Il livello dei ghiacci artici è ai minimi storici, come abbiamo visto in un approfondimento specifico di poche ore fa.
Dagli ultimi dati termici di questi giorni, però, possiamo notare una netta inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni: per la prima volta dal lontano 1996, le temperature di superficie sono in linea (o addirittura di poco sotto) rispetto alle medie del periodo 1961-1990, dopo che per 15 anni consecutivi sono sempre state superiori alle stesse medie storiche. Nell’Artico fa molto freddo, e in modo anticipato, infatti i ghiacci polari marini hanno presentato un minimo di estensione in anticipo di una decina di giorni rispetto al solito.
Il metodo di calcolo delle temperature di superficie sull’Artico, monitorato dal Servizio Meteorologico Danese, consiste nel considerare le temperature elaborate dal modello di calcolo europeo ECMWF, applicandole all’intera area a nord dell’80° parallelo. In questo modo sono state rielaborate le temperature polari fin dall’anno 1958.
Il particolare dato di quest’anno può essere interpretato non solo in ottica climatica (potrebbe trattarsi di un’inversione di tendenza, ma per scoprirlo dobbiamo aspettare prima di tutto i prossimi mesi, e poi anche i prossimi anni!), ma anche in prospettiva meteorologica e previsionale in vista della stagione invernale che, sull’Europa, potrebbe essere più fredda e precoce del normale visto questo raffreddamento anomalo, almeno rispetto agli ultimi 15 anni, del polo nord.
Ecco, ad esempio, un confronto tra quest’anno e il 2007, quando per tutto l’autunno ci furono notevolissime anomalie positive.
