Un’eruzione vulcanica è la fuoriuscita di magma (liquido con gas disciolti e in bolle, e cristalli) sulla superficie terrestre. L’eruzione può avvenire con differenti fenomenologìe che variano da tranquille effusioni a violente esplosioni. I principali parametri che condizionano l’attività eruttiva sono la viscosità e il contenuto in gas del magma. La viscosità dipende principalmente dalla composizione chimica e dalla temperatura del magma. Magmi fluidi e/o con basso contenuto in gas alimentano prevalentemente eruzioni effusive che producono le colate di lava caratterizzate da velocità di scorrimento molto variabile, da decine di Km/ora a pochi metri al giorno, a seconda della viscosità della lava, della pendenza del terreno e del tasso di alimentazione. Magmi viscosi e con elevato contenuto in gas possono dar luogo a eruzioni esplosive: nel corso della risalita il magma diventa sempre più ricco in bolle di gas fino a frammentarsi, producendo getti gassosi che trasportano frammenti di magma incandescente, che, raffreddandosi, solidificano e producono ceneri, scorie e pomici. In alcuni casi il magma che sale nel condotto interagisce con l’acqua presente negli acquiferi superficiali e profondi, aumentando l’esplosività dell’eruzione, che viene detta freatomagmatica. Alle eruzioni sono inoltre associati altri fenomeni distruttivi come, per esempio, le frane dei versanti, le colate di fango e i maremoti. Più elevata è l’energia di un’eruzione esplosiva, maggiore è la quantità di frammenti fini nei suoi prodotti, che ricadono anche su aree più estese.
Classificazione delle eruzioni vulcaniche: le eruzioni Hawaiiane
Le eruzioni hawaiiane, così denominate dalle isole hawaii, producono colate di lava estremamente fluide, che possono raggiungere grandi distanze, e fontane di lava. Queste ultime lanciano brandelli di magma fino ad alcune centinaia di metri di altezza che cadendo al suolo ancora fusi, possono saldarsi e perfino fluire.
Eruzioni stromboliane
Le eruzioni stromboliane così denominate dal vulcano Stromboli, sono caratterizzate da esplosioni di bassa energia che si susseguono ad intervalli variabili da secondi a ore. Brandelli di magma, lanciati fino ad alcune centinaia di metri di altezza, si accumulano al suolo, attorno alla bocca eruttiva, e formano un piccolo cono.
Eruzioni pliniane
Le eruzioni pliniane, da Plinio il Giovane che descrisse l’eruzione vesuviana del 79 d.C., sono caratterizzate da esplosioni che producono colonne di gas e particelle di magma che si innalzano per decine di Km. Dalla nube, dispersa dai venti d’alta quota, cadono ceneri su migliaia di chilometri quadrati. Le zone più vicine al vulcano sono devastate dallo scorrimento dei flussi piroclastici generati dal collasso della colonna eruttiva.
Eruzioni subpliniane e ultrapliniane
Le eruzioni subpliniane sono caratterizzate dalle stesse fenomenologìe delle eruzioni pliniane ma di energia minore, mentre quelle ultrapliniane sono eruzioni ad energia maggiore di quella delle eruzioni pliniane e con analoghe fenomenologìe.
Eruzioni freatomagmatiche
Le eruzioni freatomagmatiche sono prodotte dal contatto del magma con acqua. Esse generano una colonna eruttiva che si innalza per alcuni km e dalla cui base si espande ad alta velocità una nube di vapore, gas e particelle a forma di anello, simile al base surge delle esplosioni nucleari. I depositi di queste eruzioni sono finemente stratificati e costituiti prevalentemente da particelle fini.
Tratto da: “guida al museo dell’Osservatorio vesuviano”, Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologìa – sezione di Napoli.