Secondo il gip di Napoli – che ha disposto l’arresto dello stesso Lavitola, di Giampaolo Tarantini e della moglie per estorsione a Berlusconi – la conversazione in questione è ”rilevante” in quanto attesta la ”speciale vicinanza” tra il premier e Lavitola e la ”natura dei rapporti” tra i due, ”rivelandosi Lavitola impegnato sostanzialmente quale attivo e riservato ‘informatore’ su vicende giudiziarie che, benche’ riguardanti terzi, appaiono di specifico e rilevante interesse dello stesso Berlusconi”. Viene quindi riportato il contenuto della conversazione nella quale, scrive il gip, ”al di la’ del merito delle considerazioni che provengono dal Lavitola, e’ soprattutto di procedimenti giudiziari che egli discorre, riferendosi in particolare a quello condotto qui a Napoli sulla cosiddetta ‘P4′ nonche’ ad altri potenziali procedimenti riguardanti fatti accaduti a Bari e di cui il Lavitola sembra avere notizie”.
E’ Berlusconi a contattare Lavitola sull’utenza panamense di quest’ultimo alle ore 23 e 14 del 13 luglio facendosi introdurre da un tale ‘Alfredo’. La telefonata dura piu’ di 13 minuti, durante i quali si parla di vari argomenti, in particolare di vicende giudiziarie. E’ in questo contesto che si coglie l’amarezza del premier. ”…anche di questo – dice Berlusconi, a proposito di alcuni aspetti della vicenda P4 – non me ne puo’ importare di meno… perche’ io …sono cosi’ trasparente..cosi’ pulito nelle mie cose..che non c’e’ nulla che mi possa dare fastidio..capito?..io sono uno..che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato…quindi..io sono assolutamente tranquillo…a me possono dire che scopo..e’ l’unica cosa che possono dire di me…e’ chiaro?..quindi io..mi mettono le spie dove vogliono..mi controllano le telefonate..non me ne fotte niente…io..tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei…da un’altra parte e quindi…vado via da questo paese di merda…di cui…sono nauseato…punto e basta…”.