Una manovra anti-crisi da 45,5 miliardi di euro, di cui 20 miliardi nel 2012 e 25,5 miliardi nel 2013.
Non sono previsti tagli a sanita’, scuola, ricerca, cultura e 5 per mille. Tutti i dettagli saranno illustrati dal ministro Tremonti stamattina alle ore 11,00, nella sala stampa di Palazzo Chigi.
Comunque dal “prelievo di solidarieta‘” sui redditi alti, fino all’accorpamento delle festivita’ laiche e agli interventi sulle pensioni, i punti cardine del decreto approvato dal governo, al lavoro anche in pieno agosto, sono quelli attesi alla vigilia.
Eccone un breve riepilogo:
– CONTRIBUTO SOLIDARIETA’ Sara’ pari al 5% per i redditi sopra 90.000 euro e del 10% sopra 150.000 per due anni. Questa misura e’ in linea con quello che gia’ avviene per i dipendenti pubblici.
– PIU’ TASSE SU RENDITE La tassazione sulle rendite finanziarie, esclusi i titoli pubblici, sale dal 12,5% al 20%.
– LOTTA ALL’EVASIONE, SENZA FATTURA SANZIONI PIU’ ASPRE Anche sul fronte della lotta all’evasione, diminuisce il limite per le transazioni in contanti che vengono ridotte a 2.500 euro. Sono inoltre previste sanzioni piu’ aspre per coloro che non rilasceranno fatture fino alla chiusura dell’attivita’. E’ poi prevista una rimodulazione degli studi di settore.
– PENSIONI Interventi sulle pensioni per un miliardo di euro dal 2012. L’innalzamento progressivo dell’eta’ per le pensioni di vecchiaia delle donne da 60 a 65 anni viene anticipato al 2015 invece che al 2020.
– ADDIO AI PONTI Accorpamento delle festivita’ laiche alle domeniche come avviene in Europa.
– STATALI, TFR RITARDATO; RISCHIO 13ESIMA L’indennita’ di buonuscita dei lavoratori del settore pubblico dovrebbe essere corrisposta con due anni di ritardo. Sarebbe a rischio anche la tredicesima per i dipendenti del pubblico impiego che non rispetteranno gli obiettivi di riduzione della spesa previsti.
– AUMENTO ACCISE TABACCHI Tra le misure prese per fronteggiare la crisi c’e’ anche l’aumento delle accise sui tabacchi.
– COSTI DELLA POLITICA, TAGLIO PROVINCE E STOP A VOLI BLU Riduzione e accorpamento di Province sulla base del censimento del 2011 e dimezzamento dei consiglieri e assessori. Stop ai voli blu e tutti in economy, non solo i politici ma anche amministratori pubblici, dipendenti dello Stato e componenti di enti.
Si tratta di manovra sostanzialmente raddoppiata rispetto alla precedente, e ha ricevuto il via libera dal Consiglio dei Ministri in esattamente 87 minuti di esame e con voto ‘unanime’.
Una super-manovra che somma all’intervento di luglio di circa 47 miliardi altri 45 miliardi per un impatto complessivo da qui al 2013 che supera i 90 miliardi. Non e’ ancora nota la cifra al centesimo ma lo stesso ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha spiegato che i nuovi interventi sono in gran parte ”aggiuntivi” rispetto a quelli varati a luglio. E si tratta – ha spiegato il premier Silvio Berlusconi – di ”una somma importante: 20 miliardi di euro per il 2012 e 25,5 per il 2013”. Insomma – dice Berlusconi – ”siamo addolorati ma soddisfatti”. Il menu’ e’ piu’ o meno quello emerso dalle indiscrezioni della vigilia, tranne l’intervento sulle pensioni d’anzianita’ che sarebbe saltato durante la riunione del Governo. Arriva il temuto aumento delle accise sul tabacco, e, a sorpresa, la ‘Robin Hood tax sul settore energetico. Privatizzazioni e liberalizzazioni. Si ‘svela’ anche il capitolo dei costi della politica. Una vera ‘mannaia’ che colpira’ (ma dopo le prossime elezioni amministrative) oltre 50.000 ‘poltrone’ di comuni, province e regioni. E tagli ci sono anche per ‘la casta’, partendo dagli stipendi. Ma bisognera’ vedere quanto su questa parte si interverra’ durante il percorso parlamentare.
Ci sono anche interventi che fanno ‘soffrire’ il premier, che non li cita ma sono probabilmente i contributi di solidarieta’: ”il nostro cuore gronda sangue, – dice – era un vanto del governo non avere mai messo le mani nelle tasche degli italiani ma la situazione mondiale e’ cambiata”. Un’analisi che lo accomuna al ministro Tremonti che spiega: ”abbiamo fatto in 7 giorni la manovra: se c’e’ un caso di necessita’ e urgenza per un decreto e’ questo, data l’emergenza manifestata da fuori sull’Italia. Dobbiamo fare il necessario per il bene comune”. Questo anche perche’ – aggiunge Tremonti – senza questa manovra ”ci sono effetti che impattano sulla vita del paese. Poi vedremo di compensare ma non abbiamo alternative a questo modello”. Cioe’ sacrifici ora. Poi vedremo.
Sull’entita’ complessiva Tremonti spiega che vengono aggiunti ”20 miliardi di euro sul 2012 e 25,5 miliardi sul 2013. Alcuni elementi rafforzano il bilancio anche per il 2011”. Cosi’ la manovra ”ci porta all’1,4” nel rapporto deficit-pil ”alla fine del 2012” per poi arrivare a zero nel 2013. E questo grazie a 45,5 miliardi quasi tutti addizionali: ”e’ un esercizio un po’ complicato: – risponde Tremonti ad una domanda specifica – sono tutti in piu’, una gran parte e’ addizionale. Quanto serve per fare 1,4 e zero” di deficit. Insomma ora il piu’ e’ fatto: e una volta firmata del Capo dello Stato e pubblicata in Gazzetta Ufficiale la manovra arriverebbe gia’ dalla prossima settimana in Senato. E probabilmente – anticipa Berlusconi – senza fiducia perche’ anche le opposizioni si rendono conto della gravita’ del momento. Ma molti sono i maldipancia, anche, ad esempio, all’interno del Pdl e degli amministratori locali, il percorso potrebbe dunque non essere necessariamente in discesa. Poi da martedi’ la prova piu’ impegnativa: quella dei mercati.
BERLUSCONI: “NOSTRO CUORE GRONDA SANGUE, MA PURTROPPO E’ NECESSARIO” – ”Il nostro cuore gronda sangue”. Lo dice un po’ a fatica, Silvio Berlusconi, consapevole di avere appena smontato uno dei capisaldi del suo credo politico. Ovvero, ”non metteremo mai le mani nelle tasche degli italiani”, ‘must’ rilanciato decine, centinaia e centinai di volte nei comizi elettorali dell’ultimo ventennio. Sa bene, il premier, che d’ora in avanti questa frase potra’ essere usata contro di lui. Ma tant’e’, non ci sono alternative. Cosi’, durante la conferenza stampa con cui ufficializza le misure anti-crisi inserite nel decreto varato dal Cdm, insieme al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti – che ringrazia pubblicamente, anche per stoppare ancora una volta le continue voci sui loro screzi – prova ad indorare la pillola: ”Si tratta di un provvedimento equilibrato”, anche se ”il nostro cuore gronda sangue quando pensiamo che uno dei vanti di questo governo era quello di non aver mai messo le mani nelle tasche degli italiani, mi cito tra virgolette, ma la situazione mondiale e’ cambiata”. Tanto che ”abbiamo di fronte la piu’ grande sfida planetaria ed e’ una sfida che ha colpito il paese numero uno dell’economia mondiale, come gli Stati Uniti d’America”. E’ una manovra correttiva pesante, da 45,5 miliardi in due anni – che prevede sacrifici un po’ per tutte le categorie sociali, anche quelle notoriamente vicine al suo modello di centrodestra – quella a cui Berlusconi e’ costretto a dare il via libera, mettendoci dunque la faccia. E al di la’ degli annunci sui tagli ai costi della politica presi sulla scia del sentimento popolare anti-casta, che tra l’altro giudica forse ”eccessivi”, non sara’ facile ridurre al minimo l’inevitabile calo di consensi. Anche per questo, forse, il Cavaliere gioca d’anticipo e ammette l’inevitabile cambio di rotta. Cosi’, dopo aver consegnato alla storia politica dei giorni nostri la frase che riempira’ pagine e pagine di quotidiani, e che verra’ sfruttata a lungo dai suoi oppositori, Berlusconi rincara la dose: ”Sono addolorato di aver fatto questa manovra, ma sono soddisfatto del lavoro fatto insieme agli altri ministri”. D’altronde, puntualizza, ”abbiamo fatto per intero il nostro dovere”. Una presa d’atto finale forse anche un po’ consolatoria, per il premier che, stando alle indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, avrebbe voluto raccontare un’altra storia, stasera, agli italiani.
ROMANI SODDISFATTO: “E’ UNA RIVOLUZIONE” – “E’ stata una lunga giornata, il testo e’ definitivo. E’ una manovra quasi rivoluzionaria rispetto ai testi e alle manovre precedenti“. Cosi’ Paolo Romani nel corso dello Speciale TGLA7 condotto da Enrico Mentana e dedicato alle nuove misure economiche annunciate nella conferenza stampa di questa sera dal premier Berlusconi e dal Ministro dell’Economia, Tremonti. “Io non ho assistito a nessun momento di chiarimento tra Berlusconi e Galan ma non mi pare ci sia stato“, ha aggiunto.
GELMINI: “MANOVRA SEVERA MA IMPRONTATA ALLO SVILUPPO” – “E‘ una manovra certo severa ma improntata all’equita’, al rigore e allo sviluppo. Difende i risparmi, le pensioni e gli stipendi degli italiani. Non tocca la sanita’, la scuola, l’universita’ e la ricerca. Non aumenta l’Iva e non inserisce la patrimoniale. Aggredisce invece i costi della politica e degli apparati“. Lo dichiara il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini in una nota. “E’ un momento difficile, non solo per l’Italia ma per tutto il mondo, poiche’ e’ a rischio l’equilibrio economico internazionale. Solo un governo e una maggioranza coesa potevano affrontare con serieta’ e rapidita’ questa difficile congiuntura. Il Presidente Berlusconi si dimostra ancora una volta l’unica personalita’ politica in grado, attraverso la propria leadership, di traghettare il Paese fuori dalla crisi dando risposte credibili agli organismi economici e politici internazionali“.
DI PIETRO APRE AL GOVERNO: “FAREMO LA NOSTRA PARTE” – “Finalmente il Governo ha mostrato le carte. Carte piene sia di ombre sia di luci. Vista la situazione disastrosa in cui versa il sistema economico-finanziario del nostro paese, l’Italia dei Valori ha il dovere di fare la sua parte, affrontando il provvedimento nel merito. Siamo consapevoli che non possiamo comportarci come l’asino di Buridano che, continuando a dire sempre no, alla fine e’ morto di fame“. Lo afferma in una nota il Presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. “In Parlamento – aggiunge – correggeremo gli errori e cercheremo di apportare le modifiche necessarie per tenere fede agli impegni presi con l’Unione Europea. Consideriamo positivo l’accoglimento di parte delle nostre proposte, come quella di ridurre le province, di accorpare i comuni e di diminuire il numero di consiglieri regionali e di poltrone varie, di aumentare al 20% le rendite finanziarie, di prevedere che i privati che hanno redditi alti diano un ‘contributo di solidarieta”. “Rimane inaccettabile la riduzione del trasferimento agli enti locali, come denunciato dall’Anci, e quella gravissima apportata alla spesa sociale che incide pesantemente sul welfare e sui lavoratori colpendo clamorosamente i loro diritti, il loro reddito e il loro futuro. Comunque, almeno oggi, una cosa buona e’ stata fatta: il governo e’ finalmente passato dalle parole ai fatti, presentando la manovra prima dell’affondo del Titanic. Noi dell’IdV faremo fino in fondo il nostro dovere per evitare che la nave cali a picco“.
VENDOLA INFURIATO: “ATTO DI GUERRA CONTRO L’ITALIA” – “Un atto di guerra contro l’Italia“. Cosi’ il leader di Sel, Nichi Vendola, ha commentato il varo delle misure anticrisi. “Misure punitive per gli enti locali, devastante riduzione di servizi sociali e di diritti, un colpo alla civilta’ del lavoro. E nessuna scelta per la crescita e lo sviluppo. Occorre una reazione durissima“.
FERRERO: “SERVE RIVOLUZIONE DEL POPOLO” – “Quella annunciata da Berlusconi e’ una vera manovra di classe: sparisce il 25 aprile e in piena linea con il fascismo si abolisce il primo maggio“. Lo ha dichiarato Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista. “Assieme alle festivita‘ – aggiunge – spariscono ovviamente anche i diritti, da quelli alla pensione, ai contratti nazionali, allo stato sociale. Una vera manovra di classe, contro i lavoratori, contro il popolo italiano, contro la democrazia. Una manovra fatta da chi pensa di poter calpestare la gente in carne ed ossa, la gente normale e contro cui costruiremo la ribellione del popolo italiano. Questa volta non basta lo sciopero generale“.
FORMIGONI: “COSI’ E’ INSOSTENIBILE, VA CAMBIATA” – ”Ho trovato il Presidente del Consiglio attento alle nostre ragioni: spero che la manovra si possa modificare nella parte che riguarda i tagli alle Regioni”. Roberto Formigoni spiega a Tg La7 che ”le Regioni sono state gia’ pesantemente colpite nella manovra del 2010 e in quella di luglio quando il carico dei tagli si e’ scaricato per il 50% sul comparto che rappresenta solo il 16% della spesa pubblica”. Cosi’ com’e’, aggiunge, la manovra sarebbe ”insostenibile” e ”recessiva”.
BERSANI: “NON RISPONDE AI PROBLEMI” – ”La leggero’, certo, ma cosi’ come e’ uscita, questa manovra non e’ in grado di rispondere ai problemi”. Con queste parole il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha commentato al Tg di La7 la manovra aggiuntiva varata dal Consiglio dei ministri. Bersani ha espresso una ”preoccupazione molto seria” per una manovra ”a carico dei ceti popolari e dei ceti medi che pagano le tasse. Ma rimane il problema di fondo: Tremonti diceva di voler ristrutturare la manovra ma qui non c’e’ nessuna ristrutturazione. E’ solo l’anticipo di misure che da tutti i mercati del mondo erano state ritenute inadeguate”. Gli interventi previsti ”non sono sopportabili e non prevedono nulla per la crescita”. Si anticipa ”una fantomatica delega assistenziale, con una clausola che dice ‘se non riusciamo, a completare la delega, tagliamo le detrazioni al 20%. Questo vuol dire caricare tutto sulle famiglie ed e’ insostenibile. Quando ieri dicevo al governo ‘non fatevi tremare i polsi’, oggi devo prendere atto che gli sono tremate le gambe. Questi qui – ha concluso – vorranno prendere in giro il Paese”.
LEGA NORD SODDISFATTA – Lega soddisfatta sulla manovra. Secondo quanto si apprende, i tre ministri del Carroccio sono “contenti” perche’ le pensioni di anzianita’ sono salve, non sono state toccate. Ora e’ tutto ok, viene fatto notare. E la quadra sarebbe stata raggiunta nel corso dei numerosi contatti tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, per ultimo in un faccia a faccia tra i due leader a palazzo Chigi che si e’ tenuto nel pomeriggio prima della riunione del Consiglio dei ministri. Unico motivo di irritazione degli esponenti del Carroccio, viene riferito, ci sarebbe stato a causa della decisione di sopprimere piu’ province rispetto a quanto deciso in precedenza.