La grave siccita’ che ha colpito il Pacifico meridionale sta lasciando senza acqua potabile diversi stati-arcipelago della regione, dove non piove da mesi e le falde acquifere sono contaminate dal sollevamento dei mari, dovuto al cambiamento climatico. I raccolti appassiscono, le scuole hanno chiuso i bagni e gli abitanti si lavano nelle lagune. Gli arcipelaghi di Tuvalu e Tokelau (11.000 e 1.400 abitanti) hanno dichiarato lo stato di emergenza, dipendono dall’acqua in bottiglia portata in aereo dalla Nuova Zelanda e chiedono impianti di dissalazione, mentre in parti delle Samoa l’acqua viene gia’ razionata. Anche se ancora nessuno soffre la sete, le autorita’ sono preoccupate per i problemi logistici di rifornimento alle popolazioni di acqua sufficiente per sopravvivere, e per i problemi sanitari che possono sorgere. Secondo i climatologi, la siccita’ e’ legata al fenomeno ciclico ‘La Nina’ che causa eventi meteorologici estremi, sia siccita’ che inondazioni, e i prossimi mesi non porteranno sollievo. Il sollevamento dei livelli del mare aggrava il problema, poiche’ l’acqua salata penetra nelle riserve sotterranee di acqua dolce, che viene estratta attraverso i pozzi. Le autorita’ si concentrano finora sui problemi di rifornimento di breve termine e dichiarano di non aver avuto il tempo di pensare alle soluzioni di lungo termine.