L’attività vulcanica nell’area vesuviana è iniziata circa 400.000 anni fa e ha formato nel tempo il complesso vulcanico del Somma-Vesuvio, costituito da due edifici: il Monte Somma e il più recente Vesuvio. Il Somma crebbe per accumulo di colate laviche e di depositi di eruzioni esplosive di bassa energia. La parte sommitale dell’edificio, che potrebbe aver raggiunto un’altezza di circa 2000 metri, sprofondò dopo una violenta eruzione esplosiva di tipo Pliniano, detta delle Pomici di Base, circa 18000 anni fa. In seguito a questo evento si formò una caldera sommitale, la cui forma fu modificata ripetutamente durante le eruzioni Pliniane successive. Nella caldera del Monte Somma è poi cresciuto il Vesuvio. Prima del 79 d.C., l’attività del Somma-Vesuvio è stata caratterizzata da tre eruzioni di grande energia (pliniane), precedute da periodi di riposo di varie centinaia di anni (da 700 a più di 1000) e da eruzioni esplosive di energia inferiore, precedute da periodi di riposo fino a qualche secolo di durata. Dopo il 79 d.C., il Vesuvio ha visto il succedersi di fasi con frequenti eruzioni (esplosive, effusive e miste) e fasi di riposo anche molto lunghe, interrotte poi da violente eruzioni esplosive come quella subpliniana dell’anno 472. L’ultima eruzione subpliniana, avvenuta nel 1631, è stata preceduta da un periodo di riposo durato quasi cinque secoli. Dopo il 1631 e fino al 1944, il Vesuvio è stato caratterizzato da frequenti eruzioni di non grande energia, ma spesso di notevole effetto spettacolare. L’ultima eruzione è avvenuta nel Marzo 1944; da allora il vulcano è entrato in una fase di quiescenza. La storia del Vesuvio, ricostruita combinando le informazioni dedotte da cronache e documenti storici con il risultato dello studio dei prodotti delle varie eruzioni, mostra che il vulcano è stato caratterizzato dall’alternanza tra periodi di intensa attività, in cui il condotto è aperto, e lunghi periodi a condotto ostruito. Durante i periodi di riposo il serbatoio magmatico viene alimentato dal profondo, cambia la composizione chimica del magma e aumenta il potenziale esplosivo. Il periodo di riposo è interrotto da un’eruzione esplosiva, tanto più violenta quanto più lungo è stato il riposo. Questa eruzione lascia a volte il condotto aperto, dando inizio ad un periodo di attività con frequenti eruzioni di debole energìa. L’ultima fase di attività è durata tre secoli e si è conclusa con l’eruzione del 1944, che ha segnato l’inizio di un periodo di riposo, la cui durata è impossibile da prevedere. Durante questo periodo il vulcano ha dato solo modesti segni di vita quali attività fumarolica, prevalentemente all’interno del cratere, e terremoti di bassa energìa. La sua storia eruttiva indica che il vulcano non può essere considerato estinto e che, in caso di risveglio, è ipotizzabile un’eruzione di tipo esplosivo.
Tratto da: guida al museo dell’Osservatorio Vesuviano, istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – sezione di Napoli