Se eravamo in pieno inverno, tra Gennaio e Febbraio, potevamo parlare di una super bufera di neve pronta a paralizzare le grandi metropoli della costa nord-orientale degli USA, incluse Boston e New York. Ma siamo in Ottobre e lungo le coste orientali devi Stati Uniti sta per realizzarsi una configurazione barica del tutto inusuale per il corrente mese. Come al solito le grandi TV commerciali americane hanno cominciato a bombardare la popolazione sull’avvento della grossa tempesta, dalle caratteristiche invernali, che a breve, fra qualche ora, inizierà ab abbattersi con grande forza lungo le coste del New England. Come per il passaggio dell’uragano “Irene” gli statunitensi si mobilitano per affrontare, il meglio possibile, la nuova emergenza in arrivo dall’Atlantico. In questi minuti, dagli uffici del servizio meteorologico statunitense, si stanno lanciando continui allarmi che riguardano un pò tutte le aree costiere del New England. Il primo importante e intenso ” Nor’easter” (le grandi perturbazioni accompagnate da forti venti nord-orientali) di stagione sta per sferzare l’East Coast, dal Long Island fino al Maine, portando con se forti venti, con raffiche capaci di toccare e superare i 90 km/h, localmente anche 100 km/h, mareggiate e soprattutto intense precipitazioni che, grazie alla discesa di un imponente blocco di aria particolarmente fredda dalle pianure del Canada orientale, potrebbero assumere prevalente carattere nevoso fra il Massachusetts, la Pennsylvania, il Vermont, il Connecticut, il New Hampshire e il Maine. Ma delle nevicate, a tratti consistenti, si vedranno anche sullo stato di New York, con il serio rischio di fiocchi umidi pronti a scendere fin su New York, Buffalo e Boston, con possibili accumuli al suolo. Per Ottobre si tratterebbe di un evento a dir poco raro, con pochi precedenti nella storia.
Il “Nor’easter” che sta per abbattersi sul New England è originato dall’incrocio e la convergenza fra masse d’aria molto umide e calde, di origine sub-tropicale marittima, che dall’Atlantico risalgono sino al New England sotto intensi venti da sud-est, contro l’aria molto più fredda e secca, di origini sub-polari, che dalla penisola del Labrador (Canada orientale) scivola fino alle coste nord-orientali degli USA, determinando parecchia instabilità. Lungo la linea di demarcazione fra le differenti masse d’aria, poco a largo della Virginia e delle coste del Delaware, si svilupperà una circolazione depressionaria extratropicale, favorita anche dalla presenza in loco di un’area di vorticità legata ad una perturbazione nella medio-alta atmosfera. Una volta formata e isolato il sistema di bassa pressione tenderà a muoversi parallelamente alla linea di costa degli USA orientali, seguendo un pò il percorso della calda Corrente del Golfo che poi tende a piegare più verso nord-est. Man mano che risale verso nord il vortice depressionario continuerà ad approfondirsi rifornendosi di aria umida e calda, ricca di vapore, dall’Atlantico. Al contempo da NO scivoleranno i primi nuclei di aria fredda, di matrice artico canadese, che si verseranno sulle coste del New England sotto intensi venti da NO o O-NO. L’aria molto fredda canadese interferirà con quella più calda e umida atlantica, da tale scontro termico la ciclogenesi prenderà ulteriore sviluppo approfondendosi progressivamente dalle prossime ore, tanto da sprofondare al di sotto dei 990 hpa. Il profondo minimo ciclonico, tra la prossima nottata e la mattinata di domenica, risalirà fino a Capo Cod, nel Massachusetts, dove apporterà una severa fase di maltempo su tutto il New England, pilotanto dall’oceano estesi fronti nuvolosi carichi di precipitazioni, nevose sino al suolo, che andranno ad investire il Massachusetts, la Pennsylvania, il Vermont, il Connecticut, lo stato di New York, il New Hampshire e il Maine. Su questi stati, a parte le aree costiere affacciate all’Atlantico, si registreranno delle nevicate e dei rovesci di neve che a tratti potrebbero risultare davvero intensi e persistenti, lasciando al suolo accumuli variabili dai 10 cm fino ai 20-30 cm attesi sulle aree collinari interne del Massachusetts, Connecticut, Pennsylvania e stato di New York, dove molti centri e città entro domani mattina potrebbero svegliarsi coperti di bianco, con scenari invernali. Tra la nottata e la mattinata di domenica, con il graduale spostamento verso nord-nord/est della profonda depressione atlantica, le nevicate e i rovesci si abbatteranno con una certa consistenza pure sugli stati del Vermonte, New Hamphire e per ultimo sul Maine, dove localmente, al suolo, si potranno accumulare dai 20 ai 30 cm di neve fresca.
Come anticipato, le aree costiere, dal Long Island fino al Massachusetts e al Maine, causa i forti venti umidi, a carattere burrascoso, che spireranno dapprima tra E-NE e NE, con successiva rotazione da Ovest, O-NO e NO al passaggio del profondo minimo ciclonico verso nord-est, non dovrebbero vedere accumuli al suolo, a parte delle istantanee spolverate. Qui la precipitazione, con temperature sui +3° +5°, dovrebbe risultare mista a qualche fiocco umido. I forti venti, che potranno toccare punte di 70-80 km/h, con raffiche capaci di lambire picchi estremi di 90 km/h, occasionalmente 100 km/h nelle aree più esposte (come Capo Cod), inibiranno qualsiasi tipo di deposito di neve a terra. Anche se localmente, in presenza di rovesci derivati da nubi convettive in arrivo dall’Atlantico, non mancheranno sorprese. Nonostante le forti raffiche di vento e le burrasche, qualche leggero velo bianco potrebbe depositarsi anche nelle città di Philadelphia, New York e Boston (su quest’ultima le probabilità sono maggiori), dove il vento causerà non pochi disagi, con possibili interruzioni del traffico aeroportuale e marittimo.
Allerta massima per le mareggiata e i furibondi venti ciclonici che sferzeranno l’East Coast, dal Long Island fino al Maine