Nel corso dell’ultimo aggiornamento del Comitato Operativo della Protezione Civile, il Comitato tecnico scientifico, sulla base dell’ultimo bollettino emesso dall’Istituto Isti del Cnr per nome e conto dell’Agenzia Spaziale Italiana (quest’ultima anche membro dello IADC – Inter-Agency Space Debris Coordination Committee, rete delle 12 maggiori agenzie spaziali mondiali, tra cui la Nasa) ha comunicato che la probabilità che uno o più frammenti del satellite Uars possano cadere sul territorio Italiano è dell’1,1% nella fascia oraria tra le 03:34 e le 04:12 della prossima notte. Il satellite, infatti, è in ritardo perchè sta viaggiando più lento del previsto, e impatterà nell’atmosfera a notte fonda, intorno all’1:30 secondo gli ultimi calcoli della Nasa.
Per quanto riguarda l’Italia, è escluso lo scenario previsto dalla traiettoria n° 1, quindi il rischio è circoscritto al nord/est.
In considerazione di questo scenario, il territorio potenzialmente interessato dall’evento comprende le Province Autonome di Trento e Bolzano, tutte le province del Veneto e del Friuli Venezia Giulia; Brescia e Sondrio per la Lombardia.
“Pericolo scampato”, invece, per Valle d’Aosta, il Piemonte, la Liguria e l’Emilia Romagna.
La Protezione Civile ha ricordato che “eventi di questo tipo e casi reali di impatto sulla Terra, e in particolare sulla terraferma, sono assai rari. Pertanto non esistono comportamenti di autotutela codificati in ambito internazionale da adottare a fronte di questa tipologia di eventi”. Tuttavia, sulla base delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica, così come confermato in sede di Comitato Operativo, è possibile fornire, pur nell’incertezza connessa alla molteplicità delle variabili, alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di auto protezione qualora si trovi, nella finestra temporale d’interesse per l’Italia, nei territori potenzialmente esposti all’impatto:
- è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti;
- i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
- all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono i vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi);
- è poco probabile che i frammenti siano visibili da terra prima dell’impatto;
- i frammenti di satellite possono sprigionare gas tossici (idrazina). Chiunque avvistasse un frammento dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità e comunque dovrà mantenersi a un distanza di almeno 20 metri.
Il Comitato Operativo sta continuando a monitorare l’evoluzione della situazione in stretto raccordo con le strutture di coordinamento attivate in tutte le regioni interessate.
E, su MeteoWeb, continuiamo a farlo anche noi. Lo faremo no-stop per tutta la notte e, se servirà, fino a domattina. Fino a quando, cioè, l’emergenza non sarà stata dichiarata “superata”, e potremo osservare le foto e i video dell’impatto e ricostruire i luoghi in cui sono caduti i frammenti.