Mentre il mondo consuma sempre più energia prodotta da combustibili fossili, le concentrazioni di gas serra continueranno ad aumentare e la temperatura media della Terra salirà di conseguenza. Almeno, questo è ciò che dicono i modelli attualmente disponibili. Il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) stima che la temperatura media della superficie terrestre potrebbe aumentare tra i 2°C e 6°C entro la fine del 21° secolo. Ci sono tuttavia anche delle critiche e delle teorie alternative in merito a questi modelli, forse troppo estremi. Per la stragrande maggioranza del pianeta, il riscaldamento globale potrebbe essere tradotto in giornate sempre più calde con meno giorni freddi, un pò come già sta accadendo sulla Terra. Le ondate di calore saranno sempre più evidenti e più frequenti. Luoghi posti ad alte latitudini e luoghi umidi tenderanno a ricevere maggiori precipitazioni, mentre le regioni tropicali e in generale i luoghi asciutti riceveranno probabilmente meno pioggia. Gli aumenti di precipitazioni arriverrano grazie a fenomeni sempre più estremi e non con un aumento medio dei giorni piovosi; più forti saranno queste tempeste, più lunghi saranno i periodi soleggiati che seguiranno i fenomeni, per cui la frequenza e la gravità della siccità aumenterà. Gli uragani probabilmente aumenteranno la loro intensità a causa delle temperature superficiali oceaniche più elevate. Così, uno degli effetti più evidenti del riscaldamento globale sarà il cambiamento delle temperature medie e delle precipitazioni estreme. Gli scienziati stanno monitorando anche le grandi lastre di ghiaccio in Groenlandia e nell’Antartide occidentale, luoghi nei quali la fusione dei ghiacci sta aumentando grazie alle temperature di superficie in aumento più che in ogni altro luogo. Ognuno di questi strati di ghiaccio contiene abbastanza acqua per aumentare il livello del mare di 5 metri e se la temperatura media dovesse continuare ad aumentare allo stesso tasso, è solo una questione di quando accadrà, e non “se dovesse accadere”. Certo, ci sono previsioni che parlano di scioglimento totale entro il 2100, ma noi dubitiamo di previsioni a così lunga scadenza. Per quanto riguarda gli ecosistemi invece, le specie che non riusciranno ad adattarsi abbastanza velocemente ai cambiamenti si troveranno ad affrontare l’estinzione.
In definitiva, il riscaldamento globale avrà un impatto sulla vita terrestre abbastanza importante. La portata del cambiamento dipende probabilmente anche da noi, a parte le variabili naturali che naturalmente esistono e che sono sempre esistite. Ma la domanda che ci poniamo è la seguente: quanto influirebbero in questo momento le variabili naturali senza le attività umane? In questo articolo non è nostra intenzione fare del catastrofismo, ma vogliamo sempicemente informare il lettore di quello che potrebbe rappresentare la realtà. Negli ultimi anni i fenomeni atmosferici sembrano essere più estremi, le ondate di calore sempre più frequenti rispetto a quelle fredde, i record caldi sempre più numerosi rispetto a quelli freddi. Recentemente abbiamo anche notato la minima estensione dei ghiacci artici, una siccità epocale in Africa, e sono molti gli interventi umani atti a preservare i ghiacciai alpini. Insomma, qualcosa di veritiero evidentemente si sta verificando. Di quanto e se l’uomo ne sia responsabile non è ancora dato sapere, ma ciò che vogliamo infondere in ognuno di noi è la consapevolezza di come la nostra Terra necessiti a prescindere, di tanto, tanto rispetto. Poi, lasceremo alla natura decidere il nostro destino.