Anche quest’anno, come sempre, l’estate si appresta a vivere la sua fase clou nella metà di agosto, a un passo dal giorno di Ferragosto, “clou” assoluto delle vacanze estive, con una settimana in cui, mercoledì 10, avremo la giornata di San Lorenzo. Che, significa, la nottata delle stelle cadenti: un appuntamento puntuale, che si rinnova di anno in anno nel segno di una tradizione che ha molto di scientifico, in quanto è legata al movimento del nostro pianeta.
E tutti potranno ammirare il cielo, guardando la volta celeste con la testa all’insù a caccia di “bolidi” su cui poter riversare tutti i propri sogni e i propri desideri. Certo, essere in centro città oppure in alta montagna non è proprio la stessa cosa: per osservare bene lo spettacolo delle stelle, è consigliabile recarsi in aree lontane dall’inquinamento luminoso tipico dei centri abitati.
A meno che non ci saranno località che – come Cervia – decideranno di spegnere le luci per poter consentire di guardare indisturbati verso il cielo. Nel noto centro Romagnolo, infatti, ogni anno ci si tuffa nel mare adriatico per farsi passare ”i set dolur”. Da tempo si tramanda infatti, la tradizione di quest’acqua miracolosa in grado di far passare dolori e regalare a tutti un po’ di fortuna proprio nella notte di San Lorenzo. La storia nasce, quando, tempi addietro, la città era in preda alla febbre malarica e San Lorenzo, nell’anniversario della sua morte, apparve in sogno ad una ragazza malata. Il santo, indicandole l’acqua miracolosa, la accompagnò nella via della guarigione lasciando così a tutti un segnale di speranza e buon auspicio. Tutt’oggi, romagnoli e turisti, si bagnano sette volte in mare garantendosi, almeno per altri 365 giorni, fortuna e prosperità. Una leggenda legata solo in parte con quella delle stelle cadenti, ma sicuramente concatenata con essa.
A proposito di leggende … ‘L’acqua fa male e il vino fa cantare‘ recita un detto nostrano, e chi il 10 agosto vorrà rimanere fedele allo storico proverbio, tralascerà le spiagge del nostro Paese per addentrarsi nei centri storici e nelle piazze di oltre duecento comuni Italiani. E’ diventato infatti, ormai consueto, l’appuntamento ‘Calici sotto le stelle‘ organizzato da tutte le cittadine che aderiscono all’associazione nazionale città del Vino. Gli enoturisti appassionati del buon bere, potranno degustare i migliori vini delle cantine associate abbinati ai prodotti tipici di qualità, espressione del patrimonio locale di ogni regione che ospiterà l’evento. Quest’anno, poi i festeggiamenti saranno all’insegna dell’unita’ d’Italia, in onore dei suoi 150 anni, e i calici di tutto lo stivale, si uniranno virtualmente per il tricolore.
Ma le ‘stelle cadenti’ sono soprattutto spettacoli della natura, e chi non vuole rinunciare alla totalita’ delle sue bellezze, probabilmente sceglierà di immergersi nel romanticismo selvaggio di una tenda o un sacco a pelo.Uno dei migliori punti visivi si trova a Campo Imperatore sul Gran Sasso, a circa 2mila metri di altitudine, in provincia di L’Aquila.
Ma da tutte le montagne Italiane, siano Alpi o Appennini, siano nord, centro o sud, si potrà ammirare uno spettacolo così bello: sono in tantissimi gli appassionati e gli osservatori che si stanno organizzando con la loro attrezzatura fotografica per raggiungere le cime più alte del Paese, come quelli che stanno organizzando il ritrovo presso il parco della Cipressaia, in Toscana, dove un gruppo di astrofili dell’universita’ senese, iillustrerà oltre al fenomeno delle stelle cadenti, i misteri della luna e di saturno.
Chi invece non vuole comunque rinunciare al classico bagno in mare, il rifugio dello Zingaro, in Sicilia, sembra essere la meta ideale. 1650 ettari, una fascia litoranea di circa 7 Km, formata da una costa rocciosa di calcari del mesozoico, intercalata da numerose calette dove il mare, appunto, fa da sfondo e completamento alle bellezze paesaggistiche del territorio. Qui, il problema dell’inquinamento luminoso, sicuramente non ci sarà. E, lungo le coste, è una rarità.
Attenzione, però, perchè nonostante la ricorrenza di San Lorenzo, il “clou” delle stelle cadenti quest’anno non sarà proprio il 10, come ha spiegato in un’intervista all’Adnkronos Elena Lazzaretto, astronoma dell’Inaf, l’Istituto nazionale di atrofisica, dicendo che “si pensa che la notte delle stelle cadenti sia il 10 agosto perche’ e’ la notte del mito di S. Lorenzo, però, astronomicamente parlando, i giorni migliori per vedere lo spettacolo sono il 12 e il 13. Quelle che nella tradizione popolare vengono definite ‘lacrime’ o ‘stelle cadenti’ altro non sono infatti che piccoli frammenti residui di una cometa“. La Swift Tuttle, questo il nome della cometa scoperta nel 1862, percorrendo la propria orbita, lascia nel corso del suo tragitto dei detriti. “La terra in questi giorni entra in una sorta di grande regione, dove ci sono appunto questi frammenti: è come se passassimo dentro una nuvola fatta dei residui lasciati li’ dalla cometa” ha aggiunto la Lazzaretto. Ed e’ per questo che nel periodo di agosto, possiamo vedere le stelle cadenti ad occhio nudo. “Quest’anno purtroppo – sottolinea l’esperta – siamo sfortunati. La luna piena del 13 ci disturbera’ parecchio. La luce ci impedira’ di osservare bene il fenomeno, ma non bisogna scoraggiarsi: si puo’ cominciare a guardare il cielo dal 7 agosto e continuare verso meta’ mese“. In realta’, come spiega l’astronoma, non c’e’ un vero e proprio momento preciso per la notte delle stelle cadenti: “sono solo state identificate delle date dove la visibilita’ e’ maggiore, ma il fenomeno si puo’ osservare per buona parte del mese di agosto“. “Se guardiamo in alto poi, ci sembrera’ che le meteore provengano proprio da nord ovest. Bisogna guardare verso la costellazione di Perseo – sottolinea – quel punto del cielo, da cui sembrano irradiare come se ci venissero incontro. In realta’ e’ l’intera regione ad essere cosparsa da frammenti, per questo il fenomeno riguarda tutto il cielo. Nel mondo antico – aggiunge l’esperta dell’Inaf – si pensava che fossero stelle di dimensioni maggiori rispetto a quello che sono in realta’. Le avvisaglie celesti inoltre, venivano lette come messaggi del cielo, dei presagi negativi“.
Il fatto di vedere le ‘stelle cadenti’, oggi invece e’ segno di buon auspicio. La stessa astronoma, infatti, ne sottolinea l’eccezionalita’ e la rarita’: “Il fenomeno e’ cosi’ veloce che non tutti riescono a vederlo, bisogna considerarsi fortunati quando ci si riesce“. “Ogni volta che succede qualcosa di particolare in cielo – aggiunge – e’ sempre un’emozione, va a prendere una parte ancestrale, antropologicamente legata al fascino per il cielo, di cui comunque, nonostante la tecnologia, non ce ne siamo liberati”. ”E’ bello – conclude – emozionarsi di fronte ai fenomeni della natura, un’esperienza che consiglio a tutti: scienziati o meno, uscite fuori a guardare le stelle“.