Terremoti: continua lo sciame sismico nell’Appennino parmense. Il punto della situazione

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    MeteoWeb

    Continua, nell’appennino tosco/emiliano, in provincia di Parma, uno sciame sismico che è iniziato nel primo pomeriggio di giovedì 8 settembre con oltre 100scosse, di cui decine superiori alla magnitudo 3 della scala richter. La più forte è stata alle 15:20 proprio di giovedì pomeriggio, con una magnitudo 3,7 richter.
    La durata di questi sciami sismici, spiega l’Ingv, è molto variabile: spesso si esauriscono in pochi giorni ma talvolta durano molti mesi. In rari casi sono il reludio di scosse più forti, ma il più delle volte finiscono con tanti piccoli terremoti. Purtroppo non c’è modo di capire in anticipo l’evoluzione di uno sciame. Recentemente, l’Appennino romagnolo era stato interessato da sciami con caratteristiche analoghe, nella zona del Montefeltro, verso le Marche e a Santa Sofia, che al momento si sono calmate.
    Lo sciame di questi giorni sta interessando l’area dell’Appennino Tosco/Emiliano dove i terremoti sono molto frequenti.
    Dal 2005 ad oggi si sono verificati oltre 3.000 terremoti entro i 100km dalla città di Parma, la maggior parte al di fuori della pianura Padana ma nell’Appennino.
    Storicamente la zona del parmense è stata interessata da terremoti che non hanno mai superato la magnitudo 5,6 richter. I più forti sono quelli dell’11 giugno 1438, con una magnitudo stimata proprio di 5,6 gradi sulla scala richter e gravi danni, del 4 giugno 1572 (magnitudo stimata 5,1 richter), del 4 novembre 1628 (magnitudo stimata 5,2 richter), del 5 novembre 1738 (magnitudo stimata 5,4 richter), del 9 dicembre 1818 (magnitudo 5,6 richter), del 15 luglio 1971 (magnitudo ancora 5,6 richter) e infine quello del 9 novembre 1983, di magnitudo 5,1 richter.
    Anche nel 2008, il 23 dicembre, c’è stato un terremoto moderato/forte nell’area: magnitudo 5,2 richter, ma un pò più a est rispetto alla zona dello sciame di questi giorni.

    Questo sciame sismico è legato alla flessione della placca adriatica al di sotto della catena appenninica e ha carattere compressivo, con direzione di compressione circa nord-sud. L’area più sismica del settore Emiliano dell’Appennino è quella al confine con la Toscana, tra garfagnana e Lunigiana.

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