Siete alla ricerca dei luoghi meno ospitali della terra? Tra questi, senza ombra di dubbio, vi è il deserto di Atacama, sembra quasi ultraterreno, tanto che la Nasa vi ha condotto vari esperimenti, ma la fama della sua austera e sensazionale bellezza ha da sempre attratto numerosi avventurieri. Situato nel Cile settentrionale, tra le Ande e la Cordigliera della Costa a ridosso dell’Oceano Pacifico, è il luogo più secco del mondo e gli scienziati spesso lo confrontano con l’arida superficie di Marte. Si tratta di un luogo talmente secco che le stazioni meteorologiche rilevano, in media, solo 1 mm di pioggia all’anno, protetto dall’umidità, da entrambi i lati, dalla Cordigliera delle Ande e dalle montagne litoranee. Inoltre la corrente di Humboldt raffredda l’aria rendendo impossibile la formazione di nuvole.
L‘area è scarsamente popolata: le uniche presenze sono quelle degli indios e i minatori che lavorano nei giacimenti di nitrati e nei ricchi depositi di rame. “ Nel deserto non c’è niente, non cresce niente, però il deserto parla ogni sera a chi gli rende visita. Le pietre, che durante il giorno sopportano temperature fino a 50 gradi, ricevono nella notte l’abbraccio del freddo, fino a zero gradi, e si spaccano con un mormorio minerale che racconta la saga del deserto a chi vuole e sa ascoltare”… è così che lo scrittore cileno Luis Sepúlveda descrive questi luoghi, riferendosi alle genti che abitavano questa regione, ma soprattutto ai minatori indios, cileni e stranieri giunti a lavorare nei ricchi depositi di nitrati e rame che il sottosuolo di questa terra offriva. Gli sbalzi di temperatura con 30 gradi di giorno e temperature abbondantemente sotto lo zero di notte, oltre al vento gelido che, puntualmente, si alza a metà giornata, insieme alla mancanza di confort, rendono il luogo davvero inospitale ma, al contempo, davvero affascinante.