Italia, Russia, Stati Uniti, con al centro Messina. Per un giorno si ridisegna la carta geografica e la città dello Stretto si ritrova “ombelico del mondo”, capitale di quella “Nazione solidale” i cui albori risalgono a quella tragica aurora del 28 dicembre 1908. E sì, perché mai prima di quel disastro vi era stato un sostegno internazionale così ampio, spontaneo, commovente. In prima fila si distinsero i marinai di mercantili e navi da guerra provenienti dalla Russia e dagli Usa, dalla Gran Bretagna e dalla Scandinavia, dalla Spagna e dalla Germania, dalla Grecia e dal Portogallo. In poco tempo, nell’area teatro di una delle più grandi catastrofi dell’era moderna, si ritrovarono 43 navi della Regia Marina e più di cento piroscafi. E dei 17 mila sopravvissuti, ritrovati tra le macerie, molti dovettero la loro vita (ma anche la solidarietà durante i giorni della ricostruzione) all’aiuto di quegli uomini in divisa, scesi dall’incrociatore russo Makaroff, dal Bogatyr, dalla corazzata Slava e dalla Tzesarevitch, dall’incrociatore italiano Piemonte e dalle altre unità della squadriglia torpediniere Saffo, Serpente, Scorpione, Spica, dalle navi statunitensi Connecticut, Illinois, Culgoa e Yankto, dal mercantile inglese Afonwen, dall’incrociatore tedesco Hertha, dalla corazzata francese Vertitè, dall’unità di guerra portoghese Vasco de Gama, dalle navi greche Sfacteria e Criti, e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Ha un significato non meramente rievocativo la mostra inaugurata ieri mattina a Palazzo Zanca (il taglio del nastro affidato al senatore Domenico Nania e alla “madrina” della manifestazione, la signora Daniela D’Urso), alla presenza, assieme al prefetto Francesco Alecci, al sindaco Giuseppe Buzzanca e al presidente del consiglio comunale Giuseppe Previti, delle delegazioni delle Marine Militari dell’Italia, degli Stati Uniti e della Russia. Lo hanno ribadito proprio gli ospiti stranieri, l’ammiraglio Fitzgerald (Usa), il capo delle delegazione russa Zinchenko, il contrammiraglio inglese Rix: Messina 1908 è stato un tragico, ma anche esaltante (l’aggettivo non suoni blasfemo) laboratorio in cui è stata sperimentata per la prima volta la solidarietà internazionale. E oggi quel laboratorio, nato dalle macerie della vecchia Messina, è una realtà viva, che apre il cuore alla speranza, pur nella drammaticità delle vicende internazionali e della crisi economica mondiale.
Ed è proprio il ruolo di Messina come crocevia fondamentale nel Mediterraneo e capitale della “Nazione solidale” che viene esaltato dal sindaco Buzzanca il quale, nel suo breve discorso, ha sottolineato l’importanza di lavorare per la nascita della nuova (micro)regione dello Stretto, con Messina e Reggio Calabria intese come “unicum”, due braccia dello stesso corpo, due occhi che guardano nella stessa direzione.
La mostra propone, tra l’androne, i corridoi e il salone delle bandiere del Municipio, una serie di modelli di navi, sommergibili, aerei, elicotteri, fedeli riproduzioni dei mezzi attualmente in servizio, come la nostra prestigiosa “Vespucci”, la nave scuola della Marina italiana, e poi la “Garibaldi”, la “Cavour”, la “Mimbelli”, i sommergibili “Scirè” e “Todaro”. La mostra sarà visitabile fino al 3 febbraio, tutti i giorni, dalle 8,30 alle 13 e dalle 15,30 alle 19,30.