L’epicentro del sisma, che si è verificato alle 14:31,è stato tra i comuni di Giaveno, Pinerolo, Cantalupa e Cumiana, sulle Alpi Cozie, nella zona orientale della provincia di Torino. La scossa ha interessato da vicino la Valle Chisone e la Valle del Sangone, la Conca di Cumiana e di Cantalupa.
Il terremoto è stato abbastanza profondo (25,1km), altrimenti sarebbe stato ancor più forte. Subito dopo la scossa, la Protezione Civile Regionale del Piemonte ha aperto la sala operativa contattando tutti i Comuni interessati per verificare la situazione utilizzando il sistema di telecomunicazione dedicato che permette un monitoraggio in tempo reale.
L’area interessata dalla scossa ha una sismicità “medio/bassa” e l’ultimo episodio sismico nella zona risale al 5 gennaio 1980, quando ci fu una scossa di magnitudo 5,1 richter. Anche in quel caso non ci furono danni significativi, ma solo caduta di cornicioni già lesionati e la rottura di qualche tetto con tegole.
”L’evento di oggi – ha spiegato la Protezione Civile – dimostra l’esattezza della classificazione sismica avvenuta nella metà degli anni Ottanta, in base alla quale la zona interessata dal terremoto, unitamente ad altri Comuni del Pinerolese, risulta caratterizzata dalla maggiore sismicità della regione“. L’area di Cuneese e Alpi Cozie, infatti, è la più sismica del Piemonte.
L’assessore Piemontese all’Ambiente, Roberto Ravello, ha spiegato che “dalle verifiche effettuate dalle strutture competenti, non risultano feriti ed è ormai certo che la scossa odierna ha provocato solo danni di lieve entità. Il sistema di Protezione Civile ha risposto prontamente per monitorare la situazione”.
Il terremoto in Piemonte ha provocato tanta paura in una popolazione che non è abituata a condividere con i terremoti: la scossa è stata avvertita fin in Liguria e in Valle d’Aosta, e ha mandato in tilt il sistema di comunicazioni telefoniche. I centralini di Vigili del Fuoco, Polizia e Carabinieri sono stati presi d’assalto mentre il Sindaco di Torino (il capoluogo si è trovato vicino all’epicentro) Fassino e il Governatore della Regione Cota hanno provato a tranquillizzare tutti spiegando che la situazione era sotto controllo. In effetti non ci sono stati danni seri, anche se non sono mancati i disagi: i tecnici di Rete Ferroviaria Italiana, infatti, hanno dovuto controllare tutte le linee della Val di Susa e del Pinerolese. La Torino-Modane e la Torino-Torre Pellice sono state chiuse in via precauzionale per più 5 ore, prima che la circolazione tornasse normale.
I problemi maggiori sono stati sulla Sacra di San Michele, monumento simbolo di tutto il Piemonte: la scossa ha fatto rotolare giù a valle alcuni massi che hanno sfiorato un edificio utilizzato per il convogliamento dell’acqua potabile. Il Comune di Chiusa di San Michele ha vietato l’accesso ai sentieri intorno alla montagna, anche qui a scopo precauzionale.
Gli esperti, dopotutto, sono tutti d’accordo: anche l’Ingv ha spiegato che “il Piemonte è caratterizzato da una moderata sismicità con frequenti microterremoti, dovuta a un processo di estensione crostale localmente perpendicolare alla catena alpina“. I terremoti più rilevanti della storia sismica della regione sono quelli del 2 aprile 1808, localizzato poco a sud dell’evento odierno, a cui il catalogo CPTI04 attribuisce una magnitudo equivalente di 5.7 richter. In quell’occasione i comuni più vicini all’epicentro subirono danni dell’VIII grado della scala Mercalli. La scossa odierna, quindi, conferma questo tipo di sismicità “moderata”.
Sono state poche le scosse di assestamento, su cui aveva posto l’attenzione Enzo Boschi: una di magnitudo 1,5 alle 14:44 e un’altra 2,1 richter alle 15:29.