Astronomia: il dilemma di Fomalhaut b

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credit: ESA, NASA and L. Calçada (ESO)

Per quanto gli astronomi continuino ad accumulare scoperte di dozzine di esopianeti, ce n’è uno in particolare che rende la vita difficile agli scienziati: si tratta di Fomalhaut b. Scoperto nel 2008, il minuscolo puntino fu notato mentre si osservava Fomalhaut, una stella posta a soli 7.7 parsec dal nostro sistema solare. E’stato il primo pianeta ad essere ripreso nel visibile, ma adesso la sua identità è stata messa seriamente in discussione. I dati presentati in una conferenza della scorsa settimana, tenutasi nel Grand Teton National Park, nel Wyoming, hanno dimostrato un suo movimento decisamente inaspettato. Fino ad ora Fomalhaut b aveva tutte le caratteristiche per essere difinito un perfetto esopianeta, ma due immagini di Hubble, rilevate tra il 2004 ed il 2006, sono state utilizzate per mostrare come il “pianeta” si stia tracciando un’orbita particolare all’interno di un anello luminoso di polvere che circonda la stella. L’implicazione era che la gravità del pianeta stava aiutando a spazzare via la polvere, più vicino di quanto lo fosse l’anello, dandogli un bordo tagliente interno. Paul Kalas, astronomo presso l’Università di California, Berkeley, e autore principale dello studio del 2008, dice che l’ultima immagine indica che l’orbita del pianeta attraversa il disco di polvere. Questa stessa immagine ha portato Ray Jayawardhana, astronomo presso l’Università di Toronto in Canada, a mettere in discussione l’esistenza del pianeta. Su tale traiettoria, l’influenza gravitazionale del pianeta avrebbe già interrotto il disco chiaramente delineato. “E ‘abbastanza chiaro che la teoria originaria non trova più fondamenti“, dice Jayawardhana. Nonostante Kalas riconosca quanto siano sconcertanti gli ultimi dati a disposizione, continua però a credere che Fomalhaut b sia un pianeta e anzi attacca il suo collega affermando che si sta cercando di creare una polemica inutile. Secondo Kalas centinaia di esopianeti sono stati individuati indirettamente misurando la loro influenza gravitazionale sulle stelle orbitanti intorno ad essi, o grazie alle variazioni di luminosità dovuti al loro transito. Sono davvero pochi, – continua lo scienziato – i pianeti ad essere stati fotografati direttamente. Fomalhaut b è già noto come uno stravagante tra i pianeti extrasolari. E’troppo brillante nella luce visibile rispetto a quanto dovrebbe esserlo. Le sue dimensioni dovrebbero essere solo un paio di volte quelle di Giove, e le osservazioni terrestri nell’infrarosso si sono rivelate infruttuose nonostante questa è la parte dello spettro dove si suppone che i pianeti giovani siano più brillanti. Kalasa però sa dare una spiegazione anche a questo: egli afferma che il sistema di Fomalhaut è più vecchio di quanto si pensasse, e quindi risulta meno caldo e più debole nell’infrarosso. Aggiunge poi che l’eccessiva luminosità nel visuale può essere spiegata dal fatto che il pianeta potrebbe essere circondato da materiale luminoso, così come Saturno è circondato da anelli, che ne aumenterebbe la riflessione complessiva. Ma anche su questo Jayawardhana sembra non essere d’accordo, in quanto sostiene che la luce osservata sarebbe quella della polvere, non della superficie del pianeta, e che quindi continuano a chiamarlo pianeta soltanto per immaginazione. Egli sostiene che sia il momento di guardare la realtà. Christian Marois, dell’Istituto di Astrofisica di Herzberg a Victoria, in Canada, non ama gli argomenti che si basano sulla coincidenza ma afferma che  con un periodo orbitale di circa 800 anni, Fomalhaut b avrebbe dovuto avere cambiato corso poco tempo fa. Jean Schneider, astronomo dell’Osservatorio di Parigi che gestisce il database exoplanet.eu, dice che Fomalhaut b rimarrà nella lista come esopianeta. Ma il 22 settembre scorso, egli stesso ha ammesso i dubbi sollevati. In una e-mail inviata a Schneider, Kalas ha detto che, per essere scrupolosamente leale, Schneider dovrebbe anche ricordare che ci sono dubbi associati a 1RXJ1609, un pianeta ripreso direttamente a lunghezze d’onda infrarosse che Jayawardhana ha co-scoperto e annunciato nel 2008, pochi mesi prima dell’inaugurazione di Fomalhaut b. Jayawardhana suggerisce che la forte concorrenza professionale e il bagliore dei riflettori dei media può alimentare le ‘manie da pianeta’, portando gli astronomi a sopravvalutare le loro scoperte. Curiosamente questo termine fu coniato proprio da Kalas nei confronti del collega per una disputa simile a parti invertite. Insomma, la disputa sembra avere connotati personali più che scientifici ma entrambi combattono per affermare la propria idea. Resta il fascino di un mondo molto lontano che ha da dire ancora tanto ai ricercatori. Gli studi vanno avanti, e probabilmente un giorno conosceremo il “vincitore”.

Credit: NASA

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