Tempesta solare oggi sulla Terra, pochi rischi

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L’attività solare sta diminuendo dopo le esplosioni dei giorni scorsi, le cui conseguenze devono però ancora arrivare sulla terra. Intanto, nella nostra pagina ‘Il Sole in Tempo Reale’ è possibile monitorare le condizioni della grande stella.
Le tre esplosioni dei giorni scorsi hanno lanciato particelle di gas che potrebbero arrivare nel nostro pianeta: si tratta dell’attesa tempesta magnetica, uno sciame di particelle potenzialmente dannose per i satelliti e le telecomunicazioni, che proprio oggi dovrebbe toccare la Terra.

L’ultimo bollettino emesso dal Noaa, l’ente americano per gli oceani e l’atmosfera che monitora il sole insieme alla NASA con i satelliti GOES, ha parlato di attività moderata nei prossimi due-tre giorni, con possibilità però di ‘brillamenti’ isolati di classe X, la più intensa per le eruzioni solari, soprattutto oggi.

Intanto però si attende l’arrivo sulla terra delle particelle potenzialmente più dannose per i satelliti in orbita, prodotte dalla violenta eruzione di lunedì mattina, di classe 7 nella fascia X, su un totale di 9. Si tratta di protoni energetici ed elettroni lenti, spiegano gli esperti, che vengono trascinati dal vento solare insieme al campo magnetico generato dall’esplosione solare e che di solito ci mettono circa due giorni per raggiungere la terra. Al contrario dei raggi X e degli ultravioletti generati dall’eruzione solare che invece viaggiano alla velocità della luce, impiegando appena otto minuti ad attraversare i 149 milioni di chilometri che separano il sole dalla terra.
Al momento il vento solare viaggia ad una velocità di 508 km/s, secondo le rilevazioni dell’osservatorio solare SOHO della Nasa, dopo aver superato i 600 km/s di lunedì mattina durante l’eruzione.
Secondo gli esperti, l’entità dei problemi si potrà capire solo all’arrivo dello sciame di particelle. Molto dipenderà anche dalla polarità del campo magnetico in arrivo sulla terra, che i satelliti del NOAA potranno accertare anche con diverse ore di anticipo.

Le tempeste geomagnetiche causate delle eruzioni solari di solito producono delle bellissime aurore boreali e per fortuna la maggior parte degli effetti nocivi per l’uomo vengono intercettati dallo ‘scudo’ del campo magnetico terrestre – spiega Settimio Grimaldi, dell’Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare del CNR -. Finora non si è mai verificato un evento tale da causare un black out nelle comunicazioni radio e telefoniche. Nel 2003 il guasto alla centrale elettrica canadese, il danno più grave causato da eventi di questo tipo negli ultimi anni, è stato provocato dal fatto che l’eruzione era direttamente in linea verso la terra. Quella di lunedì, invece, è avvenuta nell’area sul bordo e non era diretta. Rispetto agli albori della radio – aggiunge il ricercatore del CNR -, quando Guglielmo Marconi per primo si accorse che l’attività solare incideva direttamente sulle trasmissioni, le frequenze radio oggi sono cambiate e quindi ci sono piu’ difese. Questo pero’ non esclude eventi di grande intensita’, ma in quel caso ci si deve preoccupare più degli effetti sulla salute che della difficoltà di telefonare. Altro discorso, invece, per i satelliti in orbita alta. A rischio, in questo caso, sono i computer e i pannelli solari di bordo“.

Per quanto riguarda il picco previsto nel presente ciclo solare nel 2013, quando secondo gli esperti potrebbe ripetersi il disastroso “evento Carrington” (l’eruzione solare che nel 1859 colpì le comunicazioni di allora e che questa volta potrebbe invece causare danni seri non solo ai satelliti), secondo Grimaldic’e tutto il tempo” per mettere in atto una serie di contromisure, che sono già allo studio.

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