Da metà mese nebbia, gelo, ghiaccio e galaverna interessano il Nord Ovest
A cura di Angelo Giovinazzo
Il freddo ed il gelo non danno tregua al Nord Ovest che continua a trovarsi sotto una cappa di strati nebbiosi che provocano gelo, ghiaccio e galaverna. Ecco la terza parte del Reportage fotografico dal Biellese.
Se è vero, com’è vero, che l’inverno in corso al Nord Ovest sta regalando giornate dal sapore antico, è altrettanto vero che questo inverno andrebbe davvero incorniciato. La persistenza di una serie di Alte Pressioni sul Nord Europa sta favorendo la discesa di fredde correnti Artiche fin sulla nostra Penisola. Correnti che ristagnano nei bassi strati del Nord Italia sottoforma di strati nebbiosi che da giorni e giorni mantengono le temperature costantemente sottozero su tutto il Piemonte. Il freddo e la nebbia stanno provocando disagi non indifferenti, basti pensare che nella giornata di Lunedì 25 il transito di una debole perturbazione ha aggiunto al gelo e alla galaverna anche il ghiaccio, la neve e talvolta pure il gelicidio (pioggerella nebulizzata che gela a contatto con le fredde superfici da giorni costantemente a temperature sottozero).
Il reportage fotografico inizia da Trivero, cittadina del Biellese collinare che dai 490 mt del fondovalle si spinge fin verso i 1100 mt di altitudine.
Dopo le spettacolari formazioni di galaverna dei giorni scorsi in pianura, il sollevamento degli strati nebbiosi ha provocato la formazione di fitte formazioni di galaverna anche in collina ed in montagna. Domenica 24 salendo verso la stazione sciistica Biellese di Bielmonte a circa 1500 mt, è stato possibile osservare l’ulteriore sollevamento degli strati nebbiosi fin verso i 1400 mt, con l’ulteriore formazione di nuovi strati di galaverna.
Prima del reportage fotografico va detto che la “galaverna” altro non è che un deposito di microscopici cristalli di ghiaccio che crescono ad ago sulle superfici fredde soprattutto della vegetazione. Questi cristalli hanno un equilibrio fragilissimo e basta un semplice alito di aria per farli cadere. Condizione essenziale dunque per la loro formazione ed accrescimento è un totale ristagno atmosferico.
La ragione per cui i depositi dei giorni scorsi, domenica erano completamente scomparsi non va ricercata in un innalzamento della temperatura, ma bensì in una leggera bava di vento da Est che ne ha rotto il delicato equilibrio.