Terremoto 1908: cento anni dal tragico sisma che distrusse Messina

MeteoWeb

Mappa dell'epicentroTutti i tg e la stampa locale non fanno altro che riportare queste manifestazioni, mettendo in grande risalto l’amministrazione comunale la quale si sta adoperando per il successo dell’evento commemorativo.

Anche la mia associazione MeteoWeb non sarà certo da meno, e non poteva non attivarsi difronte una vicenda così drammatica che ha sconvolto la nostra terra.

La Calabria meridionale e l’area dello Stretto di Messina, si sa, sono zone ad elevata sismicità; risultano infatti colpite da almeno 8 eventi sismici di magnitudo pari o superiore al sesto grado della scala Richter in epoca storica.

Alla luce di questo, cosa è stato fatto dal quel tragico 28 dicembre 1908 ad oggi?

E’ cambiato qualcosa nella nostra mentalità? Siamo in grado di gestire una possibile emergenza di una certa portata? Possiamo fare sonni tranquilli?

Nessuno può rispondere a questo quesito, e nessuno ha i mezzi per farlo, solo i test sul campo ci diranno la verità..

Nel 1995 alcuni funzionari del dipartimento della protezione civile e del ministero dell’interno produssero una nuova direttiva per la formulazione dei piani di emergenza: il Metodo Augustus, basato sulle cosiddette “funzioni di supporto” (9 per i comuni, 14 per province e regioni). Inoltre il Metodo Augustus si delinea gli obiettivi che le autorità territoriali devono conseguire per mantenere la direzione dei servizi di emergenza:

  • coordinamento operativo provinciale
  • salvaguardia della popolazione (attività assegnata prevalentemente ai sindaci. Allontanamento della popolazione dalle zone di pericolo, con particolare riguardo alle persone disagiate
  • rapporti tra le istituzioni locali e nazionali
  • informazione alla popolazione (è bene che il cittadino sia messo al corrente sul tipo di rischio, le rpedisposizioni del piano, come comprorarsi)
  • salvaguardia del sistema produttivo (questo intervento si può attuare prima dell’evento, con appositi piani di messa in sicurezza della produzione, o dopo l’evento, provvedendo al rispristino dell’attività produttiva)
  • ripristino della viabilità e dei trasporti
  • funzionalità delle telecomunicazioni
  • funzionalità dei servizi essenziali
  • censimento e salvaguardia dei beni culturali

    La popolazione Messinese è dunque messa al corrente di questo piano di emergenza? esiste? chi sono i referenti? In caso di un emergenza sismica, quali sono le aree di ammassamento? e le aree di raccolta?

    Forse pochi messinesi si pongono queste domande, forse perchè la nostra generazione si è dimenticata cosa sia un terremoto. In una città dove si parla del calcio che non c’è più, in una città dove ci si fa in quattro per far parte del servizio civile nazionale per 434,73 centesimi di € al mese, in una città dove si costruisce in modo spietato, tappezzando ogni buco con palazzine alte svariati di piani, stranamente queste domande non vengono poste da nessuno.

    Messina, una volta, era una bellissima città, con strade larghe, luminose, curate, con palazzi robusti non alti più di due piani. Gli insegnamenti ce li avevano dati i nostri bisnonni, ma evidentemente, a noi nulla ci importa.

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