Irene devasta il Vermont; adesso occhi puntati sulla tempesta Katia che presto diventerà un violento Uragano nell’Atlantico

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Gli effetti delle alluvioni nel Vermont

Poco dopo aver lasciato il New Jersey e l’area di New York le bande nuvolose collegate al passaggio della tropical storm “Irene” hanno apportato piogge torrenziali in vari stati dell’estremo nord-est degli USA.Uno dei più colpiti è sicuramente il Vermont, qui le forti e prolungate precipitazioni che hanno preceduto il transito di “Irene”, ormai declassata a tempesta tropicale subito dopo il “landfall” sulle coste del New Jersey, hanno causato l’esondazione di molti fiumi, corsi d’acqua e specchi lacustri, già messi in sovracarico per i rovesci di fine Agosto.”Irene” in poche ore ha scaricato dai 5 agli 8 Inches di pioggia in tutto lo stato, dai 127 mm ai 203 mm.
Il picco estremo di ben 11.23 Inches, oltre 285 mm, si è registrato nella cittadina di Mendo.L’accumulo di Mendo rappresenta l’apporto pluviometrico gionaliero più abbondante mai registrato nello stato del Vermont.L’enorme quantità d’acqua piovana caduta nel giro di poche ore non è stata ben smaltita dai fiumi, torrenti e dai principali bacini idrografici che di conseguenza si sono gonfiati  straripando e inondando strade, città e campagne.Anche la rete fognaria, in vari punti, è completamente saltata, aggravando ulteriormente la già delicata situazione.In alcune contee la situazione è a dir poco drammatica, con interi quartieri rimasti sotto 2 metri d’acqua.La piena di alcuni fiumi ha danneggiato alcuni ponti, causando molti disagi alla viabilità.Per lo stato del Vermont si tratta delle peggiori alluvioni dal 1927 ad oggi. Purtroppo le gravi inondazioni che hanno devastato il Vermont hanno cagionato anche delle vittime, tanto da far salire il bilancio complessivo di oltre 40 morti in tutti gli USA.

Con la sua scia di morte e distruzione – soprattutto per le alluvioni che stanno flagellando il Vermont e il New Jersey, appunto – Irene adesso entra nella classifica degli uragani piu’ devastanti della storia degli Stati Uniti. Decine di migliaia di persone in undici Stati sono tuttora tagliate fuori dal resto del mondo. E il presidente Barack Obama ha parlato di ”inondazioni tremende” in atto, mai viste da decenni. I numeri parlano chiaro. Il bilancio delle vittime sale di ora in ora: negli Stati colpiti dall’uragano oramai si contano almeno 46 morti. Ma la cifra e’ destinata a salire. Ancora molti, infatti, sono i dispersi. Una vittima si registra anche in Canada, dove pero’ la tempesta tropicale e’ arrivata dopo aver scaricato quasi tutta la sua energia. Anche il valore dei danni aumenta col passare del tempo, con le inondazioni che tuttora devastando intere contee.

L’ultima stima parla di almeno 12 miliardi di dollari, dal North Carolina al Vermont. La cifra pero’ sembra destinata a salire, vista l’emergenza ancora in atto. Senza considerare i danni provocati all’industria del turismo. C’e’ poi il problema blackout. Solo nello Stato di New York e in quello del New Jersey sono un milione e mezzo le persone ancora senza luce. E in molte comunita’ manca anche l’acqua corrente, mentre in altre le autorita’ locali invitano la popolazione a bollire l’acqua potabile per paura di infiltrazioni nelle tubature. Il presidente Obama ha lanciato un nuovo appello alle popolazioni piu’ colpite assicurando che tutto il necessario per prevenire ulteriore morte e distruzione sara’ fatto. Lo straripamento dei fiumi in alcune zone non cessa di allagare campagne e cittadine. E la preoccupare non e’ solo la situazione in Vermont, ma anche quella del New Jersey, dove il livello dell’Hudson continua a salire. ”Come governo stiamo facendo di tutto per assicurare che gli Stati e le comunita’ colpite abbiano tutto il sostegno necessario per riprendersi”, afferma Obama, che ha anche ricevuto un messaggio di solidarietà dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

La tropical storm "Katia" acquista potenza sull'Atlantico tropicale

Ora l’attenzione è puntata sulla nuova tempesta tropicale “Katia” che avanza minacciosa dall’Atlantico tropicale; molto probabile lo sviluppo in uragano di 1^ categoria

 Passata “Irene” ora l’attenzione si sposta sulla nuova tempesta tropicale sfornata dall’Atlantico tropicale, denominata “Katia”.La perturbazione si è sviluppata nella giornata di lunedi 29 Agosto sul settore orientale dell’Atlantico tropicale, a largo delle coste africane occidentali.”Katia” è frutto dell’intensificazione di una intensa “tropical wave” che dall’entroterra del Sahel occidentale si è portata fino alle coste della Guinea attraverso un esteso fronte temporalesco che ha ripreso vigore una volta a contatto con le calde acque superficiali dell’Atlantico.Attualmente la tempesta rimarrà relegata nel cuore dell’oceano Atlantico per un paio di giorni e si muoverà molto lentamente verso ovest-nord/ovest, puntando verso un tratto di oceano molto più caldo, con valori sopra i +28° +29°.Quel che basta per una futura intensificazione ad uragano.La struttura di “Katia” pare già ben consolidata con una intensa attività convettiva al centro che dimostra una lenta ma costante intensificazione del sistema che mira a trasformarsi in una intensa tropical storm, con venti medi sostenuti capaci di sfondare i 90-100 km/h.Attorno l’area perturbata sono previste onde di “mare vivo” alte più di 4 metri.Da sottolineare come “Katia” nei prossimi giorni si troverà a transitare sopra un ambiente molto umido, con basso “Wind Shear” in quota che favorirà un aumento della convenzione attorno la tempesta, con lo sviluppo di “Cluster” molto potenti.Entro venerdi “Katia”, passando poco a nord-est delle Piccole Antille, si trasformerà in un uragano di 1^ o 2^ categoria, con venti medi sostenuti molto forti, ad oltre i 130-140 km/h.Non è escluso che qualche banda nuvolosa più periferica potrebbe apportare forti rovesci di pioggia sul settore settentrionale delle Piccole Antille, che dovrebbero risentire di una netta intensificazione della ventilazione.Meno probabile invece la tendenza di un transito diretto sopra le Antille che potrebbe avere degli esiti distruttivi in molte isole.Ancora è impossibile stabilire una tendenza a lungo termine sulla futura traiettoria di “Katia”, tutto dipenderà da come si comporterà la tempesta una volta avvicinata alle grandi Antille (Puerto Rico, Hispaniola), un transito a nord della linea montuosa di queste grandi isole si potrebbe tradurre con una traiettoria che spingerà il sistema verso nord, poco a largo dell’East Coast.Fino ad ora le probabilità di un “landfall” sul North Carolina sono date al 19 %.
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