Sono tante le scosse sismiche che si stanno susseguendo in Italia negli ultimi mesi: quest’anno sono state moltissime e non solo in Piemonte, dove oggi s’è verificato l’ultimo, di magnitudo 4,3 richter.
Il primo terremoto di media entità, che possiamo considerare degno di nota e comunque di magnitudo superiore al 4° grado della scala richter, è stato quello che il 6 maggio ha interessato l’area Etnea, nel Catanese: magnitudo 4,0 richter. Pochi giorni dopo, il 19 maggio, un terremoto di magnitudo 4,7 richter ha interessato il basso Tirreno, tra Sicilia e Calabria, con un ipocentro profondissimo di quasi 300km.
Poi il 24 giugno un terremoto di magnitudo 4,1 richter ha colpito i Nebrodi, nel Messinese Tirrenico, nell’ambito di uno sciame sismico che continua da mesi. Il 7 luglio un terremoto di magnitudo 4,7 richter ha colpito le acque a largo della Corsica, ed è stato avvertito fin in Liguria e in Sardegna.
Il 12 luglio, poi, una scossa di magnitudo 4,0 richter ha interessato il Montefeltro, nell’Appennino forlivese. Il 17 luglio un sisma di magnitudo 4,7 richter ha colpito la pianura Padana, con epicentro in provincia di Rovigo.
E così arriviamo alla scossa odierna in Piemonte, e capiamo bene che i terremoti di media entità di questo 2011 sono concentrati soprattutto negli ultimi 20 giorni.
In Piemonte sono stati 5, dall’inizio di quest’anno, gli eventi sismici avvertiti dalla popolazione: la prima scossa è stata avvertita il 22 febbraio in provincia di Cuneo. Si è trattato di un evento sismico lieve di magnitudo 2,9 richter, senza danni a cose o persone, con epicentro nelle località di Vinadio, Demonte e Entracque.
Un’altra scossa di magnitudo 2,3 richter si era verificata l’11 aprile in provincia di Torino, e le località vicine all’epicentro erano state Condove, Caprie, Sant’Antonino di Susa e Sant’Ambrogio di Torino.
E ancora, il 19 aprile un’altra scossa, di magnitudo 2,7 richter, era stata avvertita dalla popolazione nella provincia di Cuneo, con epicentro nelle località di Valdieri, Moiola e Gaiola.
A distanza di dieci giorni, il 29 aprile, un’altra lieve scossa, di magnitudo 2,2 richter, sempre in provincia di Cuneo, era stata avvertita tra i comuni di Monteroso, Grana, Demonte e Pradleves.
Quella di oggi è la scossa di terremoto più forte avvertita negli ultimi anni nella Regione: l’11 agosto 2010 la terra aveva tremato nella provincia di Torino a causa di una scossa di magnitudo 3,0 richter, con epicentro nelle località Quincinetto, Settimo Vittone e Tovagnasco.
Il 29 settembre dell’anno scorso un altro evento sismico, di magnitudo 2,7 richter, era stato avvertito dalla popolazione in provincia di Cuneo, con località prossime all’epicentropicentro tra San Damiano Macra, Paschero Ponte e Macra.
Il 26 ottobre del 2010, erano state due le scosse avvertite in provincia di Cuneo, di magnitudo 2,6 richter e 2,5 richter. Tutte deboli scosse che non avevano provocato alcun tipo di danno. Altri terremoti, di magnitudo inferiore al 2° grado della scala richter, hanno colpito il territorio Piemontese, ma si è trattato di sismi “strumentali”, cioè non avvertiti dalla popolazione.
Se allarghiamo questa panoramica all’intero territorio Italiano, scopriamo che negli ultimi 5 anni sono state ben 52 mila le scosse sismiche che si sono verificate nel nostro Paese.
Grazie alla rete di rilevamento dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia, tutto il territorio nazionale è monitorato e riesce a rilevare scosse anche minime che la popolazione non riesce ad avvertire.
L’Italia, infatti, è “sorvegliata speciale” perchè la pericolosità sismica del Paese è ben nota e le Regioni a maggiore rischio sono Umbria, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia orientale e Friuli Venezia Giulia.
Oltre un terzo del territorio italiano è caratterizzato da un’attività sismica classificabile come medio-alta. L’Istat ha calcolato che l’8,9% dei comuni ha un livello di sismicità alta e il 43,1% un livello di sismicità minima. Considerando l’Italia nel suo complesso, 725 i comuni in zona ad alta sismicità, 2.334 comuni in zona di media sismicità, 1.544 in zona a bassa sismicità e 3.448 comuni in zona a minima sismicità.
In totale 24 i milioni di italiani esposti ad alta (tre milioni) e media sismicità (21 mln). La sismicità più elevata si concentra nella parte centro-meridionale della penisola – lungo la dorsale appenninica (Val di Magra, Mugello, Val Tiberina, Val Nerina, Aquilano, Fucino, Valle del Liri, Beneventano, Irpinia) – in Calabria e Sicilia, ed in alcune aree settentrionali, tra le quali il Friuli, parte del Veneto e la Liguria occidentale.
Quattro sono le aree sismiche considerate sorvegliati speciali: Frusinate, Monti Reatini, Aquilano e Mugello.
In 2500 anni, l’Italia è stata interessata da più di 30.000 terremoti di media e forte intensità superiore al IV-V grado della scala Mercalli) e da circa 560 eventi sismici di intensità uguale o superiore all’VIII grado della scala Mercalli (in media uno ogni 4 anni e mezzo). Solo nel ventesimo secolo, ben 7 terremoti hanno avuto una magnitudo uguale o superiore a 6,5 (con effetti classificabili tra il decimo e nono grado Mercalli).
Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), ha spiegato che “ogni anno in Italia avvengono almeno 8.000 terremoti, soltanto il 5% circa dei quali abbastanza intensi da essere avvertiti dalla popolazione. Di terremoti nel Mediterraneo ce ne sono molti, ma non vanno mai oltre magnitudo 7, mentre in altre zone sismiche del pianeta, come il Giappone e Sumatra, si registrano scosse di magnitudo 9. Inoltre l’Italia è una zona fortemente popolata, dove anche le scosse più lievi vengono risentite da una vasta parte della popolazione“. Boschi ha anche spiegato che non c’è alcuna correlazione tra il terremoto di 9 giorni fa in pianura Padana quello odierno sulle Alpi Cozie. In generale, i terremoti che colpiscono l’Italia sono generati dalla placca africana che spinge verso Nord, contro la placca Eurasiatica. ”Questo fa sì che tutta l’Italia sia permanentemente sottoposta ad una grande tensione”, ha spiegato l’esperto.