Il Dna di tre popolazione africane contemporanee conserva ancora le tracce di antichi incroci fra homo sapiens e ominidi. E’ quanto emerge dalla ricerca pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas. Nella ricerca, coordinato da Michael Hammer dell’universita’ dell’Arizona, e’ stato analizzato il Dna di tre popolazioni che vivono oggi nell’Africa sub-sahariana, chiamate Mandenka, Biaka e San. Il sequenziamento del genoma ha portato a scoprire vere e proprie spie genetiche che testimoniano l’incrocio fra specie diverse avvenuto in passato. Ne sono la prova, per esempio, i lunghi blocchi di sequenze di Dna divergenti. L’ibridazione sarebbe avvenuta in un periodo compreso fra 20.000 e 60.000 anni fa. Le spie del ‘mix’ fra specie, secondo lo studio, sono particolarmente evidenti nelle popolazioni Biaka e San, e in particolare, nei gruppi di pigmei che vivono nell’Africa centro-occidentale, mentre le spie molecolari sono molto piu’ limitate nella popolazione Mbuti, che vive nell’Africa centrale e nella quale le spie genetiche dell’ibridazione hanno una frequenza del 14,8%. Il risultato, sottolineano gli esperti, contrasta con la vecchia credenza che gli ominidi arcaici si siano estinti senza essersi mai incrociati con l’Homo sapiens. E dal momento che l’Homo Sapiens si e’ incrociato anche una volta uscito dall’Africa con specie piu’ arcaiche, come gli uomini di Neanderthal, gli autori della ricerca suggeriscono che tutti gli esseri umani oggi possono portare geni ereditati da specie di ominidi estinte.
Paleontologia: dna rivela incroci tra homo sapiens e ominidi
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