Area 51: una base segretissima

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In pieno deserto del Nevada, precisamente a Groom Lake, sorge la segretissima AREA 51. Nascosta a qualsiasi cartina geografica o mappa stradale, l’area nasconde da sempre i segreti delle sue attività. L’ingresso principale è segnato da una strada sterrata che si biforca dalla statale 375 nella contea di Lincoln e che poi interseca la pista che conduce da est al Groom Lake, attraversando a sud la catena delle Groom Mountains, una serie di alture che corrono quasi parallele alla statale 375 e che, di fatto, impediscono la visione a distanza dell’Area 51. E’la zona denominata “La cassetta della posta”. Cosa ci sia nel suo interno e quali siano le attività svolte sono infatti segreti che il Pentagono non fa trapelare. Sono stati molti i film, i documentari, i libri e le riviste dedicati a quest’area, e tanti sono stati i curiosi che hanno cercato nel tempo di avventurarsi nel suo interno; di scattare fotografie, realizzare filmati, addirittura anche in piena notte. Ma purtroppo la sorveglianza armata non permette l’entrata alla suddetta zona, vasta addirittura 26.000 chilometri quadrati. Nel caso in cui si dovesse essere scoperti a scattare fotografie c’è il rischio di pesantissime multe o di subire arresti, ma nel caso in cui si provassero ad oltrepassare i limiti territoriali imposti, c’è addirittura il rischio di essere sparati a vista dai militari che piantonano il territorio. Come ogni segreto, anche questo ha ispirato tantissime teorie cospirative che trattano di UFO, dischi volanti ritrovati o addirittura di corpi alieni. Fonti non certe parlano di una struttura sviluppata a notevoli profondità, tanto che gli eventuali esperimenti alieni sarebbero stati compiuti a decine di metri sottoterra. Queste strutture sarebbero state gestite dalla CIA fino al 1972, sin quando passarono all’Air Force Systems Command. Recentemente alcuni ex-funzionari che hanno lavorato nell’Area 51 sono stati autorizzati a rilasciare dichiarazioni, affermando che l’Area serviva per lo sviluppo e il test di apparecchiature tecnologicamente all’avanguardia, come ad esempio i recenti Stealth (gli aerei “invisibili”). Sembra utilizzata infatti per lo sviluppo, il test e le fasi di addestramento di nuovi aerei. Questa tesi è supportata dal fatto che l’esterno di tale area è provvista di lunghissime piste d’atterraggio e che nel corso della notte, molti testimoni sostengono di aver visto levarsi oggetti volanti non identificati. Una pista di decollo lunga circa 4500 m attraversa infatti il Groom Lake. Tra gli ex-dipendenti che hanno provato a descrivere le attività nel suo interno c’è Robert Scott Lazar. Lazar è un imprenditore statunitense, nonché fisico e figura molto controversa nella recente discussione sugli UFO dell’AREA 51. Lazar dichiarò di aver lavorato presso l’area S-4 del Nevada Test Site sotto speciale richiesta di Edward Teller. Egli sostiene che la CIA avrebbe cancellato la sua identità quando iniziò a lavorare nell’area 51, e che la sua casa sarebbe stata oggetto di continue perquisizioni. In una sua nota intervista, Lazar descrive alcuni dischi volanti nei dettagli, dopo averli disegnati, e dice che questi “aeromobili” si sostentavano grazie a tre specie di “marmitte pieghevoli”, che permetterebbero di scegliere le direzioni di volo, ma paradossalmente dice anche che questi oggetti erano tanto veloci e potenti, quanto instabili. I cosiddetti UFO non sarebbero stati costruiti da umani, in quanto la cabina di pilotaggio era a dimensione di bambino; quindi con questa affermazione Lazar vorrebbe documentare la tesi secondo cui questi mezzi tecnologici sarebbero stati costruiti e pilotati da alieni; inoltre i velivoli non avrebbero presentato punti di saldature, come se fossero stati interamente formati da un unico pezzo e per di più di un materiale sconosciuto sulla terra. Bob Lazar dichiarò che nell’80 l’area 51 servì per sperimentazioni aeronautiche, poiché è ben protetta dalle montagne a tal punto che nessun dispositivo capta le onde radio oltre le stesse, cosicché non trapela neanche una notizia riguardante agli aerei spia che si collaudano anno dopo anno. Ma Lazar non è l’unico ad aver descritto le attività all’interno dell’area come ricerca UFO. Negli anni ’80, un giornalista ed ufologo che risponde al nome di Mike Hunt fu tra coloro che associarono le attività di Area 51 agli UFO. Nelle sue testimonianze, Hunt sosteneva di aver lavorato laggiù nei primi anni ’60 per conto della Commissione Atomica Statunitense, e di aver appreso che un UFO vi sarebbe stato trasportato dalla base aerea di Edwards, in California. Hunt avrebbe visto contenitori con il timbro :” Project Red Light“, uno dei supposti progetti governativi segreti americani sugli UFO, su cui circolano da anni varie testimonianze. Secondo le sue fonti il “Project Red Light” avrebbe incluso lo studio di due alieni e della propulsione di almeno tre UFO catturati. Stevens ha anche riferito di un incontro di un pilota militare con un vero e proprio UFO avvenuto nel ’77 nel cielo della vicina base di Tonopah , e l’avvistamento sulla zona, nel ’78, di un grande sigaro grigio accompagnato da due elicotteri militari. Hunt, inoltre, avrebbe visto al suolo un disco di color opaco del diametro di 8-9 m, e avrebbe più volte constatato che le frequenze radio della base erano come “ammutolite” per cause a lui misteriose. Un operatore radar che lavorava in una torre di controllo al limite nord del poligono di Tonopah, invece, ricevette spesso l’ordine di ignorare gli oggetti volanti non identificati che osservava sugli schermi dei sistemi radar. Ma cosa c’è di vero in tutte queste teorie? L’Area 51 è “semplicemente” una base segreta dove vengono sviluppate apparecchiature militari segretissime e nuovi aerei, magari velivoli spaziali, o nasconde qualcosa di più misterioso? Ai posteri l’ardua sentenza.   

   

Fonti: Wikipedia.org –  Ufonline

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