Dopo la pioggia di lacrimogeni e sanpietrini di sabato scorso è arrivata a Roma la pioggia vera, quella dal cielo. I giornali domenica titolavano “Roma, giorno di ordinaria follia” e dopo neppure una settimana nuovamente la Capitale in cima alle cronache. Oltre 100 mm di pioggia in poche ore e Roma si ritrova sott’acqua come Venezia. Scene di panico e pericolo che da tempo non si vedevano nella città eterna. Sicuramente la giornata di oggi verrà ricordata a lungo e vale la pena fare alcune considerazione in merito a quanto si è sentito dai media e dai romani in giro per la città. Purtroppo il nubifragio ha anche lasciato una vittima (e forse poteva andare molto peggio), che pare paradossale, ma ancora può accadere nel 2011 in un Italia storicamente avvezza ad aventi alluvionali. Dal punto di vista puramente tecnico, è importante precisare che l’evento è stato davvero eccezionale, poichè si sono raggiunte, in alcune stazioni pluviometriche della città, anche punte di 145 mm di pioggia. Teniamo presente che mediamente a Roma cadono circa 900 mm all’anno. Quindi in poche ore non si era distanti dall’accumulo di un quasi 20% del totale annuo. Scrosci che hanno toccato anche intensità comprese fra i 100 mm/h e i 200 mm/h. Dati da piogge tropicali. I dati esposti dovrebbe far riflettere e molto, in particolare la politica (di qualsiasi colore) che non perde occasioni (ultimamente) di tacere e parlare solo per strumentalizzazione politica. Eventi del genere con questa intensità sono difficile da prevedere e da localizzare e per un tecnico fa sorridere in un primo momento, ma poi riflettere, di come questa mattina le persone inveissero su chi di professione fa il previsore meteo e questa volta magari non ci ha preso. La palla di cristallo per queste cose non è ancora stata inventata, nonostante la scienza sia molto avanti. Fanno anche sorridere i commenti della Lega Nord che è pronta a scagliarsi con l’ormai consueto leit motiv “Roma ladrona” per accusarla di cattiva gestione. Forse questi personaggi non ricordano che Milano e Torino, nell’epifania 2009, furono totalmente paralizzate per “soli” 40 cm di neve. Come mai in altre città del Nord come Aosta e Bolzano nevicate del genere passano invece ogni inverno praticamente indenni? Bisogna capire che eventi eccezionali in grandi città portano facilmente ai risultati di oggi. Poi sicuramente ad aggravare la situazione ci può essere la cattiva manutenzione e su questo è giusto scagliarsi, come è giusto scagliarsi anche sull’assenza di educazione agli eventi estremi che nel nostro Paese è ancora un tabù. Per ribadire il concetto di eccezionalità, anche in condizioni di manutenzione perfetta, va detto che le reti di scarico delle acque bianche (acqua piovana) non sono dimensionate adeguatamente per eventi del genere. Qualcuno dirà “Allora colpa degli Ingegneri”. Però immaginate se si dovessero dimensionare opere di scolo per eventi estremi, in quel caso le città sarebbero piene di canali di dimensioni spropositate. Bisogna battere un colpo al cerchio e un colpo alla botte. Solo nel deserto forse non avremmo di questi problemi. Il paradosso di oggi a Roma è stato che alcune strade erano paralizzate, mentre altre erano magicamente vuote e non vi era traffico. La stragrande maggioranza degli allagamenti ha sorpreso le persone che si recavano a lavoro proprio da fuori Roma e ne ha impedito l’accesso in città. In alcune aree del centro, quelle più sopraelevate, si respirava quasi un clima da giornata festiva sotto la pioggia. Non molte persone avranno colto questo dettaglio, ma in queste parti di Roma sembrava di essere in un remoto paesino di campagna. A conclusione della giornata, mi ha fatto riflettere una chiacchierata in autobus stasera con un signore incontrato per caso alla fermata; perchè questi eventi in fondo uniscono e ci rendono più umani e meno in giacca cravatta. Ovviamente l’argomento era il nubifragio, condito anche da frasi retoriche, ma voglio riportare questa affermazione “Abbiamo paura della pioggia e quindi saltiamo scuola, non andiamo a lavoro, ma è paradossale pensare che 2.000 anni fa Annibale arrivò dall’Africa con gli elefanti passando per le Alpi in condizioni estreme-La decadenza della nostra società è uguale a quella che ha dissolto l’impero romano”. Forse una riflessione troppo pessimistica, però ci fa anche dire che in questa società moderna si è persa la tempra per affrontare eventi del genere, nonostante la loro estremità. Grazie alle modernità, in pochissimi anni, non siamo più abituati a stare senza elettricità, senza Facebook, senza I-Phone, ma riusciamo in poche ore anche a perderci in un bicchiere d’acqua (ed oggi era più di un bicchiere).