Il terremoto di magnitudo 5,8 che ieri sera ha colto di sorpresa gli Stati Uniti non avrebbe dovuto poi essere cosi’ inatteso. L’area dell’epicentro e’ infatti nota da tempo come Central Virginia Sismic Zone: ”in quest’area la sismicita’ e’ bassa, ma non nulla”, ha dichiarato all’Ansa il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Molto probabilmente a scatenare il sisma e’ stato un ”sussulto” degli Appalachi, una catena montuosa molto antica e che, a torto, si riteneva ormai in completa quiete: ”questi monti – spiega Amato – si sono formati fra 300 e 500 milioni di anni fa, prima che nascessero le Alpi e prima che si formasse l’oceano Atlantico, ma evidentemente conservano ancora una piccola deformazione che puo’ dar luogo a terremoti”. E’ accaduto, per esempio, nel 1774, anno del sisma piu’ antico del quale si hanno testimonianze in quest’area, e poi nell’800, con 4 o 5 terremoti (l’ultimo dei quali nel 1875), tutti di magnitudo stimata fra 4,5 e 4,8: di gran lunga inferiore a quella del terremoto avvenuto alle 19,51 (ora italiana) di ieri.
Secondo stime internazionali, ogni 100 anni c’e’ l’1% di probabilita’ che avvenga un terremoto di questa magnitudo: ”molto bassa su una grande scala temporale, ma comunque non nulla”, osserva Amato. La Central Virginia Seismic Zone, prosegue l’esperto, ”e’ piuttosto lontana dai margini di placca importanti’‘, ossia dalle grandi faglie che si estendono nel Pacifico, da California a Messico fino all’Alaska, e nella dorsale medio atlantica, in corrispondenza della quale la placca nordamericana spinge contro quella euroasiatica. Per questo motivo le repliche che stanno avvenendo in queste ore ”sono relativamente poche, come spesso accade nei terremoti che avvengono fuori dai margini di placca“. Un’altra caratteristica di questa zona, infine, e’ ”la bassa attenuazione delle onde sismiche: un fenomeno – osserva il sismologo – per il quale anche un terremoto molto piccolo puo’ essere avvertito a grandi distanze”.
A fare da amplificatore del terremoto, che e’ stato anche molto superficiale (appena sei chilometri di profondità) sono state le rocce molto antiche tipiche di questa zona ed e’ questo il motivo per cui la scossa e’ stata avvertita cosi’ chiaramente fino a Washington e a New York dove, intanto, si contano i danni.
I ministeri sono rimasti chiusi anche oggi per precauzione, e per gli impiegati pubblici americani è iniziato il telelavoro.
Le conseguenze piu’ gravi si registrano a Washington, l’area metropolitana piu’ vicina all’epicentro della scossa, nelle campagne della Virginia, dove è stato lesionato l’obelisco a due passi dalla Casa Bianca, che con i suoi 169 metri e’ la piu’ alta costruzione della citta’. Rimarra’ chiuso al pubblico sino a data da definirsi.
Danni anche alla National Cathedral, la grande cattedrale della parte nord della capitale americana. Qui il terremoto ha fatto crollare alcuni pennacchi delle guglie di questa chiesa in stile neo-gotico. Qualche vetro in frantumi anche nel Smithsonian Institution Building, un castelletto ottocentesco sede della piu’ importante istituzione museale d’America, lungo Pennysilvania Ave. Mentre sono in corso ancora le ispezioni, secondo le prime stime il costo totale del sisma si dovrebbe aggirare su qualche milione di dollari. Qui a Dc, la stragrande maggioranza della gente non ha mai vissuto sulla propria pelle una scossa di terremoto, evento rarissimo da queste parti. Cosi’ in citta’, anche oggi, non si parla d’altro. E il Washington Post ha chiesto ai lettori di inviare le proprie foto e i video girati ieri durante il terremoto, da ‘postare’ sul sito web del giornale.
Intanto, nel Distretto di Columbia e nelle zone residenziali circostanti, dal Maryland alla stessa Virginia, tantissime scuole oggi sono rimaste chiuse. I trasporti pubblici, a partire dalla rete metropolitana, hanno ripreso a funzionare normalmente. Ma tantissimi palazzi dove hanno sede le agenzie federali e i ministeri sono rimasti off-limit, in attesa di sapere l’esito dei test di stabilita’. Cosi, aspettando la riapertura degli uffici, l’Office of Personnel Management, la struttura che gestisce gli impiegati statali, ha deciso di ricorrere in modo massivo al telelavoro. In particolare, e’ stato deciso che gli ”emergency employees”, i lavoratori di cui il ministero non puo’ fare a meno, devono comunque recarsi al loro posto, mentre gli altri, gli impiegati ”non emergency” sono autorizzati a non presentarsi al lavoro. Tuttavia sono tenuti a mettersi comunque in contatto con i loro capi per stabilire come lavorare da casa, il cosiddetto ‘telework’.