Terremoto Napoli – “Quella dei Campi Flegrei non è una situazione attualmente tranquilla, c’è l’allarme giallo lanciato dal Dipartimento della Protezione Civile per i fenomeni bradisismici che negli ultimi anni stanno determinando un lento sollevamento del territorio“. Con queste parole ai microfoni di MeteoWeb il geologo Franco Ortolani, neo eletto Senatore della Repubblica a Napoli nelle liste del Movimento 5 Stelle, commenta lo sciame sismico che sta interessando la zona di Napoli, Pozzuoli, Bagnoli e Agnano dove oggi pomeriggio tra 14:30 e le 15:10 si sono verificate sei scosse molto superficiali, l’ultima e più forte di magnitudo 2.4. Le scosse sono state distintamente avvertite dalla popolazione, ma fortunatamente non hanno provocato danni.
Il prof. Franco Ortolani, che è anche ordinario di Geologia e direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio della prestigiosa università Federico II° di Napoli, ha spiegato ai nostri microfoni che comunque “non c’è alcuna eruzione imminente, quindi non è una situazione particolarmente estrema“. L’ultima eruzione dei Campi Flegrei risale al 1538 quando si è interrotto un lungo periodo di quiescenza durato circa 3.000 anni. L’eruzione del 1538 ha dato origine al cono di Monte Nuovo, alto circa 130 metri, nel giro di pochi giorni. Da allora, l’attività ai Campi Flegrei è caratterizzata da fenomeni di bradisismo, attività fumarolica ed idrotermale localizzata nell’area della Solfatara. L’ultimo bradisismo risale a 25 anni fa: tra 1982 e 1984 il territorio si è sollevato di quasi due metri nella zona del porto di Pozzuoli, con decine di terremoti al giorno, il più forte di magnitudo 4.0, con danni gravissimi.
“Ma non abbiamo fatto tesoro di quegli insegnamenti. E’ stato un grande laboratorio naturale e abbiamo scoperto grandi meccanismi naturali, a cui però non abbiamo dato seguito con le necessarie misure di prevenzione” aggiunge Ortolani. “Quella dei Campi Flegrei è una zona molto instabile e densamente abitata, che deve imparare a convivere con questo stato di ambiente dinamico. La fenomenologia di oggi rientra nel contesto di questi fenomeni bradisismici, che potrebbero concludersi spegnendosi o anche intensificarsi con un bis di un evento come quello del 1982-1984. Negli ultimi due-tre anni, seppur in modo molto lento, il terreno si sta nuovamente gonfiando e questo processo potrebbe accelerare. Inoltre questo sollevamento determina una dilatazione disomogenea del terreno, che come già accaduto nel bradisismo di venticinque anni fa, provoca la rottura di tubazioni ed edifici. E adesso ci sono anche le condotte del gas metano che in quell’occasione ancora non c’erano: sono state realizzate negli anni ’90, ed eventuali perdite e dispersioni potrebbero provocare seri problemi“.
La soluzione, secondo Ortolani, è “innanzitutto una norma anti-bradisismo che contempli il potenziamento delle strutture, che sin dalle fondazioni devono essere realizzate seguendo le tecniche che consentano agli edifici di avere l’elasticità necessaria a resistere non solo alle scosse sismiche, ma anche alla dilatazione del terreno tipica dei fenomeni bradisismici. Il sollevamento del suolo non è un fenomeno comune nei normali terremoti, si tratta di un evento vulcanico caratteristico. E l’unica area abitata del mondo che vive su un territorio bradisismico ma non ha una norma apposita per tutelarsi da questi fenomeni è proprio l’area flegrea“.
Ortolani, poi, spiega che “l’epicentro dello sciame sismico di oggi è stato proprio nel cratere di Agnano, zona dove è stata progettata la realizzazione di una centrale geotermica termo elettrica, bocciata dalla Regione ma ancora non completamente accantonata dal Ministero. Credo sia preferibile evitare di realizzare una centrale simile proprio in questa zona. Ben venga la geotermia che produce energia in modo pulito, ma solo in sicurezza dove non c’è una tale densità abitativa. La centrale progettata per Agnano, infatti, prevede l’estrazione di fluidi caldi per la produzione di energia, ma poi questi gas non possono essere dispersi in atmosfera perché considerati inquinanti, quindi devono essere reimmessi nel sottosuolo in profondità e con forti pressioni. Ma pompare il gas nel sottosuolo può provocare sismicità indotta, con scosse previste dal progetto fino a magnitudo 2.4 proprio come quello di oggi, ma senza specificare la loro frequenza. Ecco perché sarebbe comunque preferibile evitare di farla proprio qui“.
Infine un messaggio ai cittadini dell’area flegrea sul proprio impegno al Senato: “sono stato eletto proprio per questo, ovviamente mi dedicherò ad incrementare la sicurezza dell’area Flegrea, perché è necessario ed è un problema reale. Cercherò di fare tutto il possibile affinché possano essere messi in atto i provvedimenti necessari di prevenzione rispetto a questi fenomeni naturali” conclude Ortolani.