Non abbiamo fatto nemmeno a tempo a smaltire l’evento di UARS, l’ormai noto satellite della NASA precipitato al largo del Pacifico, che dobbiamo chiederci quali rischi si possano correre per unaltro satellite in caduta sulla Terra. E’ ROSAT, il satellite tedesco ormai in disuso dal 1999. Fu lanciato nel Giugno del 1990 su un’orbita circolare a 575 km di altezza con una collaborazione tra Germania, Stati Uniti e Regno Unito. Dal momento che il satellite non ha un sistema di propulsione, e a bordo non è rimasto del carburante, il satellite avrà un rientro incontrollato. L’impatto è previsto per il 23 Ottobre, anche se esiste un margine di incertezza ancora elevato, che potrebbe spostare di molte ore, l’ora esatta dell’impatto. La fascia temporale del suo rientro si aprirebbe alle ore 15.00 di sabato 22 ottobre e si chiuderebbe alle ore 6.00 di lunedì 24 ottobre. Il satellite tedesco, che pesa 2,4 tonnellate, si troverà in gravi difficoltà attraversando l’atmosfera terrestre, anche se l’attrito non riuscirà a polverizzare ogni singolo pezzo. Vi sono infatti parti in materiale refrattario, soprattutto di vetro e ceramica, che dovrebbero resistere alle temperature elevatissime e raggiungere quindi il suolo terrestre. Sempre secondo i funzionari tedeschi, alcuni detriti di grandi dimensioni, pesanti anche 1,7 tonnellate raggiungeranno il suolo, arrecando però danni per una probabilità molto bassa. E a proposito di probabilità e di rischi, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), nell’aggiornamento del 20 ottobre sulle previsioni del rientro in atmosfera del satellite dell’Agenzia Spaziale Tedesca (DLR) Roentgen (X-ray) SATellite (ROSAT), ha comunicato al Dipartimento della Protezione civile che la finestra di incertezza all’interno della quale allo stato attuale si prevede il rientro del satellite in atmosfera, si è ridotta rispetto alle indicazioni fornite ieri. In base ai dati disponibili, la probabilità di impatto di frammenti del satellite sul territorio italiano è dell’1%. L’Agenzia Spaziale Tedesca informerà costantemente il MIC-Monitoring Information Centre, il Centro del Meccanismo Comunitario di Protezione civile attivo 24 ore su 24 che, a sua volta, fornirà ai Paesi europei comunicazioni e aggiornamenti ufficiali e tempestivi. Andrea Milani, del dipartimento di Matematica dell’ università di Pisa e a capo del gruppo di ricerca specializzato nel calcolare le orbite degli asteroidi più vicini alla Terra, spiega che i frammenti potrebbero cadere su una superficie enorme, molto vasta, e che se anche dovessero cadere sull’Italia, c’é una probabilità su 100.000 che possano colpire qualcuno. Al momento quindi non è possibile calcolare esattamente quando avverrà l’impatto nell’atmosfera e in corrispondenza di quale zona sulla Terra. Possiamo immaginare le orbite come delle linee che progressivamente formano un reticolo che attraversa l’Italia più di una volta, e in questo lasso di tempo anche una breve variazione potrebbe portarlo a cadere in un’area completamente differente rispetto alle previsioni. Tra l’altro molto dipende anche dal vento solare che di conseguenza apporta variazioni alla nostra atmosfera, rendendo più o meno veloce la sua discesa. Non ci resta che attendere qualche altra ora per avere informazioni più precise.