L'”ITCZ” avanza verso nord lungo il fronte africano; quali conseguenze sull’estate italiana ?

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L'andamento dell'ITCZ nell'ultima decade di Giugno lungo il fronte africano

Durante l’ultima decade del mese di Giugno l’ITCZ (Intertropical Convergence Zone), lungo il fronte dell’Africa occidentale, ha continuato ad avanzare verso nord, guadagnando ulteriore terreno in direzione delle latitudini tropicali dell’Africa settentrionale.

La graduale avanzata verso nord del “fronte intertropicale” è da imputare all’insorgenza di una moderata ventilazione dai quadranti meridionali, legata all’influsso del “Monsone di Guinea”, che ha trasportato masse d’aria piuttosto umide fino al cuore della regione saheliana.Il temporaneo rafforzamento dell’umido flusso del “Monsone di Guinea”, che fino ad ora si è mostrato piuttosto blando lungo le coste dell’Africa occidentale (dal Congo fino alla Guinea), è stato incentivato dallo sviluppo di una profonda depressione termica, minimo poco sopra i 1000 hpa, che si è formata sopra il Sahel occidentale, tra il sud del Niger, il Mali e il Burkina Faso.Tale bassa pressione di natura termica ha aspirato verso nord l’aria umida e instabile preesistente davanti le coste degli stati che si affacciano sul golfo di Guinea, spingendola ulteriormente verso nord, sui “roventi” territori dell’Africa sub-sahariana, dove i primi impulsi umidi da Sud-Sud/Ovest hanno fatto scoppiare “terrificanti” nuclei temporaleschi, responsabili di vere e proprie tempeste elettriche che da giorni affligono il sud del Ciad e del Niger, assieme al Burkina Faso, nord della Nigeria e Mali meridionale.

Forti temporali in azione fra Niger occidentale e Mali

Secondo l’ultimo bollettino del NOAA dal 21 al 30 di Giugno 2011 l’ITCZ, grazie all’inserimento dei sostenuti venti meridionali fino alla fascia semi-desertica del Sahel, ha mostrato un deciso avanzamento verso nord lungo tutto il fronte dell’Africa occidentale, ossia quello compreso dal Niger fino al Mali e alla Mauritania.

La media dell’ITCZ, sempre secondo i dati elaborati dal NOAA, si è attestata attorno i 17.3° di latitudine nord, una posizione di circa mezzo grado più alta rispetto alla tradizionale media climatologica per il periodo.
Il massimo avanzamento verso nord si è verificato proprio in prossimità del Niger occidentale e del Mali centrale, li dove abbiamo avuto una più alta concentrazione dell’attività temporalesca in questi ultimi giorni.
Lungo il fronte dell’Africa orientale invece l’avanzamento verso nord dell’ITCZ è stato lievemente arrestato dalla persistente ventilazione dai quadranti settentrionali che tuttora domina incontrastata sopra le aride regioni desertiche del Ciad e Sudan settentrionale, compresa l’area del mar Rosso, dove regna il grande caldo torrido.
In quest’area, a differenza dello scorso anno quando l’ITCZ mostrò tassi di avanzamento verso nord a livelli da record (ciò coincise con l’infernale ed epocale ondata di calore che flagello la Russia per oltre un mese), la persistente ventilazione calda e molto secca da N-NE, messa in moto dai promontori anticiclonici che si instaurano fra il bacino mediterraneo, Grecia e Turchia, continuerà a mantenere il fronte intertropicale su posizioni medie se non addirittura leggermente inferiori rispetto a quelli che sono gli standard della media climatologica per il mese corrente.Tornando al fronte occidentale, il suo progressivo avanzamento verso nord di questi ultimi giorni produrrà degli effetti diretti sul futuro andamento meteo/climatico sulla vasta area del nord-africa.
L’afflusso di aria umida dal golfo di Guinea fino alle regioni della fascia sub-sahariana determinerà una netta intensificazione dell’attività temporalesca, in particolare fra Mali, Niger, Burkina Faso, nord della Nigeria e sud del Ciad, con la formazione di quei vasti sistemi convettivi multicellulari che apporteranno forti rovesci di pioggia con fulminazioni a fondo scala e colpi di vento.
Al contempo, il rafforzamento dell’attività convettiva lungo il Sahel dovrebbe incentivare la costruzione di robusti promontori anticiclonici sub-tropicali sul Sahara (anticiclone sahariano) per la notevole “Subsidenza atmosferica” (intense correnti discendenti) che si verrà a creare tra il nord dell’Algeria, il deserto libico e l’Egitto.
Ma quali conseguenze bisogna attendersi sul proseguo dell’estate mediterranea ?
Il progressivo movimento verso nord del “fronte intertropicale” determinerà importanti ripercussioni bariche anche sul “mare Nostrum”.
Intanto possiamo dire che già nei prossimi giorni, con il rinvigorirsi dell’attività convettiva sul Sahel e Africa centrale, i modelli prospettano una intensificazione della cellula anticiclonica algerina, ben alimentata al suo interno dalle masse d’aria calde e secca che stazionano sopra il Sahara algerino.
Dapprima timidamente, poi con maggiore decisione durante il weekend, il promontorio anticiclonico algerino, accompagnato da geopotenziali elevati in quota, spingerà i propri elementi più settentrionali in direzione del Mediterraneo centrale e dell’Italia aprendo una nuova fase di stabilità e caldo in ulteriore intensificazione.
Le regioni meridionali e le isole maggiori saranno le aree maggiormente interessate da questa “sortita” africana che apporterà la prima vera onda mobile di calore dell’estate 2011, senza grandi eccessi.
In alcune aree del sud tra domenica e lunedi i termometri potrebbero schizzare sopra i +37° +38° visto l’afflusso in quota di aria molto calda e secca dall’entroterra desertico algerino.
La rimonta dell'anticiclone sub-tropicale algerino prevista per il weekend
Ma prima di continuare l’accurata analisi bisogna pur sottolineare che non sempre il posizionamento avanzato dell’ITCZ, su valori molto più a nord delle medie climatologiche, puà favorire il dislocamento della cintura anticiclonica sub-tropicale sahariana verso il bacino centro-occidentale del mar Mediterraneo.
Infatti vi sono delle annate in cui l’alta pressione algerina è stata pressoche latitante sul nostro paese a fronte di una posizione decisamente avanzata dell’ITCZ lungo il fronte dell’Africa occidentale.
Ciò capita di frequenti nelle estati dominate da un impetuoso flusso perturbato atlantico che investe col suo carico di fronti e perturbazioni buona parte dell’Europa centro-settentrionale, con periodici sconfinamenti di impulsi umidi e instabili fino alla Francia e alle nostre regioni settentrionali.
Questo è l’esempio dell’estate 2011 che sta mostrando tuttora (siamo già in Luglio) caratteri di accesa dinamicità su gran parte del vecchio continente, colpito da numerosi fronti e aree cicloniche di matrice atlantica che apportano frequenti piogge e rovesci tra Regno Unito, Scandinavia e MittelEuropa.
L’insistenza delle umide correnti atlantiche e di un impetuoso Jet Stream lungo le medie latitudini europee potrebbe abbassare di latitudine il baricentro delle robuste cellule anticicloniche africane, queste ultime influenzeranno maggiormente il tempo sulle coste del basso Mediterraneo e nelle regioni meridionali, isole incluse, garantendo una sostanziale stabilità con clima caldo (senza tanti eccessi) e prevalentemente soleggiato.
Il nord invece durante il proseguo di questa stagione estiva risentirà di più frequenti passaggi perturbati temporaleschi, a tratti davvero molto intensi, alternati a periodi di stabilità, più o meno lunghi.
Inoltre, mantenendo il proprio baricentro sui territori di origini dell’Africa sahariana (deserto libico e algerino), gli anticicloni africani che si allungheranno verso il Mediterraneo difficilmente riusciranno a dare vita a onde mobili di calore particolarmente intense, come quelle sperimentate durante le tremende estati del 2003 e del 2007.
Il cuore della calura, con le isoterme di +28° +30° a 850 hpa, infatti resterà confinato sui deserti, tra Algeria meridionale, Libia ed Egitto.
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