Stelle cadenti, che fascino e che passione! Un fenomeno così suggestivo non poteva che attirare l’attenzione dell’umanità fin dall’antichità.
Si narra, infatti, che i cinesi, gia’ nel 40 a.C. fossero a testa in su ad osservare le stelle cadenti. Segno di sventura per gli antichi, tradizione di speranza per noi contemporanei, la notte del 10 agosto regala da sempre uno spettacolo meraviglioso. Anche Pascoli, tra gli altri, ne rimase incantato, trovando in quello che credette essere il pianto del cielo, il conforto per la morte del padre.
Sotto il cielo d’agosto, dopotutto, la tradizione vuole che per ogni ’stella cadente’ avvistata, bisogna esprimere un desiderio: si tratta di un magico tocco leggendario e poetico al rapporto tra uomo e natura, che funge da collante tra il mondo materialista della nostra quotidianeità e invece la grande, disinteressata e affascinante forza della natura.
Gli asteroidi della costellazione Perseidi, da tempo, passando all’interno dell’orbita terrestre, danno vita ad uno spettacolo di pioggia meteorica in grado di incollare tutti, grandi e piccoli con il mento all’insù. La tradizione vuole che le cosiddette meteori, altro non siano che lacrime, versate da San Lorenzo durante il suo supplizio. Le gocce di dolore, che oramai vagano eternamente nei cieli, scendono sulla terra nel giorno in cui il santo mori’, creando un’atmosfera cosi’ magica e carica di speranza, da regalar fortuna a chi le vede.
Un’altra storia racconta che queste ‘stelle cadenti ‘ sono invece i fuochi su cui arse vivo il santo. Anche se da tempo la storiografia ricorda che San Lorenzo non mori’ bruciato ma decapitato, la tradizione popolare non rinuncia a questa sua convinzione, e ne tramanda la leggenda: “San Lorenzo dei martiri innocenti – canta una filastrocca veneta – casca dal ciel carboni ardenti“.
In realtà, a livello scientifico, le ’stelle cadenti’ sono dei meteoriti (piccoli frammenti di roccia, ghiaccio o polvere) che entrando a contatto con l’atmosfera terrestre, vengono bruciati per l’attrito con la stessa atmosfera, dando luogo a quelle spettacolari scie luminose che noi chiamiamo appunto ’meteore’, o in gergo popolare ’stelle cadenti’.
Si tratta di particelle veramente minuscole: le più grandi pesano appena un decimo di grammo, ma sono in grado di produrre tracce tanto luminose quanto le stelle più brillanti.
Queste particelle entrano in contatto con l’atmosfera terrestre a una velocità stratosferica, fino a 260 mila km/h (!!) e proprio per questo motivo risentono di un enorme attrito che le riscalda fino a temperature elevatissime.
Per capire meglio cosa accade in questo periodo dell’anno, però, non possiamo fermarci a capire cos’è una ’stella cadente’.
Dobbiamo andare oltre e capire anche cos’è uno sciame meteorico, detto anche pioggia meteorica. Si tratta di un fenomeno astronomico che consiste nella caduta di un gran numero di meteore. Affinchè si possa parlare di sciame meteorico, bisogna che entrino in contatto con la terra almeno 10 meteore l’ora. Questo tipo di fenomeni avviene quando la Terra, nel suo moto intorno al Sole, attraversa l’orbita di una cometa che ha lasciato una scia di detriti.
Questo tipo di fenomeno accade ogni anno nello stesso periodo, perchè la Terra attraversa ogni anno la stessa zona di spazio.
Lo sciame meteorico che caratterizza il periodo estivo, quindi quello che ci interessa in questi giorni, è quello delle ’Perseidi’ ed è uno dei più importanti.
Lo sciame delle ’Perseidi’ inizia il 9 e termina il 14 agosto, anche se già da fine luglio, fino al 20 agosto, è elevatissima la probabilità di poter osservare nel cielo quelle che noi chiamiamo comunemente ’stelle cadenti’.
Nel resto del mondo occidentale la lettura del fenomeno, pur essendo meno mistica, non manca certo di fascino e romanticismo. ”Star light, start bright – riecheggia uno stornello famoso nel mondo anglosassone – la prima stella che vedo, potrei, esprimere un desiderio stasera vorrei”. Ogni anno, quindi, dalle spiagge nostrane salentine agli eucalipti del Wiruna park australiani, il mondo si prepara a guardare in direzione nord-ovest rispetto alla stella polare, verso la costellazione di Perseo.
di G.Pascoli
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!