La Calabria è attraversata in tutta la sua lunghezza dagli Appennini, che comprendono andando da Nord verso Sud il gruppo montuoso del Pollino, la Catena Costiera, l’altopiano Silano, le Serre e l’Aspromonte. A Nord troviamo la Serra Dolcedorme ed il monte Pollino, che rappresentano le vette più elevate (2267 e 2248 metri s.l.m. rispettivamente) di tutta la regione, pur essendo il secondo, proprio sul confine con la Basilicata. La catena costiera presenta contorni ben definiti confinando a Nord tramite il passo dello Scalone posto a 745 m s.l.m. con l’appennino centro-meridionale, mentre ad Est e a Sud si collega alla Sila tramite la Valle del Crati e del Savuto. La cima più elevata dell’altopiano silano è Botte Donato con i suoi 1928 metri s.l.m. ed attraverso la soglia di Marcellinara, che corrisponde al punto più stretto della regione (30 Km di larghezza), si connette alle Serre che raggiungono con i 1420 m s.l.m. di Monte Pecoraro la cima più elevata. A Sud il Monte Cocuzza svetta sull’Aspromonte (1956 m s.l.m.), del quale è il tetto più alto. L’orografia tormentata calabrese è interrotta dalla piana di Sibari a N/E sullo Ionio, e dalle piane di Sant’Eufemia e Gioia Tauro verso il Tirreno. E’ bagnata ad ovest dal mar Tirreno, ad est dal mar Ionio, a nord-est dal golfo di Taranto e a sud-ovest è separata dalla Sicilia dallo Stretto di Messina, la cui distanza minima tra Capo Peloro in Sicilia e Punta Pezzo in Calabria è di soli 3,2 km, dovuta al legame geologico presente in profondità tra il massiccio dell’Aspromonte e la catena dei Peloritani. Nell’immaginario comune della gente, la Calabria è quella terra dal clima mite, dal bellissimo mare, meta di vacanze estive; e certamente non le si può dare poi troppo torto. La regione è assalita dai turisti nella calda stagione, e gli inverni non sono certamente alla pari con regioni più orientali e/o settentrionali. Ma la Calabria non è solo questo. Chi analizza nel dettaglio il clima calabrese, si accorge come man mano che ci si sposti verso l’entroterra e negli altopiani situati nelle zone interne, il clima si faccia decisamente più continentale, con estremi termici importanti. In alcune di queste aree si pratica dello sport invernale anche a bassa quota, dove sono presenti strutture moderne ed adeguate. Vediamo quindi in dettaglio alcuni di questi estremi termici della regione; noterete come si passerà dall’estate più rovente ad un clima molto rigido. L’ARPA Calabria dispone di centinaia di stazioni meteorologiche di rilevamento sparse su tutto il territorio regionale. Per ognuna di queste sono disponibili archivi climatici e dati in tempo reale. Grazie a questo servizio, abbiamo analizzato gli estremi termici rilevati nel tempo dalle stazioni in questione, considerando naturalmente il periodo di archiviazione dati. Per la nostra ricerca sono stati analizzati soltanto i dati completi e non appartenenti ad archivi troppo limitati, anche se alcune stazioni sono relativamente “giovani”. E’consigliabile pertanto osservare sempre la citazione agli anni effettivamente elaborati, al fine di capire se si tratta di un record storico o relativamente recente.
Cosentino: partendo dal cosentino, tra i record di freddo spicca il dato di Nocelle (1315 m s.l.m.), stazione situata sulle sponde del Lago Arvo (1280 m s.l.m.), proprio nel cuore della Sila. Il luogo risente di inversione termica essendo posto nel bacino lacustre, per cui il raffreddamento radiativo permette valori di tutto rispetto durante le serate serene e con calma di vento. Da notare che questo lago artificiale è stato creato in un’area paludosa, dove precedentemente si suppone che i valori fossero molto bassi. Vedremo come questo sia il valore più freddo attualmente registrato in Calabria. I record caldi del cosentino invece appartengono alla Valle del Crati, dove si sono raggiunti negli anni ’70 addirittura i 45°C. Molti record appartengono alla terribile estate del 2007, che come vedremo ha avuto un’influenza maggiore nel catanzarese. Il cosentino rappresenta la zona monitorata più “estrema”, visto che la differenza termica climatica di quest’area sfiora i 70°C (dal gelo delle conche silane alla fornace delle piane di bassa quota). Recentemente delle rilevazioni da parte di meteoWeb nell’area del Piano Grande di Masistro e del Piano di Mezzo, nell’Orsomarso, hanno evidenziato che le doline di origine carsica calabresi sono sicuramente tra le aree più fredde dell’intera regione. In un solo anno di rilevamenti infatti i due luoghi hanno raggiunto i valori di -19.1°C e di -14.0°C rispettivamente, andando ad insidiare il record assoluto della regione.
Crotonese: mancano vere e proprie stazioni montane, per cui i valori freddi sono meno evidenti. Ma anche in quest’area provinciale le stazioni costiere vantano negli archivi passati valori negativi. Il più basso è quello di Crotone, ma soltanto perchè vanta un archivio storico eccellente. Il dato si riferisce al freddissimo e gelido Febbraio del 1929, mentre varie altre stazioni sono entrate in funzione soltanto negli anni ’80-90. Lo stesso record caldo risale al 1945, a testimonianza del fatto che anche in quegli anni si verificavano picchi assoluti molto elevati. Spiccano i 45.0°C di Cutro dell’Agosto del 1970, che si va quindi ad aggiungere al valore di Cosenza e di Torano scalo. Anche qui si notano i record del 2007, ma quello di Capo Rizzuto ha sicuramente più valenza statistica dal moment0 che resisteva da quasi un trentennio. Freddi i valori minimi di Serrarossa e Cutro, mentre la località che fatica maggiormente a scendere a valori negativi è Cirò marina, posta sulla costa.
Catanzarese: nel catanzarese come abbiamo citato in precedenza, l’estate del 2007 ha fatto crollare tanti record caldi. E’il caso di 10 stazioni su 12: una percentuale elevatissima. Anche in questo caso la palma di località più calda và a parimerito a 2 stazioni di rilevamento: Borgia e Soverato marina (44.4°C), sotto i colpi dei venti di caduta. In caso di venti di discesa dalle montagne l’aria si comprime e nei bassi strati si verificano valori elevati. Il fenomeno, identico a quello che si verifica in Pianura Padana, può produrre in caso di isoterme molto alte questo tipo di record. La stazione di Taverna è posta nella conca Ciricilla della Sila catanzarese, ed è capace di valori molto simili a Nocelle. Purtroppo i dati partono dal 2002, per cui abbiamo un valore decisamente più basso rispetto alla sua compagna silana. Qualche record è stato aggiornato proprio nel 2008, anche se le stazioni hanno un archivio recente.
Vibonese: nella provincia di Vibo Valentia la solita località che spicca a prima vista è Serra San Bruno. Nonostante il record sia dell’ormai lontano e freddissimo 1929, forse la stagione invernale più fredda del secolo, la stazione rileva anche ai giorni attuali minime di tutto rispetto, ampiamente negative. Record a doppia cifra negativa anche per Mongiana, altra località posta sulle serre. Mileto invece rappresenta la località più calda della provincia con un record 45.2°C raggiunti nell’Agosto del 1946. La stazione ha creato un divario molto ampio rispetto alle altre stazioni di rilevamento, alcune delle quali vantano dei record inferiori ai 40.0°C. La causa principale è la quota di queste stazioni di rilevamento, in gran parte dei casi di bassa montagna. Anche questa area è molto dinamica dal punto di vista termico, superando i 61°C di escursione termica climatica.
Reggino: ed infine il reggino, che da come si nota dai dati in tabella, detiene il record caldo di tutta la regione: 45.8°C registrati a Santa Cristina D’Aspromonte nel “recente” Agosto 1999. La stazione rileva dati da 23 anni. Com’è facilmente comprensibile il dato più basso appartiene invece all’Aspromonte, dove nel Marzo del 1949 a Gambarie d’Aspromonte si scese a -12.0°C. Anche Reggio Calabria in passato è scesa sottozero, come quasi tutte le località costiere dell’area del reggino (esclusa Scilla e Punta Stilo). In quest’area Giugno 2007 è stato tra i più caldi mesi di sempre in termini di valori assoluti. Il reggino vanta il record più recente, registrato proprio a Punta Stilo nel Dicembre del 2010: 0.1°C la minima registrata. Il record ha una certa valenza dal momento che la stazione è in funzione da oltre 20 anni. Molti record freddi sono caduti nel reggino nel Febbraio 2008, anche in stazioni pluridecennali. In alcuni casi però, le stazioni di rilevamento hanno subìto degli spostamenti nel tempo, andando ad occupare un’area soggetta ad inversione termica.