Santa Lucia: non è il giorno più corto, ma in cielo pioggia di stelle

MeteoWeb

A cura di redazione Meteoweb

La tradizione popolare trae in inganno perche’ “non e’ il 13 dicembre, ricorrenza di Santa Lucia, il ’giorno piu’ corto che ci sia’ nell’anno”.

Una tradizione che si scontra con la scienza perche’ il minor numero di ore di luce si ha infatti “al solstizio d’inverno” che quest’anno cade “il 21 dicembre alle ore 23,38”. Eppure lunedi’ prossimo, come ogni ricorrenza di Santa Lucia, nel cielo avviene un fenomeno straordinario ma decisamente meno conosciuto. “Cadranno le stelle come nella notte di San Lorenzo il 10 agosto. Cadranno, in particolare, 100 meteore l’ora quest’anno ed e’ un evento astronomico che avviene il 13 dicembre”. A fare chiarezza con l’ADNKRONOS tra sacro e profano, tra tradizione popolare ed eventi astronomici e scientifici, e’ l’esperto dell’Unione Astrofili Italiani, Andrea Miccoli, vicepresidente dell’Associazione Pontina di Astronomia, specializzato in didattica astronomica. “Il fenomeno astronomico che si registra il giorno di Santa Lucia non e’ -spiega Miccoli- nel numero piu’ corto di ore di luce che corrisponde invece al solstizio d’inverno, che avviene tra il 20 ed il 22 dicembre. Il fenomeno astronomico collegato al 13 dicembre e’ invece l’avvento delle Geminidi, stelle cadenti legate ad un fenomeno tanto complesso quanto affascinante da vedere”.

“Si tratta -continua Miccoli- di una straordinaria pioggia di stelle cadenti che altro non sono che il risultato, la polvere, la sabbia spaziale, rimasta in orbita dal passaggio della cometa Phaeton”. “Questa cometa -prosegue l’esperto astrofilo- ha esaurito la sua acqua, si e’ spenta ed e’ senza coda, e’ dunque trasformata in un asteroide, e ha prodotto ’polvere di stelle’, le Geminidi”. “In concomitanza con il 13 dicembre, il nostro pianeta incrocia nella sua traiettoria questo ammasso di polvere di stelle. Dalla Terra -dice ancora Miccoli – l’incontro e’ tradotto nel fenomeno delle ’stelle cadenti’ simile a quello della notte di San Lorenzo. Ed e’ un fenomeno bellissimo da vedere in condizioni di assenza di inquinamento luminoso”. “La tradizione popolare, invece, -continua ancora Miccoli – associa al giorno di Santa Lucia il minor numero di ore di luce nell’anno, il ’giorno piu’ corto che ci sia’, ma non e’ piu’ cosi’ dal 1582, anno in cui papa Gregorio XIII introdusse il calendario moderno ed il solstizio fu spostato di fatto tra il 20 ed il 22 dicembre”.

“Quando papa Gregorio XIII introdusse il calendario moderno, si passo’ in un attimo dal giovedi’ 4 ottobre al venerdi’ 15 ottobre, che avrebbe invece dovuto essere 5 ottobre, facendo sparire, in quel lontano 1582, in uno schiocco di dita, ben 10 giorni per riorganizzare il calendario anche riguardo gli eventi astronomici. Questo spostamento di date ha fatto slitttare sul calendario il solstizio d’inverno”. “Ma -aggiunge Miccoli- la festa di Santa Lucia rimase il 13 dicembre, data della sua morte, portandosi dietro nei secoli anche il vecchio proverbio ’S. Lucia il giorno piu’ corto che ci sia’. Il legame con la luce e’ nel nome della Santa, Lucia significa luce, dal latino lux”. La festa di Santa Lucia che cadeva in prossimita’ del giorno del solstizio d’inverno non e’ quindi coincisa piu’ con questo fenomeno nei paesi che adottarono subito il nuovo calendario. Nei paesi nordici, che adottarono questo calendario circa duecento anni piu’ tardi, il solstizio cadeva, invece, sempre il 13 dicembre. Ma che cos’e’ un solstizio? “Solstizio in astronomia -spiega Miccoli- e’ il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, il punto di declinazione massima o minima. Il fenomeno avviene rispetto all’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre rispetto l’eclittica. Il valore di declinazione raggiunta coincide con l’angolo di inclinazione terrestre e varia con un periodo di 41.000 anni tra 22.1° e 24.5°. Adesso e’ di 23.5°”.

“Quando si verifica il solstizio -prosegue l’astrofilo Miccoli- il Sole raggiunge il valore massimo di declinazione positiva nel mese di giugno, in occasione del solstizio di estate boreale, mentre raggiunge il massimo valore di declinazione negativa in dicembre, in occasione del solstizio di inverno boreale, che corrisponde all’estate nell’emisfero australe”. “I solstizi e gli equinozi -avverte l’astrofilo Miccoli- non sono pero’ date sul caledario, sono punti fisici sull’orbita della Terra e il nostro pianeta non arriva a questo pit-stop sempre alla stessa ora. Cosi’, quando le variazioni si accumulano, si aggiunge un giorno. Ecco perche’ variano i giorni e le ore di un solstizio. La correzione c’e’ ogni 4 anni e ci danno l’opportunita’ di fare l’anno bisestile, come stabilito dalla riforma voluta da Giulio Cesare, nel 44 A.C.. Anno che, per la prima e unica volta, duro’ ben 444 giorni”. Infine l’astrofilo ricorda che “il giorno in cui il sole tramonta prima e’ l’8 dicembre, mentre il giorno in cui il sole sorge piu’ tardi e’ il 4 gennaio, proprio il giorno in cui la Terra e’ piu’ vicina al Sole nel punto chiamato Perielio”.

Condividi