Vari studiosi europei sono mobilitati per studiare la situazione, soprattutto nel Regno Unito dopo quanto successo l’anno scorso per l’eruzione dell’Eyjafjallajokul. Le autorità temono il ripetersi di una calamità di questo tipo verso l’Europa, e anche i media, specie quelli britannici, stanno dedicando molto spazio alla situazione del Katla.
Sul Telegraph il dottor David Rothery, vulcanologo dell’Open University, ha detto che “l’impatto di un’eventuale eruzione del Katla sul traffico aereo dipenderebbe da una varietà di fattori come la direzione del vento e la quantità di gas presente nel magma. L’eruzione dell’Eyjafjallajokul determinò il caos in quanto il magma aveva un livello alto di gas che ha immesso nell’atmosfera tantissima polvere, ma una nuvola simile ad un’altitudine maggiore potrebbe avere un impatto trascurabile, almeno per gli aerei“.
Intanto le autorità Islandesi e la popolazione locale sono decisamente preoccupati dall’eventualità di un’esplosione di magma proveniente dal Katla, tanto che sono stati redatti i potenziali piani di evacuazione e vengono tenuti incontri settimanali con gli esperti per mantenere tracciata l’attività del vulcano.
Einar Kjartansson, un geofisico dell’Icelandic Meteorogical Office, ha detto che: “è effettivamente aumentata l’attività vulcanica. La domanda che ci poniamo è se il vulcano si calmerà dopo questi tremori oppure se ci sarà un’eruzione“.
Il Katla è un vulcano grande e potente. La sua caldera, infatti, ha un diametro di circa 10 km e le sue eruzioni hanno un tempo di ritorno che non ha mai superato gli 80 anni. Ma dall’ultima eruzione ne sono passati 93, quindi è già “in ritardo“.