Silvio Berlusconi sceglie il pubblico dei giovani Pdl della Festa di ‘Atreju‘ per parlare a 360° della situazione politica e sociale del Paese e del mondo, mettendosi a disposizione dell abase del suo partito e ascoltando le richieste provenienti dalla platea, rispondendo una ad una a tutte le domande dei suoi militanti.
Il premier ha spiegato che la legislatura arriverà alla fine, e ha detto che “abbiamo ancora 18 mesi per realizzare le riforme” dello Stato, della giustizia e del fisco. Nel giorno di nuove tempeste sui mercati che hanno penalizzato lo spread tra i titoli italiani e tedeschi e di ulteriori polemiche per le interecettazioni del caso Tarantini finite sui giornali, e per cui alcuni deputati Pdl chiedono al Guardasigilli di inviare gli ispettori alla procura di Napoli, il premier ammette di avere ogni tanto la tentazione “scappare” ma poi assicura: “Resto per cambiare il sistema“.
I giovani gli chiedono se sarà ancora lui il candidato premier nel 2013, e lui ha spiegato che sarà “una decisione da prendere a seconda della situazione che si appalesera‘” ma di sicuro “gli elettori moderati prevarrano su questa sinistra che abbiamo la disgrazia di trovarci di fronte, non avendo nessun esponente degno di essere pensato come presidente del Consiglio“. Berlusconi, pero’, il suo sogno nel cassetto ce l’ha: “Il mio pensiero non recondito ma piu’ volte dichiarato e’ quello di vedere prossimamente Gianni Letta presidente della Repubblica e Angelino Alfano presidente del Consiglio“. Nel suo intervento, e nelle risposte alle domande dei giovani dell’organizzazione che fa capo a Giorgia Meloni e Annagrazia Calabria, Berlusconi torna a polemizzare con i magistrati: “Un paese senza privacy non e’ certamente un paese completamente libero” e “in questo momento lo strapotere che si e’ preso la magistratura che da ordine dello Stato si configura ogni giorno di piu’ come potere senza controllo esterno e’ intollerabile“. Si tratta di una situazione, da “combattere e cancellare“.
Il Cavaliere ribadisce il suo ‘j’accuse’: “I cittadini sono depositari della sovranita’ popolare; i cittadini votano e col voto passano la sovranita’ popolare al Parlamento e ai suoi membri. I membri del Parlamento votano, ma il risultato del loro viene abrogato. Sintetizzando e semplificando oggi la sovranita’ popolare non e’ piu’ dei cittadini e del Parlamento ma e’ dei magistrati di Magistratura democratica“.
Dal premier, poi, arriva una dettagliata speigazione di come si e’ arrivati alla manovra a seguito di precise domande dei giovani del Pdl su quest’argomento: dalle richieste della Bce, alle consultazioni con le parti sociali, al lavoro “spalla a spalla con Tremonti“, all’unanimita’ in Cdm dopo aver convinto alleati e ministri. “Non c’e’ tecnico al mondo che sarebbe riuscito a fare il miracolo che noi abbiamo fatto“, rivendica, e cita l’esecutivo di Marco Minghetti 140 fa come unico precedente di governo che riesce a fissare il pareggio di bilancio come fara’ quello italiano nel 2013. Naturalmente, un punto di equilibrio si e’ dovuto trovare con la Lega: ”Si fa cosi’ perche’ e’ un do ut des” afferma il premier. Tranchant il giudizio sull’opposizione che insieme ai suoi giornali ha avuto un atteggiamento “anti-italiano” raffigurando un esecutivo che non sapeva cosa fare. Lo sciopero, poi, e’ stato, per il premier, l’elemento caratterizzante del “patriottismo” del Pd: “Il segretario del Pd e’ sceso in piazza. Hanno dato una immagine negativa del Paese, contro gli interessi del Paese“, denuncia il presidente del Consiglio.
Inevitabile un riferimento alle cronache giudiziarie. Il bunga-bunga? “Una cosa innocentissima“, e comunque, “Non c’e’ nessuno al mondo che mi possa ricattare” e “non c’e’ nulla che io cambierei”, dice a chi domanda se pensa di aver commesso errori. Non fuma, non balla, non gioca “nemmeno al totocalcio“. Lo spunto per approfondire il discorso e’ arrivato quando il dibattito es’è incentrato sulle questioni legate alla vita privata del premier. “Ho fatto un fioretto, non ho ballato piu’ da 25 anni a questa parte -ha raccontato Berlusconi– Solo una volta ho fatto un giro di valzer con mia madre, ma e’ stato un omaggio nei suoi confronti. Ho fatto altri due fioretti quando avevo 27-28 anni: non ho piu’ fumato, e mi ha fatto bene, e non ho mai piu’ giocato soldi, nemmeno al totocalcio“. A questo punto, tra i sorrisi dei giovani del Pdl, Berlusconi ha specificato: “qualche altra cosa, che non considero un vizio, mi e’ rimasta e spero mi rimanga negli anni“.
Autoassoluzione piena sul fronte del rapporto con Gheddafi: “E’ nel galateo di quei Paesi baciare la mano. Io l’ho fatto adattandomi al galateo: nei confronti di Gheddafi e’ stato un atto non di sottomissione, ma di educazione“. Parola di speranza per quanto riguarda una vicenda che addolora la platea di centrodestra: il caso Battisti: l’ex presidente brasiliano Lula “nel suo giorno ultimo di governo ha dato ascolto ai sondaggi. E’ stata una grandissima delusione -afferma Berlusconi– ma non e’ detta l’ultima parola, penso possano accadere delle cose che possano portare a modficare la situazione. Noi lavoreremo a questo riguardo“. Ma la questione giudiziaria resta pressante, al punto che a margine della festa, a chi gli chiede delle intercettazioni, replica deciso: “Andiamo a vedere le telefonate… Il mandato di cattura e’ successivo di sei giorni“, ha spiegato il premier a proposito della intercettazione telefonica in cui avrebbe consigliato a Lavitola di non tornare in Italia.
I giovani del Pdl stasera sono tornati a casa felici, contenti e soddisfatti.
Nonostante tutto, sanno di avere ancora un leader vero.