Le simulazioni teoriche prevedono che nelle stelle Delta Scuti lo strato si estenda solo per circa l’un per cento del loro raggio, ma che possieda un’energia ancora sufficiente per produrre oscillazioni (simili a quelle solari) che finora non erano mai state osservate data la loro estrema debolezza. L’analisi dello spettro della stella ottenuto ad alta risoluzione ha permesso poi agli astronomi di definirne con precisione alcune caratteristiche come la temperatura superficiale, la massa, l’abbondanza di elementi chimici pesanti e la velocità di rotazione. ”Grazie a questa analisi – spiega Antonio Frasca, l’astronomo italiano che firma lo studio insieme a Giovanni Catanzaro – abbiamo messo in luce l’insolita composizione chimica dell’atmosfera di questa stella, piu’ povera di elementi pesanti e piu’ ricca di elementi leggeri rispetto ai valori tipici osservati in questa classe di oggetti. Questo fenomeno e’ probabilmente connesso alla diffusione e ‘sedimentazione’ dei vari elementi chimici che compongono la stella causata dalla sua bassa velocita’ di rotazione”.
Astronomia: anche le stelle più pesanti “danzano” come il sole
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