Il centro di Bangkok rischia soltanto inondazioni “minori“. Lo ha garantito il primo ministro della Thailandia, mentre l’acqua minaccia ormai le stazioni della metropolitana sul versante nord del centro della capitale. Almeno un quinto della megalopoli di dodici milioni di abitanti è ormai sommerso sotto le acque impregnate di fango, i rifiuti tossici industriali e domestici e carcasse di animali. Il centro di affari e finanziario, cuore strategico della città protetto da chilometri di dighe, è però per il momento ancora ridotto alla siccità e dovrebbe restarlo, almeno parzialmente, secondo il capo del governo Yingluck Shinawatra. “Se tutte le misure fossero realizzate come previsto, potremmo salvare la zona economica di Bangkok“, ha dichiarato in occasione del suo intervento settimanale trasmesso alla radio e alla televisione. Anche se ci dovessero essere inondazioni secondarie e brevi, “potremmo pompare ed evacuare (l’acqua) rapidamente“. Ha aggiunto che una diga composta da sacchi di sabbia giganti è stata allestita nel nord della città lungo sei chilometri e in alcuni quartieri sono state installate nuove pompe. Le autorità tentano attualmente di far defluire una massa enorme di acqua arrivata dal nord dai canali dell’est e dell’ovest della città. Malgrado le protezioni, un’acqua salmastra avanza lentamente ogni giorno un po’ di più ed è arrivata al centro di Lat Phrao nel nord della città, in cui un vasto centro commerciale, Central Plaza, ha dovuto chiudere al pubblico.
Ieri, un portavoce della metropolitana sotterranea di Bangkok (Mrt) aveva segnalato che tre stazioni dovrebbero per la prima volta chiudere se il livello dell’acqua raggiungesse i quaranta centimetri. Ha segnalato oggi che la metropolitana funziona normalmente, precisando che l’acqua raggiunge il marciapiede. Le autorità hanno chiesto lo sgombero totale di otto delle cinquanta distretti della capitale e uno sgombero parziale in altri sei. Ma molti abitanti preferiscono restare, malgrado la penuria di acqua potabile e le difficoltà di consegna delle derrate alimentari. Le inondazioni hanno provocato almeno 446 morti da tre mesi e hanno influito su milioni di persone, soprattutto nel nord e nel centro del Paese. Le autorità hanno moltiplicato le dichiarazioni contradittorie dall’inizio della crisi, dando l’impressione di non sapere con esattezza fino a dove si spingeranno le inondazioni e fino a qual punto il centro sarà colpito.