Astronomia: i buchi neri primordiali

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credit: Princeton University/Tim Sandstrom

Un nuovo studio suggerisce che gli scienziati potrebbero essere in grado di individuare le prove dell’esistenza della materia oscura osservando le increspature sulla superficie delle stelle. Tali vibrazioni potrebbero indicare che un oggetto sconosciuto formato da ipotetica materia oscura, denominato buco nero primordiale, potrebbe essere passato attraverso le stelle. Le increspature potrebbero quindi fornire le prove visibili della materia oscura, che si pensa che occupi l’80% di tutta la materia dell’universo, anche se sino ad ora ha eluso qualsiasi rilevamento diretto. L’identificazione potrebbe avere profonde implicazioni per la nostra comprensione dell’universo primordiale della stessa materia oscura. Gli scienziati ritengono che solo il 4% dell’universo sia composto da materiale “normale” che è possibile osservare; tutto il resto è energia e materia oscura che come detto non è ancora stata osservata, se non attraverso gli effetti gravitazionali su altri oggetti. Il nuovo studio quindi potrebbe aiutare gli scienziati a capirne molto di più. I ricercatori hanno anche simulato cosa accadrebbe se un buco nero primordiale passasse attraverso una stella. I buchi neri primordiali sono i resti di quello che viene chiamato Big Bang, ossia l’evento esplosivo che avrebbe dato inizio all’universo conosciuto. Questi strani oggetti, ancora inosservati, sono una delle varie strutture cosmiche che possono essere fonte di materia oscura. I buchi neri primordiali sarebbero molto più piccoli dei normali e più conosciuti buchi neri, e viste le loro dimensioni non riuscirebbero ad inghiottire una stella e la sua luce. Piuttosto una eventuale collisione, causerebbe notevoli vibrazioni sulla superficie delle stelle. “Per immaginare la struttura di questi oggetti, dovremmo immaginare l’increspatura dell’acqua all’interno di un palloncino“, ha detto l’autore dello studio Michael Kesden della New York University. Osservando infatti il movimento della superficie stellare, è possibile capire cosa stia accadendo nel suo interno. Se i buchi neri primordiali dovessero esistere per davvero, i ricercatori sostengono che prima o poi saranno osservati. Le simulazioni cercheranno anche di capire numericamente quanto siano grandi questi oggetti. Potrebbero essere delle dimensioni di un grosso asteroide. Ora che sappiamo che questi oggetti sono in grado di produrre vibrazioni rilevabili nelle stelle, sarà possibile osservare un campione ben più ampio. La Via Lattea dispone di 100 miliardi di stelle, quindi circa diecimila eventi potrebbero essere osservati ogni anno nella nostra galassia. Se solo si sapesse dove cercare…..!

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