Assediata dall’acqua, una Bangkok svuotata di centinaia di migliaia di abitanti ha retto oggi i due picchi di alta marea che rischiavano di far esondare il fiume Chao Praya. Ma con la massa d’acqua che preme da nord per defluire verso il Golfo di Thailandia, quindi con l’arrivo di maree ancora più elevate previste tra sabato e lunedì, il centro della capitale rimane in massima allerta per il possibile arrivo delle inondazioni che finora hanno causato almeno 377 morti nel Paese.
Intanto dall’altra parte del fiume alcuni distretti del sobborgo di Thonburi sono sotto un’acqua ormai fetida, così come la fascia nord dove si trova l’aeroporto interno Don Meuang, il cuore di Bangkok finora rimane all’asciutto; un fatto che esaspera i residenti dei sobborghi, convinti di essere stati sacrificati per proteggere la capitale, che contribuisce al 41% del Pil. Hanno finora subito allagamenti solo alcune aree limitrofe al Chao Praya, compresa la zona turistica del Grand Palace, dove questa mattina è stato ritrovato un serpente lungo due metri. L’apprensione dei residenti di Bangkok è comunque evidente: ospedali, uffici, centri commerciali sono protetti da muri di sacchi di sabbia, ormai difficili da trovare. Le singole famiglie difendono le loro abitazioni come possono, in casi estremi anche erigendo muri di mattoni. Il traffico – solitamente caotico – è scorrevole, a riprova che l’invito del governo a concedersi una vacanza nei cinque giorni festivi straordinari è stato accolto in modo massiccio.
Il primo ministro Yingluck Shinawatra ha sorvolato la citta’ in elicottero per controllare la situazione prima di decidere se dare il via allo scavo di un canale di emergenza in alcune arterie della citta’, per drenare l’acqua del fiume. Il progetto dovrebbe essere realizzato nella parte est della metropoli asiatica, a nord dell’aeroporto internazionale Suvarnabhumi, che al momento e’ ancora operativo.
La prolungata emergenza, con una ventina di province centrali ancora allagate, fa salire di giorno in giorno il conto dei danni: la Banca di Thailandia ha rivisto al 2,6% la crescita attesa per il 2011, contro il 4,1 per cento previsto fino a due mesi fa. L’allagamento di circa 10mila fabbriche ha interrotto catene di rifornimento mondiali in particolare nei settori automobilistico ed elettronico, mentre il 14% della produzione di riso è andato distrutto e oltre 600 mila posti di lavoro sono stati bruciati.