La Patagonia argentina, una delle terre più meridionali del mondo, è rabbrividita dal risveglio di uno dei tanti irrequieti vulcani cileni: l‘Hudson. A cinque mesi dall’eruzione del Puyehue e a quasi vent’anni da una delle eruzioni più violente della storia cilena, l’Hudson ha ripreso a sputare nubi di ceneri e gas con una forza che provoca scosse di terremoto pari a 4,4 gradi di magnitudo della scala Richter in tre zone cilene. L’area alle falde del temibile vulcano, la regione di Aysen, è in queste ore preda di terrore e nonostante il direttore dell’Onemi (della protezione civile di Santiago) Vicente Nunez, ha escluso la possibilita’ di una ”eruzione imminente”, è in atto l’evacuazione della poco numerosa popolazione. L’allerta è di livello rosso e le tempeste di ceneri aumentano di ora in ora. La Patagonia argentina ha visto localita’ gia’ messe in ginocchio dall’eruzione di giugno del Puyehue che, secondo un recente rapporto di un gruppo di esperti dell’Onu, ”provochera’ effetti catastrofici per un numero imprecisato di anni”. I movimenti tellurici sono diminuiti, ma si attende l’eruzione, e qualcuno si affida anche alla preghiera: “Dio ci aiuti“, ha affermato Oscar Sandoval, sindaco de los Antiguos, una delle localita’ patagoniche della provincia argentina di Santa Cruz, dove resta alto lo stato di allerta. Stamani colonne di gas si sono infatti viste anche sul ghiacciaio Perito Moreno, una delle principali attrazioni turistiche dell’Argentina. Ciò che preoccupa, oltre alla vita dei cittadini e ai danni ambientali, è il calo dell’affluenza turistica che inevitabilmente sta colpendo e colpirà queste aree a rischio. Da Bariloche a Villa La Angostura, paradisi naturali delle Patagonia argentina, gli esperti del settore reclamano aiuti da Buenos Aires. La furia del Puyehue e dell’Hudson e’ arrivata infatti in coincidenza con l’avvio della stagione turistica della primavera e dell’estate australe.
Fiato sospeso in Patagonia per l’imminente eruzione del vulcano Hudson
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