafora di una crisi sociale globale, che deve interessare tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell’umanità“. Lo dice Papa Francesco in un messaggio inviato ai partecipanti alla Sessione Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze (7 – 9 ottobre 2020).

La pandemia ha portato alla luce non solo i nostri falsi titoli, ma anche l’incapacità dei Paesi del mondo di lavorare insieme. Per tutta la nostra iperconnettività, abbiamo assistito a una frammentazione che ha reso più difficile la soluzione di problemi che riguardano tutti noi. È significativo – spiega il Papa – che questa sessione plenaria virtuale dell’Accademia riunisca una serie di diverse sessioni scientifiche e offra un esempio di come le sfide della crisi Covid-19 debbano essere affrontate, attraverso sforzi coordinati al servizio dell’intera famiglia umana. I vostri sforzi sono in gran parte concentrati sullo studio di nuovi studi immunologici e percorsi immunochimici per attivare i meccanismi di difesa dell’organismo o per fermare la proliferazione di cellule infette. State anche studiando altri trattamenti specifici, tra cui i vaccini in fase di sperimentazione nei test clinici. Come sappiamo, il virus, nel colpire la salute delle persone, ha colpito anche l’intera tessuto sociale, economico e spirituale della società, paralizzando i rapporti umani, il lavoro, produzione, commercio e anche molte attività spirituali. Ha un enorme impatto sull’educazione”.

papa francesco domenica delle palmeNessuno di noi può non essere preoccupato per l’impatto della crisi sui poveri. Per molti di loro, il problema è quello della stessa sopravvivenza. Insieme al contributo delle scienze, i bisogni dei membri più poveri della nostra famiglia umana chiedono soluzioni eque da parte dei governi e di tutti coloro che sono chiamati a decidere. I sistemi sanitari, ad esempio, devono diventare molto più inclusivi e accessibili alle persone svantaggiate e a quelle che vivono in paesi a basso reddito – osserva il Pontefice -. Se a qualcuno deve essere data la priorità, che sia il più bisognoso e il più vulnerabile tra noi. Allo stesso modo, quando i vaccini diventeranno disponibili, dovrà essere garantito un accesso equo ad essi indipendentemente dal reddito, sempre partendo dal minimo. I problemi globali che abbiamo di fronte richiedono un approccio cooperativo e multilaterale risposte. Organizzazioni internazionali come l’ONU, l’OMS, la FAO e altre che sono state istituite per promuovere la cooperazione e il coordinamento globale, dovrebbero essere rispettate e sostenute in modo che possano raggiungere i loro obiettivi per il bene comune universale”.

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