Trecento poliziotti sono stati posti dalle autorita’ thailandesi alla protezione di un argine a nord di Bangkok, dopo che questo e’ stato parzialmente danneggiato dalla popolazione. La decisione e’ stata presa dopo che domenica alcuni residenti del distretto di Don Mueang hanno fatto un buco di 10 metri nella barricata di sacchi di sabbia, lunga circa 16 chilometri, per far fluire l’acqua che sommerge il quartiere da ottobre. La polizia e’ quindi stata chiamata a proteggere l’argine, costruito per evitare che venga allagato il centro della capitale, da altri possibili danneggiamenti. “Abbiamo mandato 300 agenti a protezione dell’argine“, ha detto il capo della polizia Priewpan Damapong. “Non arresteremo nessuno“, ha poi aggiunto, “in quanto cio’ che hanno fatto i cittadini non rappresenta un crimine“.
Sebbene il crescente ottimismo abbia portato alcuni esperti a dichiarare che l’emergenza sarà conclusa entro dieci giorni, il clima di allerta resta. Circa 800 mila residenti abitano in zone allagate, e nel fine settimane sono partiti ordini di evacuazione per altri tre quartieri. Particolarmente colpiti sono i sobborghi a ovest del fiume Chao Praya, dove le autorità hanno fatto defluire gran parte delle acque nel tentativo di risparmiare il centro della capitale. Man mano che le acque si ritirano, nonostante gli allagamenti continuino a interessare 22 province su 77, le aree colpite a inizio ottobre hanno iniziato le operazioni di pulizia: un lavoro che durerà settimane, dato che le acque stagnanti hanno sommerso diverse zone per oltre un mese. Mentre i templi di Ayutthaya hanno ricominciato ad accogliere turisti, le quattro aree industriali della provincia rimangono allagate. Il governo di Yingluck Shinawatra ha stimato che le fabbriche torneranno a pieno regime non prima di gennaio; anche l’aeroporto interno Don Meuang di Bangkok, tuttora allagato, non tornerà operativo prima dell’inizio del 2012.