In Liguria e in Toscana il 98 per cento dei comuni è a rischio frana o alluvioni. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento agli effetti provocati dal maltempo che ha colpito pesantemente le due regioni. In Liguria i comuni minacciati da frane o alluvioni sono 232 e centomila persone vivono in “zone rosse”.
La situazione non Š meno grave in Toscana dove sono 280 i comuni a rischio frane o alluvioni. Tra i 10 capoluoghi toscani, ben sette – Firenze, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Prato e Pistoia – presentano addirittura il 100 per 100 delle Amministrazioni classificate a rischio. Seguono Arezzo, Siena e Grosseto, rispettivamente con il 97, il 94 e l’86 per cento delle municipalita’ considerate a rischio. L’area interessata dal maltempo Š dunque piu’ fragile rispetto alla media nazionale in Italia dove comunque – precisa la Coldiretti – ci sono 5.581 comuni, il 70 per cento del totale, a rischio idrogeologico, dei quali 1.700 sono a rischio frana e 1.285 a rischio di alluvione, mentre 2.596 sono a rischio per entrambe le calamità. All’elevato pericolo idrogeologico in Italia non è certamente estraneo il fatto che un territorio grande come due volte la regione Lombardia, per un totale di cinque milioni di ettari equivalenti, è stato sottratto all’agricoltura che – afferma la Coldiretti – interessa oggi una superficie di 12,7 milioni di ettari con una riduzione di quasi il 27 per cento negli ultimi 40 anni.
In Liguria “ben 470 chilometri quadrati sono ad elevato rischio idrogeologico e manca un Servizio Geologico”: il risultato e’ un “territorio fragile che non e’ piu’ in grado di sopportare eventi meteorici di una certa portata”. Lo afferma Giuliano Antonielli , Consigliere Nazionale dei Geologi. dinanzi al disastro che ha colpito la regione. Come ricorda in una nota il Presidente Nazionale Gian Vito Graziano”nonostante tutte le emergenze in questo momento nessuna legge organica di governo del territorio vige sul territorio italiano” eppure dal solo 1996 al 2008 sono stati spesi 27 miliardi di euro per dissesto idrogeologico e terremoti. Graziano sottolinea che “6 milioni di italiani abitano nei 29.500 chilometri quadrati del territorio considerati ad elevato rischio idrogeologico e ben 1.260.000 sono gli edifici a rischio frane e alluvioni. Di questi sono 6000 le scuole e 531 gli ospedali”. Il Consiglio Nazionale dei Geologi sottolinea come la stessa “Roma non e’ esente da rischi idrogeologici e da fenomeni di dissesto idrogeologico come le frane, anche se meno eclatanti, localizzate soprattutto lungo i margini occidentali dell’alto di Monte Mario – Gianicolo , o interessanti i versanti piu’ acclini delle valli , approfondite dal reticolo fluviale, anche queste innescate spesso dall’intervento dell’uomo”. Il Consiglio dei Geologi, conclude Graziano, torna a chiedere “una legge organica di governo del territorio che ricostruisca la filiera delle competenze, metta in campo azioni di manutenzione ordinaria e straordinaria dei nostri bacini idrografici, ponga le base di una riforma urbanistica”.