Ne sa una più del diavolo, e torna alla carica proprio nel momento in cui sembrerebbe maggiormente in difficoltà: “abbiamo fatto un buon lavoro, sette giorni intensi di lavoro, notte e giorno“. Con queste parole il premier Silvio Berlusconi ha lasciato Roma all’indomani dell’approvazione di una delle manovre piu’ pesanti degli ultimi anni, rivendicando la “soddisfazione” per aver messo in campo “in poco tempo” un provvedimento necessario anche se “frutto del compromesso di un governo di coalizione“, e ha riferito di avere ricevuto l’apprezzamento dei leader della Ue e della Banca centrale Europea per le misure varate.
Il premier si è fermato a salutare i giornalisti prima di partire per la Sardegna. E’ sceso dall’auto e ha detto di essere di “buon umore“, mettendosi così a rispondere alle domande sulla manovra, sul suo rapporto con Giulio Tremonti e con gli alleati. Ma anche sul suo futuro e la sua eventuale ricandidatura nel 2013. “Direi che l’umore e’ buono – premette il premier – abbiamo fatto un buon lavoro, sette giorni intensi di lavoro notte e giorno, ma alla fine sono soddisfatto e penso che quando la manovra sara’ conosciuta in tutte le sue parti ci dovra’ essere per forza un giudizio positivo. D’altronde – spiega – e’ un qualcosa che ci si e’ imposto dala situazione internazionale“.
Berlusconi ricorda il pressing della Bce e sottolinea che “qualunque governo si sarebbe trovato a dover dare una risposta come quella che noi abbiamo dato“. Il Presidente del Consiglio, poi, ha parlato di contatti con i leader europei: “ho telefonato alla signora Angela Merkel, ho parlato con il presidente della Bce Trichet e ho in programma altre telefonate, con Van Rompouy, con Sarkozy e altri tra stasera e domani. Ho ricevuto grande apprezzamento, perche’ non era in discussione soltanto la posizione italiana, era in discussione l’euro e quindi l’Europa stessa. Quindi c’era da parte di tutti una grande attenzione a quello che il governo italiano sarebbe riuscito a fare“.
Il premier assicura che “inizieremo da subito in Parlamento la discussione e il voto per introdurre nella Costituzione l’obbligo del pareggio di bilancio e anche l’articolo 41 sulla liberta’ d’impresa“, ma quando i cronisti chiedono se c’e’ qualcosa che cambierebbe di questa manovra, lascia trapelare qualche leggero rimpianto: “Tutti gli atti di un governo di coalizione risentono del fatto che si deve arrivare a un compromesso tra quelli che sono i must di ciascun partito che formano la coalizione – dice – e quindi e’ chiaro che ciascuno di noi ha dovuto accettare le posizioni dell’altro: chi le ha accettate sulle pensioni, chi sulla patrimoniale“.
I giornalisti chiedono dei rapporti con Tremonti dopo le tensioni riferite dalle cronache di questi giorni e con cui Berlusconi ha pranzato poco prima di partire. “Abbiamo lavorato gomito a gomito tutti questi giorni – premette – non sono assolutamente vere le tensioni che sono state illustrate sui giornali. Certo – ammette – ci sono state delle contrapposizioni di vedute, con Tremonti ma anche tra me e tutti gli altri, si e’ discusso senno’ ci avremmo impiegato mezza giornata“. Ma alla fine “e’ venuta fuori la capacita’ di un gruppo. Credo di poter affermare che difficilmente un altro governo in Europa avrebbe potuto fare un lavoro come quello che abbiamo fatto noi, in cosi’ poco tempo. E dare vita a un provvedimento cosi’ importante come contenuti. Quindi da questo punto di vista ne viene fuori un’immagine di un governo solido, che tiene e che e’ capace di lavorare e di rispondere con tempestivita’ alle emergenze“. Dunque si arrivera’ con Tremonti alla fine della legislatura? “Io penso assolutamente di si‘”, risponde Berlusconi senza esitare. Tremonti “ha pranzato con me e Gianni Letta e alla fine ha pescato come sempre nel suo vasto repertorio di motti e aneddoti, ha allietato me e Letta in un finale di pranzo con alcuni di questi aneddoti, pero’ dovreste rivolgervi a lui per farveli raccontare. Alcuni molto divertenti. Alla fine, dopo tanto lavoro e tensione quando fai una cosa e ti riesce ed e’ fatta c’e’ un minimo di sollevamento dello spirito…”
Berlusconi esclude scossoni in Parlamento sulla manovra, assicura che “ci sara’ un viaggio molto tranquillo“, anche se qualche timore per l’eventuale assenza di parlamentari nel periodo agostano c’e’: “abbiamo chiesto dei sacrifici ai parlamentari – dice – e questo potra’ essere un tema su cui ci sara’ magari qualche difficolta’. Ma non credo piu’ di questo“. Quanto all’opposizione, “abbiamo avuto dei contatti in questi giorni e dentro la manovra abbiamo tenuto conto di quelle che erano le dichiarazioni che l’opposizione e’ venuta via via facendo“.
L’ultima battuta e’ sul suo futuro, sulla tenuta di consenso del governo dopo una manovra che ‘mette le mani in tsca agli atialiani’ e quindi avra’ di certo un impatto molto forte sulla popolarita’ dell’esecutivo e dello stesso premier. Si ricandidera’?, chiedono i giornalisti. “Di questo io ho gia’ detto che non e’ opportuno parlare – dice Berlusconi – vedremo al momento opportuno. Io, in diverse occasioni, anche pubblicamente, ho detto che per me fare quello che sto facendo rappresenta un grande sacrificio. Tuttavia, se sara’ necessario io non mi tirero’ indietro. Peraltro – aggiunge entrando in macchina – io mi auguro che non sara’ necessario…”.