Scienza, nucleare, clima e acqua: da Erice la lezione del prof. Antonino Zichichi

MeteoWeb

Se la tecnologia delle centrali nucleari restasse nelle mani degli scienziati oggi non correremmo alcun pericolo”: lo ha detto il professor Antonino Zichichi, grande luminare della scienza mondiale, durante l’importante seminaro internazionali sulle Emergenze Planetarie che si è tenuto nei giorni scorsi a Erice, nel Trapanese. ”Furono gli stessi scienziati impegnati nel progetto Manhattan (il primo materialmente sperimentato per utilizzare l’energia nucleare per scopi bellici, guidato da Robert Oppenheimer) ad essere preoccupati per le possibili conseguenze che si sarebbero potute verificare se il controllo fosse sfuggito alla scienza”, ha detto Zichichi. Riferendosi ai disastri di Chernobyl e Fukushima, Zichichi ha affermato che, in entrambi i casi, ”le radici degli incidenti non hanno nulla a che fare con la tecnologia nucleare”. Che “il problema non e’ di natura tecnologica” lo ha ribadito anche Eugeni Velikhov (ex consigliere scientifico di Gorbaciov), del Russian research centre ”Kurchatov Institute” di Mosca. Concorda con Zichichi e Velikhov anche il professor Tetsuo Yuhara dell’Universita’ di Tokyo: riferendosi, in maniera specifica, all’incidente nella centrale di Fukushima, ha detto che ”poteva essere evitato”, anche perche’ a scatenare l’evento non e’ stata una condizione imprevedibile. Yuhara, per definire quanto accaduto a Fukushima ha detto che si e’ trattato di ”un incidente semplice”. Da Erice, dunque, viene ribadito che il nucleare e’ sicuro, ma a condizione che sia gestito con i rigorosi criteri dettati dalla scienza.

Per quanto riguarda il clima e i cambiamenti climatici, argomento al centro del dibattito sulle emergenze planetarie, Zichichi ha detto che “nessun modello puo’ essere piu’ preciso dei dati che si utilizzano per costruirlo. Se in un modello inserisco dati che presentano il 50% di incertezza non e’ possibile giungere a previsioni che abbiano margini di errore dell’1 per mille. Eppure – ha spiegato Zichichiprevisioni che non si fondano su basi scientifiche continuano a terrorizzare i governi di mezzo mondo“.

Si e’ chiusa con un appello ai governi di tutto il mondo affinche’ considerino l’acqua come una delle piu’ incombenti emergenze planetarie la quarantaquattresima sessione dei Seminari internazionali di Erice, a cui hanno partecipato cento scienziati di 40 Nazioni. ”Il primo allarme lo lanciammo 20 anni fa da Erice – ricorda il presidente dei Seminari Zichichi -. Oggi i dati ci danno ragione: l’acqua sta diventando piu’ preziosa del petrolio, ciononostante c’e’ uno spreco enorme delle risorse idriche, a causa dell’inquinamento delle acque, ma anche per errori madornali compiuti nella distribuzione”.
La comunita’ scientifica di Erice ha elaborato proposte concrete per utilizzare l’acqua contenendo al massimo gli sprechi. Nel corso dei Seminari sono state affrontate e discusse le ripercussioni igienico – sanitarie provocate, nei Paesi in via di sviluppo, causate dalla mancanza di acqua e dalla cattiva qualita’ di quella disponibile. La contaminazione delle acque potrebbe essere evitata ottimizzando e modernizzando gli impianti industriali; in America Latina (e’ emerso da una ricerca illustrata ai Seminari di Erice) l’inquinamento delle falde acquifere avviene, ad esempio, mediante l’utilizzo di mercurio per l’estrazione dell’oro dalle miniere. L’allarme sull’emergenza idrica che coinvolge il Pianeta, partito da Erice, coincide con quello lanciato in questi giorni a Stoccolma dall’Onu, attraverso la presentazione del rapporto per l’ambiente.

Condividi