Inizia il conto alla rovescia per ROSAT. Tutto ciò che c’è da sapere sul satellite tedesco

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Il mondo in attesa di ROSAT

E’quasi giunto il momento di ROSAT. Nelle prossime ore si aprirà ufficialmente l’allerta per il rientro incontrollato del satellite tedesco in caduta libera verso la Terra.  L’Italia potrebbe essere interessata dall’impatto – vista la discesa incontrollata del satellite – secondo tre diverse traiettorie che riguardano l’intera penisola, con l’eccezione di Friuli Venezia Giulia, Veneto, Sicilia e le Province autonome di Trento e Bolzano. In particolare le finestre temporali che potrebbero interessare il nostro Paese sono: la prima dalle 18.00 alle 18.30 del 22 ottobre, la seconda dalle 11.17 alle 11.47 del 23 ottobre e la terza dalle 17.25 alle 17.55 del 23 ottobre. L’Agenzia Spaziale Italiana, in qualità di Centro di Competenza del Dipartimento della Protezione Civile e con il supporto dell’Istituto di dinamica del volo del Cnr/Isti, elabora le finestre temporali di rientro in atmosfera del satellite in corrispondenza dei passaggi sull’Italia, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Tedesca. Quest’ultima è in costante contatto con il MIC-Monitoring Information Centre, il Centro del Meccanismo Comunitario di Protezione civile attivo 24 ore su 24 che, a sua volta, fornisce ai Paesi europei comunicazioni e aggiornamenti ufficiali e tempestivi. Per monitorare l’evoluzione della situazione nel pomeriggio di oggi, 21 ottobre nella sede del Dipartimento, si è riunito il Comitato Tecnico Scientifico costituito da esperti di Agenzia Spaziale Italia-Asi, Forze Armate, Vigili del Fuoco, Ispra – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Enav-Società Nazionale per l’Assistenza al Volo, Enac-Ente Nazionale dell’Aviazione Civile e del Dipartimento stesso. Gli esiti del Comitato Tecnico Scientifico sono stati trasmessi al Comitato Operativo, riunitosi il 19 ottobre scorso per analizzare gli scenari e valutare i possibili interventi. Il rientro del satellite inizierà a quota 120 km e visto il materiale con cui è stato costruito (vetro e ceramica), particolarmente resistente al calore, non si disintegrerà completamente durante il rientro a Terra. Circa il 70% dei frammenti raggiungeranno il suolo all’interno della fascia di latitudine compresa tra i 53° di latitudine nord e sud. Una superficie molto estesa, della quale l’Italia rappresenta l’1%. La comunità scientifica sarà in grado di ridurre l’incertezza sui territori sorvolati a un solo tracciato orbitale alcune ore prima, con indicazione delle rispettive aree del pianeta interessate. Se siete preoccupati o semplicemente curiosi per ROSAT, eccovi alcune domande e risposte fornite dal centro aerospaziale tedesco, conosciuto anche con l’acronimo DLR.

Che cosa significa ROSAT?

Questo è semplice: Roentgen satellite. Nel corso della sua vita lavorativa, ROSAT ha scrutato l’universo nella lunghezza d’onda dei raggi X, quindi è stato chiamato Wilhelm Roentgen, in onore del fisico tedesco che ha scoperto questo tipo di luce estremamente energica.

Quanti anni ha il satellite, e qual era il suo scopo?

ROSAT fu lanciato nel 1990 su un’orbita circolare a 575 km di altezza con una collaborazione tra Germania, Stati Uniti e Regno Unito, ed ha eseguito operazioni scientifiche per ben otto anni. La sua missione era quella di indagare la composizione spettrale e la distribuzione di energia in raggi X in tutto l’universo. Il satellite ha scoperto che quasi tutti gli oggetti astronomici emettono raggi X, comprese le comete.

ROSAT in fase di rientro potrà essere controllato in qualche modo?

ROSAT non ha alcun sistema di propulsione a bordo che potrebbe essere utilizzato per alterare la sua orbita o la sua traiettoria di rientro, quindi la sua caduta sulla Terra non può essere controllata. Inoltre, ROSAT non può più comunicare con il centro di controllo DLR in Germania. Le batterie che l’avrebbero aiutatato ad entrare in contatto con il centro si sono esaurite significativamente nel corso degli anni, insieme con gli strumenti scientifici del satellite e ad altri componenti. ROSAT non ha più nemmeno carburante.

ROSAT brucerà completamente nell’atmosfera terrestre?

Probabilmente no. Le proiezioni del DLR suggeriscono che 30 pezzi individuali, con una massa totale fino a 1,7 tonnellate, potranno raggiungere la superficie terrestre. Il sistema ottico a raggi X, o almeno un pezzo di esso, potrebbe essere il singolo componente più pesante che raggiungerà indenne la superficie. I frammenti che cadranno sulla Terra potrebbero viaggiare a 450 km/h.

Dove e quando ROSAT impatterà?

Gli esperti pensano che il satellite raggiungerà la Terra tra oggi e domani (22 Ottobre o 23 Ottobre), ma è impossibile al momento essere più precisi. I funzionari dell’agenzia spaziale tedesca affermano che anche un solo giorno prima che la navicella lascia la sua orbita è impossibile prevederne l’esatto impatto se non 5 ore prima. Poichè la Terra ruota sotto l’orbita del satellite, l’area sulla superficie del pianeta che potrebbe essere colpita violentemente dai frammenti passa da un’orbita all’altra. Possiamo immaginare le orbite come delle linee che progressivamente formano un reticolo che attraversa l’Italia più di una volta, e in questo lasso di tempo anche una breve variazione potrebbe portarlo a cadere in un’area completamente differente rispetto alle previsioni. Tra l’altro molto dipende anche dal vento solare che di conseguenza apporta variazioni alla nostra atmosfera, rendendo più o meno veloce la sua discesa. I frammenti potrebbero spargersi in un’area compresa tra 80 Km di larghezza.

Quante sono le probabilità che un solo frammento possa colpire qualcuno?

Le probabilità sono estremamente basse. Quelle di colpire qualcuno è di circa 1 su 2000. Probabilità valida per qualsiasi individuo delle 7 miliardi di persone presenti sulla Terra. Per il satellite UARS erano addirittura inferiori, ma anche queste non sembrano poter preoccupare più di tanto. Certamente questa probabilità come detto vale per una qualsiasi persona. Ovvio che per obiettivi molto grandi o per aree estese questa probabilità aumenta, ma rispetto alla vastità del pianeta, composta per il 70% di oceani e per un’alta percentuale di aree disabitate come foreste, laghi, deserti, allora capiamo che solo una buona dose di sfortuna potrebbe portare un frammento ad un obiettivo pericoloso.

Il rientro sarà visibile ad occhio nudo nel cielo?

E ‘improbabile che qualcuno possa essere in grado di osservare ROSAT al suo rientro, dicono i funzionari DLR. La maggior parte degli oggetti provenienti dallo spazio che entrano nell’atmosfera terrestre, scendono appunto sopra l’oceano o su regioni scarsamente popolate, proprio in virtù della vastità di queste aree che ne aumenta drasticamente la probabilità che ciò possa accadere su queste. Ma non si sa mai! Anche se remote, le possibilità che questo avvenga su metropoli o aree abitate esiste. Quindi una volta stabilita l’orbita, poche ore prima, è possibile alzare lo sguardo al cielo e cercare di intravederlo.

Perchè non intercettarlo e abbatterlo in modo controllato prima che possa far danni?

Secondo i funzionari DLR, le tecnologie di cattura controllate per i satelliti in orbita sono ancora in fase di sviluppo. Serviranno diversi anni prima che ciò accada. Tuttavia, anche una volta che queste tecnologie saranno disponibili, solo pochi oggetti saranno selezionati per un abbattimento controllato. Ci sono innumerevoli detriti orbitali nel cosmo, in orbita attorno alla Terra, e non si possono abbattere tutti. Sicuramente un giorno sarà fatto per oggetti che stanno per arrecare imminenti danni.

Cadranno altri satelliti in futuro?

Si. Il rientro di questi rottami non può essere evitato. I detriti spaziali tra l’altro rientrano in atmosfera su base quasi settimanale, anche se la maggior parte sono molto piccoli, mentre di questi oggetti come ROSAT se ne parla ampiamente. Nel corso degli ultimi anni, questo detriti ammontano a circa 60 – 80 tonnellate l’anno. Il totale comprende oggetti di piccole dimensioni, nonché i satelliti e i razzi spaziali. Tuttavia, i pezzi di detriti che sono stati trovati a terra sono abbastanza rari. La massa totale di oggetti naturali che raggiunge la superficie della Terra (meteoriti) supera di gran lunga quella dei detriti artificiali.

Indicazioni per la popolazione da parte della protezione civile: sulla base delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica, così come confermato in sede di Comitato Tecnico Scientifico, è possibile fornire, pur nell’incertezza connessa alla molteplicità delle variabili, alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di auto protezione qualora si trovi, nelle tre finestre temporali d’interesse per l’Italia, nei territori potenzialmente esposti all’impatto. E’ poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. I frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici. All’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono i vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi);

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