Fukushima: dal disastro nucleare radiazioni come 168 bombe di Hiroshima

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Il governo Giapponese ha stimato che la quantità di cesio radioattivo-137 rilasciato nell’atmosfera dal disastro nucleare di Fukushima, fino al momento, equivale alla potenza di 168 bombe atomiche come quella che fu sganciata su Hiroshima il 6 agosto 1945. Ovviamente l’evento è stato molto meno distruttivo per la popolazione perchè le polveri si sono disperse nell’oceano Pacifico grazie ai venti occidentali, e l’area più vicina alla centrale è stata prontamente evacuata.

Il Giappone, adesso, prevede di dimezzare le radiazioni nell’arco dei due anni nei luoghi contaminati dalla crisi nucleare di Fukushima, attraverso la rimozione di terreno, piante e alberi, e la ripulitura dei tetti in un’area stimata in migliaia di chilometri quadrati. L’obiettivo, in base al piano approvato dal consiglio dei ministri, e’ portare la radioattivita’ a 1 millisievert all’anno se non meno. Il governo, in altri termini, stima che la contaminazione possa scendere naturalmente di circa il 40% in due anni, cui aggiungere un 10% frutto dell’azione umana. Le misure potrebbero costare decine di miliardi di dollari, mentre appare sicuro che un gran numero di sfollati non sarebbe in grado di tornare a casa per decenni, forse mai. A partire da quelli all’interno dell’area di 3 km dall’impianto nucleare, anche se oggi 152 persone in tutto, hanno avuto la possibilita’ di tornare brevemente nelle proprie abitazioni dopo quasi 6 mesi.

Puntiamo a ridurre i livelli di radiazione della meta’ per il prossimo biennio nelle aree colpite, e del 60% per i luoghi utilizzati dai bambini”, ha spiegato in conferenza stampa il ministro per l’Emergenza nucleare, Goshi Hosono. Altro obiettivo di base e’ di portare le radiazioni sotto i 20 millisievert/anno, livello di soglia oltre il quale scatta l’ evacuazione, anche se l’ultima mappatura operata dal ministero della Scienza ha mostrato un’espansione considerevole delle aree da dichiara off-limits. ”In definitiva, puntiamo ai target di decontaminazione in un periodo piu’ breve: grazie alla tecnologia che continua ad avanzare e a sufficiente finanziamenti governativi, credo che lo sforzo si possa fare”, ha aggiunto Hosono.

Il Giappone ha dichiarato la ‘no-entry zone’ nel raggio di 20 km dalla centrale, devastata dal sisma/tsunami dell’11 marzo, costringendo circa 80.000 persone a lasciare le proprie cose. La superficie totale da ripulire e’ valutata tra i 1.000 e i 4.000 chilometri quadrati, circa lo 0,3-1% di tutta superficie del Giappone, e potrebbe costare fino a 130 miliardi di dollari. Il governo ha assicurato che avra’ la piena responsabilita’ di terra e detriti rimossi nella pulizia, pur dicendo che mancando una soluzione definitiva per il deposito dei materiali radioattivi, al momento sarebbero stati stoccati all’interno delle comunita’ locali. La prefettura di Fukushima ”non sara’ il centro di trattamento delle macerie”, ha precisato Hosono.

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