Dopo due inverni da record, con nevicate eccezionali e temperature bassissime, anche la primavera 2011 è stata molto fresca e quest’estate è iniziata in modo anomalo.
In Irlanda, ad esempio, il mese di giugno conclusosi pochi giorni fa è stato il più freddo dal 1972 su praticamente tutto il territorio Nazionale. Le minime più basse hanno addirittura sfiorato lo zero termico in pianura, nella freddissima giornata di ormai quasi un mese fa, il 10 giugno.
Inoltre è stato anche un mese molto piovoso, il più piovoso degli ultimi 15 anni e uno dei più piovosi da mezzo secolo a questa parte.
Alcuni scienziati credono che tutta l’Europa nord/occidentale, quella che beneficia del flusso caldo/umido della Corrente del Golfo, possa andare incontro a una piccola era glaciale: secondo uno studio di Mike Lockwood, professore di fisica dell’ambiente spaziale all’Università di Reading, le temperature medie della Gran Bretagna potrebbero diminuire di 2°C nell’arco di un decennio. Lo studio si basa sull’analisi dell’attività delle macchie solari: piccole aree di attività magnetica che interrompono il normale flusso di gas caldo emesso dal sole.
Il professor Lockwood ha scoperto che un calo di macchie solari potrebbe bloccare i venti che oggi rendono mite il clima di alcune zone dell’Europa: si tratta dei tiepidi venti oceanici provenienti dal Golfo del Messico.
Il team del professor Lockwood, per giungere a queste conclusioni, ha esaminato l’attività del sole negli ultimi 9.300 anni utilizzando i dati del Met Office.
Le sue scoperte, pubblicate dall’Istituto di Fisica, lasciano intuire che nei prossimi 50 anni è possibile che il sole abbia condizioni simili a quelle avute tra il 1645 e il 1715, quando il Tamigi a Londra e il mar Baltico in Scandinavia, regolarmente diventavano di ghiaccio ogni anno nei mesi invernali: in quegli anni, la famosa “Piccola Era Glaciale“, infatti fu probabilmente determinata dal “minimo di Maunder” dell’attività solare.
I risultati di questo studio sono stati presentati all’American Astronomical Society: si fa sempre più strada, nella comunità scientifica, l’ipotesi che il global warming sia ormai alle spalle e che, dopo l’andamento stazionario delle temperature globali negli ultimi 13 anni, in futuro ci possa essere un raffreddamento.
Dopotutto non passa stagione che non ci troviamo qui a dover commentare di eccezionali ondate di freddo: in questi giorni, ad esempio, ne è in atto una notevole in sud America, tra Brasile e Argentina, di cui abbiamo già parlato qui e qui. Abbiamo anche già parlato dell’eccezionale freddo e neve sulle Montagne Rocciose, negli Usa occidentali.
Ma anche l’Australia sta vivendo un periodo molto molto freddo: il mese di giugno, nell’85% delle stazioni meteo del Paese, è stato il più freddo dell’ultimo secolo. E l’Australia è vastissima. Nell’area di Darwin le temperature si sono mantenute, mensilmente, quasi 8 gradi al di sotto delle medie di giugno.
E su questo c’è poco da commentare: si tratta di numeri e dati, non previsioni.
Su quelle, invece, è bene andarci cauti: si susseguono studi e ricerche spesso contrastanti, c’è chi prova a dire come sarà il tempo tra 10 o 20 anni, ma noi abbiamo sempre precisato che addirittura le previsioni stagionali, quelle da qui alla fine dell’estate, non hanno alcun tipo di validità scientifica. Figuriamoci sui prossimi anni: così come non abbiamo mai dato credito ai catastrofismi sull’avanzata del deserto, il caldo torrido e l’innalzamento del livello dei mari, allo stesso modo non pensiamo sia giusto fasciarsi la testa su possibili avanzate stratosferiche dei ghiacci e nevicate frequenti.
Preferiamo “vivere alla giornata”, come si suol dire: non come “forma-mentis” di vita, quanto come approccio scientifico a una scienza, la meteorologia, che è già inesatta di per sè. Figuriamoci poi se la si strumentalizza azzardando tendenze impossibili con scenari assolutamente improbabili.
Le previsioni del tempo hanno una certa validità entro i 5-7 giorni di termine, e una linea di tendenza solida si può proiettare ai 10-12 giorni.
Oltre questo lasso di tempo, solo una sfera magica potrebbe aiutarci ad avere le idee più chiare.
La nostra Redazione è stata di recente sul Vesuvio: avrebbe voluto incontrare Amelia, la “maga che ammalia“, anche per avere una “soffiata” sull’evoluzione meteorologica dei prossimi mesi.
Ma sulle dorsali del vulcano Campano non abbiamo trovato nessuno.