E’stato omaggiato di tanti e lunghi applausi il ricercatore italiano Dario Auterio che oggi all’Auditorium del Cern di Ginevra ha illustrato e spiegato i sorprendenti risultati ottenuti sulla velocità dei neutrini dall’esperimento Opera (il quale osserva il fascio di neutrini che va dal Cern di Ginevra ai Laboratori del Gran Sasso). Nelle due ore di spiegazione, di fronte ad una sala gremita ed interessata, il pubblico si è rivelato animato da un sano scetticismo scientifico. La spiegazione attraverso foto, grafici, testi e diagrammi, ha dimostrato come i neutrini siano stati più veloci della velocità della luce di 60 nanosecondi su una distanza di 730 Km. L’analisi dei dati raccolti negli ultimi tre anni dimostra che i neutrini battono di circa 20 parti per milione i 300.000 chilometri al secondo ai quali viaggia la luce. Il primo commento in sala è stato affidato a Samuel Ting, premio Nobel per la fisica, che ha citato anche il prof.Antonio Zichichi. Le domande successive hanno chiarito che tutti i possibili fattori sono stati presi in considerazione. Il risultato è stato ottenuto con una serie di misure ad altissima precisione, realizzate in collaborazione con gli esperti di metrologia del Cern e di altre istituzioni. La distanza tra l’origine del fascio di neutrini e il rivelatore Opera è stata misurata con un’incertezza di 20 centimetri sui 730 chilometri del percorso e il tempo di volo dei neutrini è stato determinato con una precisione di meno di 10 nanosecondi, utilizzando strumenti molto sofisticati, come sistemi Gps progettati appositamente per l’esperimento e orologi atomici. «Abbiamo sincronizzato la misura dei tempi tra il Cern e il Gran Sasso con un’accuratezza al nanosecondo e abbiamo misurato la distanza tra i due siti con una precisione di 20 centimetri – ha detto Autiero – Nonostante le nostre misure abbiano una bassa incertezza sistematica e un’elevata accuratezza statistica e la fiducia riposta nei nostri risultati sia alta, siamo in attesa di confrontarli con quelli provenienti da altri esperimenti». E dagli Stati Uniti al Giappone sono già pronti i primi test che dureranno mesi, per verificare l’attendibilità dell’esperimento. Comincia ora un duro lavoro; la scienza infatti si basa su ciò che può essere realmente dimostrato.
La chiesa ha subito manifestato la sua idea attraverso mons. Mauro Cozzoli, ordinario di Teologia morale alla pontificia universita’ Lateranense, che ha commentato all’Ansa affermando che non esiste nessun timore dell’uomo di fede davanti alle scoperte scientifiche come quella della capacita’ dei neutrini di superare la velocita’ della luce perchè “indagare la natura in maniera scientifica significa proprio penetrare sempre piu’ profondamente i disegni di Dio sulla Creazione. Avvicinarsi con desiderio di verita’ e non per altri motivi alla natura e al mondo e’ sempre un evento positivo – rassicura il teologo – perche’ significa metter in atto quell’intelligenza che Dio ci ha dato. E proprio con l’uso della nostra intelligenza noi sintonizziamo sempre di piu’ con la sapienza creatrice divina vale a dire con l’intelligenza di Dio”. ”L’atteggiamento e’ di apertura, diro’ di piu’, di fiducia. Da una parte perche’ si scoprono verita’ e scoprire verita’ e’ proprio la missione che Dio ha dato all’uomo donandogli l’intelligenza; dall’altra, perche’ si devono tradurre poi queste verita’ d’ordine scientifico in mezzi e tecnologie buone e a favore dell’umanita’, in quanto, come purtroppo sappiamo, ci puo’ essere anche una traduzione negativa della scienza a detrimento dell’umanita”’. Il neutrino che va piu’ veloce della luce mette in discussione la categoria fisica e filosofica del tempo come l’abbiamo finora consociuta. Che cosa ci dice la Bibbia sul tempo? ”Ci dice che il tempo non e’ una caduta nel nulla – ha aggiunto – e’ molto di piu’. Molto spesso si concepisce il tempo come un divenire che nell’atto stesso di attuarsi poi non c’e’ piu’, finisce. Invece la fede ci apre degli orizzonti, ci dice che il tempo e’ un cammino progressivo, e’ un divenire progressivo che va verso il compimento dell’umanita’ e della Creazione in Dio. La fede da’ al divenire temporale la meta della pienezza, della realizzazione ultima della salvezza. Nella fede cristiana non rientra quindi una concezione nichilistisca, pessimistica del tempo. E neppure una fatalistica, il cosiddetto ‘eterno ritorno’. Al contrario si tratta di una concezione itinerante e da che cosa e’ dato questo pellegrinare del tempo? Dalla sua meta ultima che e’ il compimento in Dio dell’umanita’ e della creazione. Noi uomini siamo i pellegrini del tempo, e in questo pellegrinare trasformiamo il tempo in storia. Le scoperte scientifiche si inseriscono all’interno di questo pregresso che per il cristiano e’ un progresso salvifico”. Ma il neutrino che batte la velocita’ della luce mette in discussione la progressione lineare del tempo, prefigurando persino fantascientifici viaggi nel tempo. Se cio’ fosse confermato la fede entrerebbe in crisi? ”No assolutamente – aggiunge mons. Cozzoli – perche’ per quanto queste scoperte possano essere forti, sono sempre umane e mai divine e quindi sempre contrassegnate dal limite umano. E’ nella stessa concezione scientifica del cosmo la non eternita’ del cosmo, allora questa fine e’ un annientamento o una pienezza? La fede ci dice che questa fine e’ una pienezza ma una pienezza e’ possibile soltanto in un Dio redentore. Certamente si aprono nuovi orizzonti con il progresso della scienza ma sono sempre orizzonti umani che non diranno mai una liberazione e una salvezza pienamente umana del mondo”.
I risultati, se confermati, possono rimettere in discussione le regole della fisica cristallizzate dalle teorie di Albert Einstein, secondo le quali niente nell’universo può superare la velocità della luce. Se tutto ciò fosse confermato Einstein resterà comunque uno dei più grandi scienziati di sempre. I ricercatori infatti affermano che la scienza prosegue sempre le sue conoscenze, ed arriva a scoprirne delle nuove anche grazie a quelle precedenti, magari non propriamente corrette. E’stato così da sempre, dalla notte dei tempi. ”Cambierebbero il nostro modo di vedere l’universo”, ha detto il presidente dell’Infn, Roberto Petronzio. Per il filosofo Giulio Giorello, dell’universita’ di Milano, ”e’ ancora presto per dire che si e’ superato Eistein allo stesso modo in cui lui superò le teorie di Newton. Prima, per esempio, bisognera’ trovare una teoria che spieghi quello che si e’ osservato”. Di certo, ha aggiunto, il superamento della velocita’ della luce ”rappresenta una violazione della relativita’ ristretta pubblicata da Einstein nel 1905, e cio’ vuol dire che dobbiamo rivedere alcune idee fondamentali”, serve insomma ”un ripensamento profondo”. Si potrebbe aprire un momento eccitante per la scienza, ha aggiunto Ruocco, come quello tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 e vi potrebbe essere spazio per scommesse intellettuali a cui dedicarsi. Ci vorrà circa 1 anno per avere delle conferme. Chi vivrà….vedrà!