Della solfatara di Pozzuoli abbiamo tracce storiche fin dai tempi degli antichi Romani: Strabone ne parla nell’opera “Strabonis geographica“, indicandola con il nome d “Forum Vulcani“, cioè “Dimora del Dio Vulcano“, ingresso per gli inferi. E, come il Vesuvio, tra ‘700 e ‘800 anche la Solfatara di Pozzuoli era una tappa forzata del ‘Grand Tour‘, il viaggio di istruzione riservato ai giovani delle nobili famiglie Europee.
Più scientificamente, invece, la Solfatara è solo uno dei 40 vulcani dei Campi Flegrei. Si trova ad appena 3 chilometri dalla Città di Pozzuoli e rappresenta oggi una valvola di sfogo del magma presente sotto i Campi Flegrei, grazie alla quale si riesce a mantenere una pressione costante dei gas sotterranei.
E’, in sostanza, un antico cratere vulcanico ancora attivo ma in quiescienza che da circa due millenni nonostante abbia ancora un’attività di fumarole d’anidride solforosa, getti di fango bollente e un’elevata temperatura del suolo.
Insomma, è come entrare nel cratere di un vulcano subito dopo una sua esplosione. Perchè questi sono i tempi della Natura.